Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 17 - giugno 1991

.{)!I, Bl.\:\ICO lXll,HOSSO iiikiiiib rivendicative e propositive. Una strategia sindacale di solidarietà e di diritti si esprime innanzi tutto in queste coerenze e non in una facile sommatoria di interessi. Il principio di solidarietà è in primo luogo un principio di trasparenza che non si risolve nel vecchio compromesso consociativo di giusto e ingiusto, di vecchio e nuovo, di marginalità con corporativismo. Può sembrare astratto e snobistico un riferimento ai modelli culturali, ma la scommessa aperta con il congresso Cgil sta anche nell'abbandono di questo retaggio consociativo. Altrettanto essenziale appare la capacità di rielaborare una cultura dell'unità sindacale, con una riflessione che parta dalla constatazione che non ci sono più divergenze, o diff erenze politiche, o identità, che impediscono di prevedere questa possibilità. Si può dire di più: restare divisi è una prospettiva senza senso. È impossibile restare divisi, a meno di un calcolo meschino sul ruolo della Cgil e del sindacato in un'ottica da Cgt. Il congresso Cgil può essere l'occasione per ricreare il bisogno, il desiderio, la necessità di essere uniti. Dove va la Cisl? di Paolo Giammarroni I l cambio della guardia tra Franco Marini e Sergio D' Antoni alla guida della Cisl, con la promozione di Raffaele Morese a segretario generale aggiunto, è avvenuto senza traumi. La soluzione maturava da tempo e se ne discutevano solo le possibili scadenze. L'improvvisa morte di Donat Cattin ha solo accelerato una scelta personale di Marini, non ignota all'organizzazione, verso l'attività politica nella Dc. Solo la Confindustria è rimasta imbarazzata e sorpresa dalla quasi contemporanea scelta di Marini come ministro del Lavoro, piuttosto che del Mezzogiorno (a cui lui stesso sarebbe andato con minori remore), in un governo dove lo stesso partito ha confermato un ex-manager privato come Guido Carli al Tesoro. Ma dove va la Cisl del dopo-Marini? Larisposta deve essere necessariamente articolata. Troppi i fattori in campo per avventurarsi in profezie. Allo stesso tempo mancano particolari segnali «pubblici» che si possano valutare nel merito. L'avvicendamento assume oggi un aspetto «naturale», eppure sarebbe arduo spiegare dove e come esso sia stato deciso. La consultazione ha avuto andamenti rapsodici, senza sviL ... - --- - - - - -- <> luppare quel dibattito politico interno agli organismi che permettesse di avere un reale arco delle posizioni esistenti. Di certo il passaggio appare non traumatico e dunque moderato più di quanto i tempi stretti dell'operazione possano far pensare. Più che interrogarsi se altre soluzioni fossero possibili o auspicabili, qui vale la pena segnalare alcuni punti critici, su cui da subito il «ricambio» dovrà fare i conti e mostrare la propria validità. Il gruppo dirigente. Si parla di un avvicendamento a tempi rapidi di gran parte dell'attuale segreteria confederale, vuoi per scadenze di mandati, vuoi per scelte personali. Il prossimo congresso potrebbe definitivamente sancire un gruppo dirigente di 40enni. L'elezione di D' Antoni e Morese appare in questa dinamica, allo stesso tempo, l'ultimo atto di un precedente processo interno (quello che portò ai vertici Camiti e Marini) e il primo di una fase nuova, di rimescolamento delle carte. Come verranno scelti i prossimi dirigenti? Chi conosce la Cisl da vicino sa che qui il consenso è una cosa seria, difficile da improvvisa-

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