mento dei differenzia/i di inflazione 2. Volendo perseguire il contenimento dei differenziali di inflazione tra i diversi paesi membri della Cee, onde realizzare uno stabile sistema di cambi fissi (se non proprio una moneta europea unica), tale canale può avere tre diramazioni: la via della politica monetaria antinflazionistica; la via della politica fiscale antinflazionistica; la via delle politiche dei redditi antinflazionistiche. La prima diramazione del canale alla luce degli insegnamenti dell'analisi macroeconomica, ha senso nei limiti in cui la maggiore inflazione in un paese rispetto agli altri è determinata in modo decisivo o da maggiore offerta di moneta (M2 o M3 ) e/o da componenti di domanda aggregata dipendenti ultimamente dai tassi di interesse. Anche assumendo una simile impostazione, occorre però notare che la via della politica monetaria antinflazionistica, per essere efficace, dovrebbe: o poter incidere in modo differenziato con un ruolo nettamente restrittivo nel paese (o nei paesi) con maggiori tassi di 1)(1. BI\\(:( - ~11. BO"i"iO Ub#hiii inflazione, oppure essere così drastica Lucania. Festa di ringraziamento per il raccolto del grano. da far sì che una restrizione della offerta di moneta e/ o della domanda aggregata nell'intera area comunitaria ·comporti un appiattimento verso il basso dei tassi di inflazione anche attraverso il rallentamento della domanda estera di prodotto interno ai paesi con maggiori tassi di inflazione. Sia nell'una che nell'altra ipotesi, il contenimento dell'inflazione sfocerebbe in maggiori tassi di interesse reali e in un rallentamento di domanda/prodotto globale; nel caso di un'incidenza differenziata, però, si dovrebbero registrare effetti sui tassi di interesse e su domanda/prodotto globale concentrati nei paesi con più marcate tensioni inflazionistiche, mentre nel caso di una politica monetaria restrittiva generalizzata si dovrebbero registrare maggiori tassi di interesse in termini reali ed un rallentamento di domanda/prodotto globale nell'insieme dei paesi della Cee. Ora, nel progettare l'Uem si è data notevole importanza all'istituzione dell'Eurofed, cioè di una vera e propria Autorità monetaria europea (Sistema Europeo di banche centrali) a cui sarebbe affidata la gestione comunitaria della politica monetaria, a partire dalla seconda metà degli anni '90. Apparentemente, ciò renderebbe più facile l'adozione di una politica monetaria generale per l'intera area comunitaria e meno facile una politica monetaria differenziata a seconda delle diverse tensioni inflazionistiche. È pur vero che si possono ipotizzare strumenti selettivi di politica economica; tuttavia, l'esperienza di Sistemi di banche centrali strettamente integrati (come il Sistema della Riserva Federale statunitense) rivela che è tuttaltro che facile realizzare efficaci politiche monetarie selettive. Non a caso, è in atto una forte pressione all'interno della Cee sui paesi con maggiori tassi di inflazione (come l'Italia), affinché li riducano prima dell'istituzione (nella seconda fase dell'Uem) dell'Eurofed, in modo da rendere possibile e meno onerosa una politica monetaria generale a livello europeo, dalla terza fase dell'Uem in poi. Comunque, una politica monetaria ■ J5 restrittiva (selettiva o generalizzata), sfociando in maggiori tassi di interesse reali e in un rallentamento (più o meno rilevante a seconda della dipendenza della domanda di beni e servizi dai detti tassi) di domanda/prodotto globale, condurrebbe a modifiche nella distribuzione dei redditi e ad effetti negativi sui livelli dell'occupazione, nei paesi in cui si concentrino le misure antinflazionistiche o nell'intera comunità europea. Per tale via, quindi, si avrebbero conseguenze importanti per i lavoratori di specifici paesi membri o della Comunità. Gli effetti negativi per i lavoratori attraverso le modifiche della distribuzione dei redditi in favore dei redditi da capitale (sottolineati dalla Ces che ha chiesto attenzione agli aspetti di tassazione connessi) potrebbero non essere accompagnati da minore occupazione, qualora la domanda aggregata continuasse in misura dominante a non essere dipendente dai tassi di interesse. Gli sviluppi della sintesi neoclassica della macroeconomia keynesiana inse-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==