"'11, 81.-\~CO l.Xn.nosso 1111 #§id I socialisti europei e l'unione economica e monetaria I 1 Parlamento europeo, con le sue alleanze mutevoli tra i gruppi politici poco disciplinati, e con il suo interscambio di interessi e percezioni, è un'istituzione che oscura piuttosto che mettere in risalto le differenze ideologiche. E l'Unione Economica e Monetaria è un progetto che presenta molti obiettivi a carattere interpartitico. Questo è vero in larga misura sia per quanto riguarda la posizione federalista sull'Unione Economica e Politica, considerata un mattone per la costruzione di un'Europa Unita, sia per la posizione improntata ali' «efficienza economica» che enfatizza i possibili vantaggi derivanti da una riduzione degli ostacoli al commercio internazionale, da un abbassamento dei tassi di interesse e così via. È chiaro, tuttavia, che l'Unione Economica e Monetaria racchiude anche un'importante componente ideologica: solleva, in particolare, le questioni della democrazia e della distribuzione dei redditi. Tutti gli elementi principali della posizione assunta dal Gruppo Socialista del Parlamento Europeo possono essere compresi proprio alla luce di queste due questioni. Da una prospettiva socialista, il sostegno all'Unione Economica e Monetaria poggia almeno egualmente sia sulla sovranità economica e politica che sull'efficienza economica o sulla costruzione dell'unità europea. Ciò non implica il «dibattito sulla sovranità» come viene comunemente inteso, per esempio, nel Regno Unito - vale a dire il dibattito sul trasferimento di poteri delle istituzioni nazionali alle istituzioni politiche europee. Di gran lunga più importanti sono le questioni concernenti quanto potere le istituzioni politiche nel loro complesso siano in di Derek Reed grado di esercitare sull'economia, e, di converso, quanta autonomia decisionale l'organismo politico debba avere nei confronti delle potenti forze economiche. Il punto di partenza di questo aspetto del dibattito è che l'internazionalizzazione dei mercati mondiali dei capitali, e delle attività economiche in generale, insidia in modo critico il potere dei governi nazionali nella gestione delle loro economie nazionali. Già a metà degli anni '70, il governo laburista inglese ha attraversato difficoltà nella conduzione della politica macroeconomica a livello nazionale, a fronte della crisi dei cambi e della crisi di bilancia dei pagamenti che hanno minato i suoi sforzi tesi al perseguimento dell'espansione economica e della piena occupazione. I socialisti francesi hanno sofferto una crisi analoga agli inizi degli anni '80, ed in ambedue i casi i dictat dei mercati dei capitali hanno introdotto cambiamenti radicali nelle politiche economiche sulle quali i governi socialisti erano stati eletti. Da allora, l'equilibrio dei poteri economici 'ha subito un altro mutamento significativo, allontanandosi ulteriormente dai governi nazionali. Vent'anni fa i movimenti internazionali del capitale per il pagamento di beni e servizi erano superiori ai flussi speculativi di dieci volte a uno; oggi il rapporto si è rovesciato. La crescente vulnerabilità delle monete nazionali agli attacchi speculativi indica una crescente impotenza dei governi nazionali a debellare le pressioni deflazionistiche imposte alla politica economica dai mercati dei capitali. Oltre a ciò, l'accresciuta dipendenza delle economie nazionali dal commercio estero registratasi negli ultimi anni ha ristretto il vincolo della bilancia dei pagamenti nella gestione economica. In questo scenario, l'Unione Monetaria Europea significa che le risorse combinate di tutti i 12 Stati sono disponibili a sostegno delle monete, con i tassi di cambio fissi, saranno eliminati i flussi di capitali speculativi tra gli Stati membri della Cee; e la creazione di un unico blocco monetario nella Comunità potenzialmente rafforza l'influenza che la Comunità può esercitare nella direzione di una più ampia riforma del sistema monetario mondiale. Questa riduzione del potere dei mercati dei capitali accrescerà altresì le possibilità di realizzare manovre di bilancio coordinate, come la sinistra ha sempre auspicato sin dagli anni '70. L'azione coordinata crea la possibilità di un'espansione economica senza catastrofi nella bilancia dei pagamenti, come avviene invece nel caso di iniziativa assunta da una singola nazione: al contrario della dipendenza delle importazioni dei singoli paesi comunitari, le importazioni nella Comunità nel suo complesso ammontano soltanto al 70/o della produzione comunitaria. L'Unione Economica e Monetaria può essere vista, allora, come una rivendicazione di maggiore spazio politico, che rende possibile un certo grado di dibattito politico e di capacità decisionale su materie economiche, rispetto alle quali negli ultimi vent'anni si è abdicato. Molte delle argomentazioni sulla forma che assumerà l'Unione Economica e Monetaria riguardano i termini in cui sarà esercitato questo potere rivendicato. In generale, i socialisti del Parlamento Europeo hanno fatto pressione per avere un massimo di democrazia
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