Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 17 - giugno 1991

zione di popolazione e lavoratori all'interno del mondo arabo, ciò potrebbe alleviare e ritardare la crescente problematica del lavoro nei paesi suddetti, ma non avviarla a progressiva soluzione. Si è detto che occorrono strategie che migliorino le prospettive di crescita dell'occupazione; ciò significa che occorre il più possibile realizzare, specialmente nei paesi a maggiore crescita dell'offerta di lavoro (per l'eredità lasciata dalla crescita demografica in buona parte già avvenuta), tassi di sviluppo produttivo il più possibile prossimi al + 50Jo medio annuo a prezzi co- ,{)!t BIANCO lXltROSSO i I ii B1d1i••~,tunGll stanti (se non addirittura al di là di esso), nonché strutture produttive che (senza sacrificare il perseguimento del progresso tecnico in senso lato) conducano ad elasticità dell'occupazione rispetto al prodotto relativamente elevata. Ciò comporta l'esigenza di un profondo rinnovamento delle strategie di sviluppo nei paesi arabi e nell'impostazione/realizzazione dei sistemi di aiuto/collaborazione tra Occidente e Mono Arabo. A quest'ultimo proposito, è opportuno sottolineare che un decisivo salto di qualità si potrà avere soltanto quando i paesi europei, gli Usa ed il Giappone, partiranno dal presupposto che i paesi arabi dispongono di un potenziale formidabile di sviluppo industriale ed agricolo, per cui deve essere ritenuto inevitabile che, entro un tempo non molto lontano, essi competano sui mercati mondiali alla pari dei paesi maggiormente industrializzati offrendo un'ampia gamma di beni e servizi, così come è avvenuto per vari paesi dell'Estremo Oriente. (1) Cfr. i dati e le osservazioni contenute nel fascicolo n. 7-8, luglio-agosto 1991, dedicato a «I mercati del lavoro nell'Est e nell'Urss». La guerranel Golfo è solo l'inizio di Rachid Boudjedra Pubblichiamo volentieri questo articolo del notissimo scrittore arabo Rachid Boudjedra sulle ripercussioni, reali epossibili, della Guerra del Golfo nel mondo intellettuale islamico. È un articolo duro, e provocatorio, per il modo con cui da noi l'opinione pubblica ha come "archivipto" la vicenda. Anche se non siamo d'accordo con certi giudizi di Boudjedra riteniamo utile ai nostri lettori conoscere le sue tesi, per quanto scomode. L a guerra del Golfo ha rivelato molte cose e ha rappresentato una verifica sia per l'Oriente che per l'Occidente. Se da un lato il modello occidentale ripugna, dall'altro ha affascinato un certo numero di intellettuali arabi male dirozzati e male decolonizzati. Ihn Khaldam, storico del XIV secolo, già affermava: «Lo stravolgimento del vinto ad opera del vincitore è una costante umana verificata nel corso di tutte le guerre». Fanon ripeteva la stessa cosa parlando del «complesso del colonizzato». Questa guerra del Golfo ha rivelato dunque molte cose. Paradossalmente, è nei paesi sottosviluppati che concetti politici come imperialismo, egemonia, neocolonialismo sono caduti in disuso. Abbagliati dai miti dell'Occidente come la democrazia, la libertà d'espressione, l'oggettività dell'informazione, il consumismo, l'intellettuale arabo si è risvegliato grazie alla guerra del Golfo. Ha capito che c'era una parte di mistificazione e di subdola propaganda nel discorso politico generale dell'Occidente. Ha constatato de visu di essere stato abbindolato, ingannato e ridicolizzato. La disinformazione, il discorso egemonico americano, lo sprezzo delle regole della guerra, il complesso del guerriero, la barbarie distruttrice dei bombardamenti occidentali: tutto ciò che credeva rimosso per sempre dalla coscienza occidentale l'ha ricevuto nel giro di sette mesi e in un sol colpo. I miti si sono infranti. Il trauma è stato terribile, e le ferite sono state aperte in profondità. Per l'intellettuale islamista si è infranto un altro mito: quello dell'unità a; 04 - - - --- - - - - -- dei musulmani, il concetto di Umma. La base dei movimenti integralisti, cioè tutti quei giovani spesso manipolati dai capi ossessionati dal potere e attratti dalla politica, hanno visto insozzare i loro ideali religiosi. Così, musulmani fanno la guerra ad altri musulmani; le prostitute di Amburgo e di Amsterdam sono venute a sporcare la terra santa d'Arabia; le famiglie Saud, Al Sabah e tutti quanti non erano altro che dei lacchè, delle marionette nelle mani degli americani, dei francesci, degli inglesi e degli altri. Ecco che trenta paesi occidentali possono unirsi per compiere un genocidio, per distruggere un paese musulmano, per annientarlo e cancellarlo dalla carta geografica, con l'aiuto dei boia sauditi che fino a ieri venivano considerati sacri, che organizzavano, sponsorizzavano e finanziavano tutti i

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