Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 18/19 - lug./ago. 1991

B _il.li, BIANCO '-Xli.ROSSO ill•iil•d resto dell'Italia e, naturalmente, dalla stessa Europa. Per misurarsi con questa Dc e con il suo sistema di potere c'è bisogno di nerbo, di uomini di forte temperamento, non di persone «tarate» o appesantite da un rapporto quotidiano con la stessa Dc, che, naturalmente, il «bambino» lo vuole uccidere in fasce, se è vero che il positivo risultato elettorale ,;;onseguito dal Psi in Pu- Contadina della Bielorussia (Urss) glia ha determinato la Dc a relegarlo alla opposizione. Volutamente non ho parlato delle altre forze politiche, perché di quelle cosiddette di «democrazia laica e socialista» si tratta prevalentemente di subalternità «centriste» alla Dc, mentre nel Pds per ora prevalgono, salvo rare ed intelligenti eccezioni, i furori antisocialisti e le spinte consociative. Quindi la «responsabilità» della inversione di tendenza possibile è prevalentemente del Psi, che al momento il problema non se lo è posto ancora, almeno non nei termini urgenti e pressanti che la questione merita. Ma il tempo di farlo è venuto e non solo perché c'è l' «occasione» del Congresso di Bari o la «riflessione» sui risultati recenti del referendum e delle elezioni in Sicilia: il problema attiene alla «qualità» del Mezzogiorno, al suo degrado civile, alla scadenza europea del '92, che rischia di marginalizzare ulteriormente questa area. Ma tutto passa per il rinnovamento della politica, per il recupero delle ragioni della politica, per la riconversione delle ragioni del consenso da una dimensione sostanzialmente clientelare all'altra più squisitamente politica. I socialisti possono guidare uno schieramento complessivamente di progresso, lo devono fare anche a rischio di ampie potature, che appaiono inevitabili soprattutto per recuperare credibilità. Parlavo di alleanze. La Chiesa si avvia a svolgere, almeno come messaggio, un ruolo sempre più importante. Ricordo la lettera dei Vescovi dello scorso anno, assolutamente puntuale, ed il forte discorso del Papa nelle sue visite a Napoli ed in Basilicata, allorché ha condannato senza mezzi termini l'assistenzialismo. Naturalmente senza nessuna «sanzione» per chi lo ha elevato a strategia! Ecco: la Chiesa, un alleato possibile. La Chiesa con i suoi mille fermenti, con i suoi mille preti intelligenti e coraggiosi, con i suoi tanti «volontari», che suppliscono in maniera, a volte, eroica alle insufficienze dello Stato, che, alla fine, finiscono per votare sempre e comunque la Dc, che riesce ad essere alternativa a se stessa presentandosi con le sue mille facce, una delle quali, sicuramente, va bene anche a questi protagonisti dell'azione della Chiesa. L'altro alleato possibile è la scuola, ma è sempre più difficile trovare entusiasmi in un ambiente frustrato da difficoltà di organizzazione, che alla fine (anche qui Pomicino fu «protagonista» come per i medici e per il pubblico impiego) trovano «consolazione» e ragioni di realizzare se stessi nel consistente aumento dello stipendio, eppure non vedo altri alleati possibili, intesi come istituzioni in grado di «formare» le coscienze. Si tratta, e non sarà semplice, di trovare credibilità verso l'una - la Chiesa - e dare motivazioni forti all'altra - la scuola - per un ragionamento complessivo, che investa soprattutto la «cultura» dei valori, finalizzata ad una diversa «civiltà» del tessuto sociale, fortemente condizionato dalla presenza della criminalità organizzata, che, quando non lo pervade del tutto, sicuramente genera fenomeni negativi, come l'indifferenza, l'individualismo senza respiro, che sfocia spesso in egoismo ed infine la rassegnazione. I risultati delle elezioni, a mio avviso, confermano la fondatezza del ragionamento: il partito, e mi auguro sia il Psi, che ne prenderà coscienza fuori dai tatticismi o dalle valutazioni meramente statistiche, diventerà il riferimento e la speranza per le energie, le intelligenze che non vogliono rassegnarsi ad un degrado senza fine e non vogliono leggere più che gli elettori hanno votato per la «stabilità».

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