B BIA mt•nsilt· di dihallito politico Supplemento al n° 18/19 luglio-agosto 1991 Guida alle riforme istituzionalied elettorali di Ettore Rotelli Per la lettura delle tabelle La piena comprensione delle tabelle seguenti, che presumono di ricomprendere, nella sostanza, tutte le maggiori ipotesi di riforma istituzionale (non le procedure per arrivarci) richiede qualche spiegazione. Per quanto concerne la prima, dedicata alla organizzazione costituzionale, si considerano attendibili (per queste in neretto), in quanto storicamente sperimentate in grandi democrazie, solo le ipotesi 1e 2, nonché 6 e 7, cioè, in pratica, il regime presidenziale classico e il regime semi-presidenziale, il regime parlamentare con sfiducia costruttiva (il regime parlamentare classico in Italia formalmente c'è già, sia pure anomalo nel funzionamento per assenza di bipolarismo, bipartitico o meno). Le altre forme indicate sono frutto di ingegnerie istituzionali astrattamente concepite da particolari dottrine giuridicistiche o interessi partitici specifici. Che un medesimo partito figuri su più proposte dipende dal fatto che le ha sostenute entrambe, anche a breve distanza di tempo (per es. PSI nel 1989 e nel 1990), oppure che sono (state) sostenute da esponenti diversi. Quanto ai sistemi elettorali (tabella 2) si prospetta una classificazione, che comprende tutti i principali. Peraltro le singole innumerevoli proposte risultano da combinazioni o contaminazioni. Non è - - --- - - ~ - -- I possibile, pertanto, riferire ai tipi proposti i singoli partiti. Pure da considerare è il nesso fra le due tabelle. In via di principio si può modificare la forma di governo senza riforma elettorale e si può introdurre una riforma elettorale senza cambiare la forma di governo (solo quest'ultimo mutamento richiede una revisione della Costituzione). Di fatto la maggior parte delle proposte concrete riguarda entrambi gli aspetti e li ritiene inscindibili. Segue la tabella 3 sulle autonomie che ha carattere "progressivo". Ogni livello di sviluppò, indicato dal relativo numero, presuppone e dà per acquisito il precedente o, meglio, tutti i precedenti (in una delle opzioni prospettate all'interno): il 2 è un passo più dell' 1, il 3 più del 2, e così via. Si ritiene, comunque, che, se non si superano i primi due livelli, si rimanga nell'ambito del centralismo partitico, che annulla in pratica, qualsiasi ulteriore autonomia istituzionale. Essenziale è altresì lo sviluppo orizzontale dei singoli numeri: per un esito riformatore non basta operare nel senso della prima colonna (per es. revisione art. 117 Cost.). Occorre operare conseguentemente sulla seconda e sulla terza. NOTA: Nel precedente numero abbiamo pubblicato questa "guida", ma per errori tecnici alcune parti risultavano incomprensibili od errate. Perciò questa è la versione corretta. Ci scusiamo con il prof. Rotelli e con i nostri lettori.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==