.Plt mAM:t) lXll,HOSSO iii•iil•ii li e valori cristiani è probabilmente meno disposto a farsi convincere e convertire da un cattolicesimo così militante nei fatti e così manicheo nei principi. Subire senza risposta una contestazione così radicale del proprio mondo e un così aspro rovesciamento dei propri valori in puri disvalori per qualche calcolo elettorale oltre tutto illusorio sarebbe prova, questa sì, o di meschino opportunismo o di una pietrificata indifferenza. Come mi parrebbe prova di insipienza politica subire senza neppure lanciare un allarme tante e così evidenti prove di un nuovo temporalismo, che per la prima volta nella storia somma le forze della straordinaria presenza della Chiesa in Italia e di un certo clero politicante con quelle di un Papa combattente, di un Papa guidato da un spirito di frontiera che non di rado lo porta a leggere l'Italia e il mondo con occhiali polacchi. Caro Pierre, tener fermo il confine tra politica e religione non è mancare di rispetto né alla Chiesa né al Papa né tanto meno alla coscienza religiosa. Per non dire che insieme al rispetto dovuto agli altri c'è il rispetto dovuto a sè stessi, alla propria cultura, a quell'umanità europea cui sentiamo di appartenere proprio perché si è emancipata da rigide tutele, anche spirituali, a cominciare dalla pretesa di dedurre la società, i costumi, il diritto, le scelte politiche e civili dai dogmi e dalla verità rivelate, insomma dalla pretesa di confondere Stato e Chiesa, religione e politica. Con affetto Claudio Non confondiamo Chiesa e Dc Dichiarazione di Pierre Camiti (4/7 /91) H o espresso al Congresso di Bari del Psi un punto di vista diverso da quello di Martelli circa il ruolo della Chiesa e del Papa nella vicenda politica italiana. Ritengo infatti che l'umanesimo cristiano abbia irrobustito l'ispirazione socialista e democratica in Italia, così come è avvenuto, ancora più significativamente, in altri paesi europei. Considero inoltre di grande rilievo il valore degli orizzonti sociali, umani, oltre che spirituali indicati nella recente enciclica di Giovanni Paolo Il. Lo stesso riconoscimento presente nell'enciclica del ruolo storico che ha avuto il riformismo socialista nella promozione umana e sociale è un elemento importante e costituisce, credo senza alcuna forzatura, una conferma della autonomia e della libertà politica dei cattolici e della pluralità delle loro opzioni politiche. Martelli nella lettera che mi ha scritto confonde, a mio giudizio, una riscossa religiosa (che se c'è ha altre motivazioni) con gli esiti elettorali della Dc ed intravede in una serie di episodi e di fatti, che personalmente interpreto in modo diverso da lui, i segni di una possibile insorgenza temporalistica ed integralistica. Su questi aspetti, come sul tema più generale del rapporto fede politica avrò modo di ritornare, anche nella prosecuzione della discussione con Martelli, non appena il polverone di questi giorni si sarà placato. Resta il fatto che una divergenza di opinioni e di valutazioni su questioni così rilevanti non deve stupire. Dovrebbe stupire semmai, l'unanimismo o l'indifferenza. Ciò che sorprende invece in questa polemica, nella quale il calcolo elettorale sembra prevalere sulla pur proclamata difesa del magistero della Chiesa, è che ci siano persone (appartenenti ad un partito politico o anche a movimenti socio-religiosi) che non hanno esitato ad intervenire in nome del «mondo cattolico». Una funzione di rappresentanza che nessuno ha mai loro attribuito. Anche per la buona ragione che il «mondo cattolico» non è certo riducibile alla stregua di un'organizzazione professionale o di un Lions Club. .. ■ IJ
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