Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 17 - giugno 1991

movimenti integralisti del mondo musulmano dal Marocco alle Filippine. Rivelazione, dunque, sconvolgimento radicale dei valori, inaudito elettroshock. Ma anche l'inizio di un chiarimento. Una sorta di cristallizzazione è cominciata in quel medio Oriente che di fatto va dalla Mauritania alla Cina. Per i movimenti integralisti dell 'Africa del Nord i risultati non si sono fatti attendere: in Algeria il Fis, con le sue masse che si sono risvegliate di soprassalto, si è frantumato e il discorso che portava avanti è venuto meno. L'ultima manifestazione, che voleva essere insurrezionale, ha avuto luogo il 7 febbraio e si è rivelata un fallimento lampante: 50000 persone, invece dei 5 milioni che ci si aspettava! In Tunisia la Nahda si è sgretolata e i suoi leaders hanno dato le dimissioni all'indomani della «vittoria» americana. Così, se questa guerra del Golfo è costata più di 150.000 morti iracheni ed ha comportato la distruzione dell'unico paese arabo che marciava veramente verso la modernità e la laicità, ha comunque permesso questa rivelazione, questo chiarimento e soprattutto questa cristallizzazione che è solo all'inizio. Sebbene Saddam Hussein fosse un dittatore (ma quale paese arabo i.).t.t BIANCO lXltllOSSO i Miifff)41 liiitiM UU e musulmano non è governato da un dittatore?!), egli era portatore di un progetto veramente moderno che poteva fungere da baluardo contro la proliferazione di un integralismo fanatico, aggressivo, incolto e barbaro. Un integralismo programmato e finanziato dal famoso «piccolo» Kuwait, incancrenito dalla dissolutezza, dalla corruzione e dalla perversione ... Molti Arabi e Musulmani non sapevano che tutto il denaro dei regni e degli emirati del Golfo era custodito in Europa e negli Stati Uniti. Molti Arabi e Musulmani ignoravano che il re Fahd, guardiano dei luoghi santi, non era che una marionetta nelle mani dell'America. Molti Arabi e Musulmani ignoravano che quei re e quegli emiri passano la loro vita nel casinò di Nizza e Las Vegas, e che sono i clienti migliori dei bordelli parigini e amburghesi. Molti Arabi e Musulmani ignoravano che i re del Golfo fanno di tutto perchè il prezzo del barile di petrolio sia il più basso possibile, sì da asfissiare l'economia dei paesi arabi e del terzo mondo. La guerra del Golfo ha rimesso le cose in questione e le coscienze all'erta, ha operato questa rivelazione, ha permesso di fare il punto dell'intera situazione, ha avvicinato la verità sociale e politica al proprio destino. Dopo il 1967 la disfatta araba ad opera di Israele ha segnato la fine del nazionalismo arabo. Il vuoto creato in questo modo è stato presto riempito dall'integralismo islamico, grazie ad un antico piano elaborato negli anni Trenta dall'Arabia Saudita e dalla Gran Bretagna e successivamente dal1'Arabia Saudita e dagli Stati Uniti, negli anni Settanta. Con la guerra del Golfo, quella realtà negata con ostinazione dai capi integralisti si è manifestata completamente. Ma se il mondo arabo-musulmano ha capito tutto questo, ha fatto altrettanto l'Occidente? È l'Occidente stesso, infatti, che ha innescato il fanatismo musulmano, l'ha nutrito, l'ha propagato per l'interposta persona dei Sauditi e dei Kuwaitiani... Per noi intellettuali arabi, che abbiamo scelto la modernità, il progresso e l'autenticità, si è aperta la frattura con l'integralismo musulmano. Tutto questo, però, è soltanto l'inizio? La guera del Golfo ha restituito alla storia la passione del movimento e dello slancio. Kurdi:un popolo senza patria Pubblichiamo di seguito una scheda sulla vicenda storica del popolo Kurdo. Ad essa va aggiunto, per completezza, il recente "accordo" firmato dal governo dell'Iraq con il leader kurdo Jalal Talabani, che dovrebbe (visti i precedenti il condiziona/e è d'obbligo) avviare a soluzione la questione della sopravvivenza e di una relativa autonomia del popolo Kurdo. Ripartiti tra l'Iran, la Turchia, e l'Iraq, i Kurdi hanno una lunga storia. La nascita mitica di questo popolo risalirebbe al 21 marzo 612 a.C. Parlano una lingua indo-europea, convertiti in larghissima maggioranza all'Islam Sunnita, abitano in regioni montagnose di difficile accesso e non hanno mai costituito una entità politica unificata. Il loro numero è oggetto di grandi controversie per chiari motivi politici. In particolare in Turchia dove la loro esistenza in quanto minoranza etnica incomincia appena ad essere riconosciuta. A giudizio delle organizzazioni kurde sarebbero 10 milioni in Turchia, 6 milioni in Iran e 3 milioni in Iraq, ai quali bisogna aggiungere le due comunità di Siria (800.000) e dell'Unione Sovietica (350.000). A seguito della prima guerra mondiale e dello smantellamento dell'Impero Ottomano gli alleati pensavano di creare un Kurdistan indipendente. Il 10 agosto 1920 il trattato di Sèvres firmato con la Turchia prevedeva la creazione di un Kurdistan autonomo nell'Est dell'Anatolia e nella provincia di Mossoul, ma la ribellione di Mustafà Kemal e la sua vittoria condussero al trattato di Losanna del 1923 ed all'abbandono dei diritti kurdi. Solo il nuovo Stato irakeno, sotto mandato britanni-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==