i.lll- BI.\:\{:() '-Xli.ROSSO iii•iii•U più pluralista. Per esempio, non mi stupirebbe affatto sapere che le posizioni, per altro non uguali, di Padre Pintacuda o di Padre Sorge (che credo sia a Palermo non proprio per scelta spontanea) infastidiscano anche le alte cariche della Curia romana. E già su questo ci sarebbe di che riflettere. Nè mi pare rilevante la constatazione che tra i fautori della preferenza unica ci sia stato un buon numero di parroci. Il referendum è stata una trappola in cui è caduta anche una gran parte della sinistra. E poiché era stato presentato, da quasi tutta la stampa, come un primo passo di moralizzazione elettorale, può darsi che molti parroci ci abbiano messo di loro l'assimilazione della preferenza al peccato. Evidentemente una è da considerare un peccato veniale. Quattro un peccato mortale. Voglio perciò dirti che, al di là del giudizio di merito sui singoli episodi che mi segnali, personalmente sono più propenso a leggerli come più indicativi del pluralismo che si manifesta nel mondo cattolico, anziché come sintomi di tentazioni temporalistiche. Francamente non vedo, nè in atto, nè all'orizzonte, minacce temporalistiche. Vedo piuttosto, come vedono tutti, un declino di efficacia, di efficienza, di credibilità e quindi di autorità morale dello Stato a cui è urgente porre rimedio. In questa indispensabile opera di ricostruzione dello Stato, mentre è del tutto naturale e legittima la divisione tra progetti politici diversi, considererei assolutamente priva di senso e da evitare una contrapposizione tra credenti e non credenti. L'etica cristiana e l'etica (impropriamente definita) laica non sono, infatti, in competizione. Non è in discussione la separazione tra la funzione della Chiesa e quella dello Stato. Tra l'agire religioso e l'agire politico. Ci può essere qualche conato di integrismo, ma c'è soprattutto una crescente secolarizzazione. In generale, comunque, penso si debba riconoscere che se le società i_ndustriali sono progredite è perché hanno saputo incorporare i convergenti valori del solidarismo cristiano e dell'umanesimo socialista in termini di solidarietà, di equità, di difesa dei più deboli. Le nostre società non sono certo diventate il regno della giustizia, ma proprio per tale assimilazione sono sicuramente migliori di quelle che le hanno precedute. In esse se la Chiesa rimane ferma nei suoi principi, mantiene saldo il riferimento ai valori eterni, alla filosofia perenne, non si può non rilevare che i criteri di comportamento che propone agli uomini d'oggi sono l'esito di un conl 16 Carlo Carretto presidente della Giaca destra, e al centro Emilio Colombo vicepresidente. tinuo confronto con il progresso scientifico e tecnologico e con le strutture sociali che esso determina. Se poi si guarda alla storia, anche quella del nostro tempo, si deve riconoscere che, in non pochi casi, la coscienza religiosa è stata l'esplicita affermazione di identità e dignità umana. Talvolta è stata l'unico modo attraverso il quale un popolo ha potuto sottrarsi ai progetti di integrazione e di asservimento. Per queste e per altre ragioni sono convinto che la secolarizzazione, o riconosce i diritti della trascendenza sulla realtà storica, ossia la costruttività dell'apertura religiosa, oppure non può che finire in uno storicismo assoluto, che non è solo accettazione, ma consacrazione (laica naturalmente) del fatto compiuto. · La costruzione storica ha, perciò, bisogno anche dell'orizzonte della coscienza religiosa. Il dato di fatto che, secondo me, si dovrebbe preservare, anche evitando la riproposizione di dispute anacronistiche, è che sull'azione e la pratica politica dei non credenti influiscono valori cristiani; perché sono categorie con cui la storia li porta a pensare ed agire. A sua volta l'azione dei credenti è ugualmente influenzata dalle trasformazioni del mondo e dell'apporto che ad esse viene dai non credenti. La società in cui viviamo è quindi il prodotto di questa dialettica fatta non solo di opposizione, ma anche di congiunzione. Caro Claudio, io non nego che qua e là esistano episodi di utilizzo arbitrario del fatto religioso a fini politico partitici. Che ci sia qual-
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