Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 18/19 - lug./ago. 1991

Festa contadina (Transilvania) orientale, ma che invece la guerra del Golfo ha particolarmente evidenziato facendo percorrere al processo unitario europeo un po' di strada a ritroso. Politica estera e politica di sicurezza europea sono tuttora fuori dal quadro comunitario: il tema principale della Conferenza intergovernativa sui problemi istituzionali è quello di realizzare, appunto, una politica comunitaria per le relazioni internazionali e per la sicurezza europea. Esiste già una politica di cooperazione politica europea, istituzionalizzata dall'Atto Unico del 1985,ma essa è fuori dall'ordinamento comunitario, così come non è la Comunità, ma l'Ueo - e cioè un'organizzazione internazionale con carattere paritario e basata sul metodo della cooperazione - che coordina gli Stati dell'Europa occidentale sui problemi della difesa, in stretta connessione con l'Alleanza atlantica. In realtà, il governo del Lussemburgo ha presentato un progetto di nuovo i).tJ, Bl:\~CO '-X11.nosso •U•~ihiii Trattato che dovrebbe unificare e sostituire i Trattati comunitari vigenti, risolvere i più urgenti problemi istituzionali, attribuire le nuove competenze e tendere a realizzare rapporti diversi all'interno delle istituzioni comunitarie disciplinandone più unitariamente le competenze. In effetti, si tratta di dare al Parlamento europeo un maggiore potere che realizzi un rapporto di codecisione legislativa insieme con il Consiglio dei Ministri e di consentire un rapporto fiduciario tra Parlamento e Commissione, embrione di un effettivo governo europeo, che dovrebbe essere costituita con la partecipazione attiva dello stesso Parlamento e non più soltanto per accordo fra gli Stati membri. Se questi sono gli obiettivi da raggiungere in seno alle Conferenze intergovernative, con l'attribuzione, fra le nuove competenze comunitarie, della politica estera e della difesa e l'istituzione dell'Unione economica e monetaria, i risultati appaiono fino ad ora distanti dalle prospettive indicate. V'è perciò qualche ragione di preoccupazione sia a proposito della politica monetaria, delle sue scadenze, delle sue garanzie, dei tempi di attuazione della Banca centrale e della moneta europea sia soprattutto per quanto concerne il passaggio effettivo all'Unione europea, anche se si sono fatti passi avanti importanti sul voto a maggioranza per la politica sociale, sulla cittadinanza europea, sulla politica dell'ambiente. In particolare, costituiscono motivo di preoccupazione le difficoltà riscontrate in materia di politica estera e di sicurezza comune che dovrebbero consentire alla Comunità di svolgere un ruolo politico sulla scena mondiale, la mancanza di chiarezza relativamente alla procedura di codecisione tra Parlamento e Consiglio e il rischio di ridurre il ruolo della Commissione a vantaggio del Consiglio europeo, con un regresso da un disegno sostanzialmente federale ad una prospettiva di tipo confederale ed intergovernativa. Unica garanzia in ordine alle soluzioni finali del progetto di un nuovo Trattato e delle conclusioni delle Conferenze intergovernative può essere data dalla prioritaria approvazione del testo di Trattato da parte del Parlamento europeo prima di procedere alle ratifiche di esso da parte dei Parlamenti nazionali, modo questo per sottolineare anche la collaborazione che deve esistere tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali e per consentire agli Stati di non ratificare un testo di Trattato che non trovi il consenso prioritario del Parlamento europeo. Come si vede, ancora una volta si presentano, per la verità, su un terreno più avanzato le difficoltà e i problemi che caratterizzarono i risultati della Conferenza intergovernativa di Lussemburgo del 1984-85 e la successiva approvazione dell'Atto Unico europeo: allora l'apertura verso la realizzazione del mercato interno costituì la prospettiva che fece pendere seppur di misura l'opinione pubblica interessata a favore del consenso verso il modesto documento prodotto; ora v'è da credere che al momento decisivo le prospettive indicate nel 1990 rendano maggiormente evidenti le ragioni più ambiziose che dovrebbero consentire di fare un passo avanti veramente decisivo verso l'Unione politica europea.

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