.L)Jt BIANCO l.XltllOSSO P•ii 111Mwtitik4HMI di giudiziocon lesceltepolitiche delpartito. Questa intenzione l'abbiamo avuta fin dall'inizio, ma finora s'è potuta manifestare assai poco. Di fatto ci siamo trovati a sostenere tutte le sceltedel Psi: sulleriforme istituzionali, sullaguerra del Golfo, perfino sul referendum relativo allepreferenze quando la campagna astensionista e lo stile protervo con la quale è stata condotta è apparsa a me ed ad altri del tutto inaccettabile. Eppure con la segreteria del Psi un discorso va aperto: non per contrattare il nostro tasso di autonomia, ma per sapere dal Psi se il modello proposto è considerato praticabile, se il partito è interessato o meno. Per concludere. Noi dobbiamo proporre alla gente di far pace con la politica, proprio oggi quando sembra non ci sia più niente da fare o da dire, quando il qualunquismo sembra diventare la nuova formula della politica, quando ogni politico è sospetto. Dobbiamo affermare forte che l'uomo senza politica è un uomo senza qualità, dimezzato, e chi sputa sulla politica o è uno sciocco o s'è ritagliato un proprio spazio di privilegiato. Dobbiamo dire che la nostra idea di politica si misura con i bisogni materiali dell'uomo, affonda le proprie radici nell'organizzazione e nei conflitti degli interessi economici, cioè che non abbiamo una visione angelica della politica e sappiamo che essa è ipotecata, per la sua stessa natura dalle ambizioni, dagli interessi, dalle invidie, dagli opportunismi dell'uomo. E tuttavia vogliamo mettere nel far politica qualche tensione, forse indispensabile per essere più della volpe e del leone, l'accoppiata vincente del Macchiavelli. Una tensione etica. E poi una tensione utopica, intesa come voglia e capacità di interrogare il futuro, di essere consapevoli che noi seminiamo e ci saranno frutti che potremo raccogliere noi e frutti che affideremo a quanti ci seguiranno. Ma oggi, in questa assemblea, non dobbiamo dimenticare che la politica vive di quotidianità, di progetti, di fatti, ed è su questi che va sviluppata la nostra riflessione. ReS: i nuovi incarichi Il giorno 22/6/1991, l'Assemblea nazionale dei soci ReS riunitasi a Bologna in seduta ordinaria ha, tra l'altro, proceduto alla modifica dell'articolo 7 dello Statuto («... il Consiglio Direttivo sarà composto da non meno di 15 persone») e all'integrazione dello stesso con l'istituzione di un nuovo organo, il Comitato di Presidenza, eletto dal Consiglio Direttivo e composto da 3 a 15 membri. Ha quindi eletto all'unanimità il Consiglio Direttivo composto da: Pier Paolo Baretta, Monica Bernath, Mario Bertin, Luigi Borroni, Adele Cambria, Anna Carli, Pierre Camiti, Rino Caviglioli, Gian Primo Cella, Giuseppe Garraffo, Gianni Gennari, Maria C. Gatti, Anna Maria Iacone, Franco Iacono, Pippo Morelli, Gian Luigi Morini, Lella Ravasi, Ettore Rotelli, Luigi Ruggiu, Luisa Saba, Silvano Scaiola, Antonio Tramacere, Tiziano Treu, Silvano Veronese, Fausto Vigevani, Gilberto Bellò (Camozzi), Alberto Martinelli, Gianni Bon, Bruno Temporiti, Renato Vallini, Mario Ricciarelli, Ileana Rossi, Paolo Bonaretti, Mimmo D'Andria, Mario Ferrari, Vito Orlando (Giuseppe Di Mase), Marcello Stecco (Giovanni Cossu), Baldo Ilari (Vincenzo Avanzini), Fabrizio Montanari (Luciano Bergantini), Franco Lanzarini, Francesco Vidimari, Giovanni De Piccoli, Flavio Grubissa, Silvano Ferrazzo, Luciano Sabattini, Vincenzo Sgaravatti, Vittorio Fossati. Il Consiglio Direttivo ha infine eletto, sempre all'unanimità, il Comitato di Presidenza formato da: Pierre Camiti, presidente - Gianni Bon (Bruno Temporiti) - Gian Primo Cella - Mimmo D'Andria - Mario Ferrari - Franco Iacono - Mario Ricciarelli - Ettore Rotelli - Luigi Ruggiu (Gilberto Bellò) - Tiziano Treu - Silvano Veronese (Anna Maria Iacone) - Fausto Vigevani (Anna Carli). N.B.: i nomi che risultano tra parentesi indicano gli eventuali sostituti del nome che li precede.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==