Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 18/19 - lug./ago. 1991

_\)-lJ, BIANCO lXILROSSO i N81Bi) 411•1~ (E~•UU Golfo: dopo la guerra il duro lavoro per la pace Ufficialmente, la guerra del Golfo è iniziata all'alba del 17 gennaio 1991. Ufficialmente, è finita il 28 febbraio. Ufficialmente ... I libri di storia, che hanno il vantaggio di esaminare profondamente gli eventi storici, forse collocheranno questa drammatica vicenda in un contesto più ampio, come uno dei capitoli più importanti del ventesimo secolo, di importanza analoga alla Guerra dei Cent' Anni o la Riconquista Spagnola. Agendo nell'ambito del suo mandato - la promozione del pieno rispetto dei diritti umani, della democrazia, della giustizia sociale e della pace - e avendo preso in considerazione tutte le dimensioni di questa guerra, fin dalle sue lontane origini, la Cisl Internazionale ha sostenuto le risoluzioni delle Nazioni Unite. È alla luce del massacro delle popolazioni irachena, curda e sciita da parte di un impenitente Saddam Hussein, delle difficoltà per organizzare una conferenza internazionale sugli altri problemi del Medio Oriente, e dell'insensibilità dei regimi della regione per il rispetto dei diritti umani, che la nostra organizzazione considera la storia immediata della regione e formula le sue proposte d'azione. Quando, il 2 agosto del 1990, l'esercito iracheno invadeva il Kuwait con la dichiarata intenzione di annettere lo Stato, la comunità internazionale, e al suo interno, la Cisl internazionale e le organizzazioni ad essa affiliate, hanno fermamente sostenuto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che, nel nome del diritto internazionale, ha condannato all'unanimità l'Irak, richiedendo il suo ritiro immediato e incondizionato. Tuttavia, se l'opinione pubblica indi Enzo Friso Donna irlandese ternazionale ha sostenuto la linea delle Nazioni Unite, non ha perso di vista che )a cessazione del conflitto armato nel Golfo e il ritiro delle truppe irachene dal Kuwait non bastano. Occorre fare molto di più per assicurare la pace e la stabilità nella regione. Numerosi sono i problemi irrisolti che negli ultimi 45 anni hanno portato ad una crescente frustrazione tra le popolazioni arabe non solo nel Medio Oriente ma anche nel Nord Africa, frustrazioni che la guerra del Golfo ed il suo risultato stanno facendo diventare sentimenti fortemente antioccidentali e in particolare antiamericani, dato che considerano questi ultimi, a torto o a ragione, i responsabili del fallimento della soluzione del problema palestinese. Si tratta di sentimenti che il dittatore di Bagdad cerca di usare a suo vantaggio. Quindi, anche se alcuni governi della regione si sono messi dalla parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, richiedendo il rispetto del diritto internazionale, e, quindi, l'evacuazione delle truppe irachene dal Kuwait, le stesse popolazioni si schieravano in modo appassionato dalla parte di Saddam Hussein, non necessariamente per sostenere l'occupazione del Kuwait, ma piuttosto a sostegno dell'uomo e del regime che osava confrontarsi con una superpotenza quale gli Stati Uniti d'America, e il mondo occidentale in generale. Rimane il pericolo che le incompren-

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