_p.tJ. BIANCO '-Xli.ROSSO Ciiiiill Del Turco e le radici del riformismo N on è frequente, almeno da noi, in Italia, il caso di uomini politici, ed ancor più di leaders sindacali, che sappiano scrivere bene; ma talora capita. È quello, recente, di Ottaviano Del Turco, segretario generale aggiunto della Cgil. Il suo libro, «Onora il padre e la madre», si legge come un romanzo. Dentro c'è la storia personale e collettiva di un gruppo di persone che hanno sognato, negli anni, che l'Italia potesse cambiare in meglio. Ci sono pagine di racconto dei rapporti anche personali con la gente, con gli operai, con gli emigrati, che tuttavia evitano il rischio dei buoni sentimenti: la compostezza e la lucidità del discorso sono sempre presenti. Il sottotitolo dà una idea dei contenuti: «Riforme, riformismo, riformisti. Album di vecchie storie e nuove idee». Del Turco ripercorre, appunto come in un album di famiglia, la storia della Cgil, e attraverso essa, della società italiana degli ultimi decenni. Qualcuno ha giustamente osservato che questo non è un libro di ricordi, ma di memorie. I ricordi sono orientati verso il passato, mentre le memorie guardano attivamente al presente e al futuro. Interessantissime le pagine sul rapporto tra sindacato e partiti, non teoriche, ma scritte attraverso le vicende di singoli e organismi. Forte l'insistenza sull'autonomia del sindacato, dove appare chiara la polemica con un certo tipo di mentalità della componente comunista della Cgil, il cui scopo era sempre quello di far tornare i conti con il partito, e con il primato indiscusso della politica. Traspare da tutte le pagine la forza della convinzione dei limiti della politica, e insieme la fiducia che essa possa servire alla trasformazione della società per rendere più vivibile la vita di tutti. Il riformismo di Del Turco, in questo senso, ha più domande da porre che risposte da offrire, e perciò può essere un ottimo invito a dialogare, non solo, ma anche a collaborare operativamente con chi ha idee diverse su tanti problemi, e visioni del mondo non in tutto coincidenti. Un'ultima nota: il richiamo alle «radici», al •. 78 - .., - -- - - - - -- «padre» e alla «madre», che nel pensiero di Del Turco sono Pietro Nenni e Giuseppe Di Vittorio, ha un grande valore politico per il riformismo della sinistra italiana di oggi, perché sottolinea il legame con la gente minuta e umile, da una parte, e il coraggio di andare contro il potere dall'altra, senza aver timore di aprire strade nuove e mai percorse. Queste sono radici vere, e fa bene a tutti, oggi, tornare a pensare politicamente anche in funzione di esse. (G.G.) O. DEL TURCO, Onora il padre e la madre. Riforme, riformismo, riformisti. Album di vecchie storie e nuove idee, Sperling e Kupfer, Milano 1991, pp. 168, E 24.500.
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