Restauratore di bambole - Napoli i>lt Bl:\~CO l.XltBOSSO •ir•~tJhh1 bilità di scegliere tra l'adesisone al sistema pubblico (per quanto riguarda la quota di contribuzione pensione «additional» collegata alla retribuzione) e quella ad un «occupational pension scheme» aziendale (o, dal 1986, ad un piano pensionistico individuale). Grazie alla politica di incentivi i fondi pensione e le assicurazioni vita figurano oggi in Gran Bretagna tra i principali operatori finanziari raccogliendo il 700/odei risparmi netto delle famiglie e fornendo quasi il 40% del risparmio complessivo nazionale. Pensioni italiane e problematicaeuropea 1. Il processo di integrazione europea, al quale l'Italia partecipa, vive nel corso del 1991una serie di impegni importanti, specificatamente, la predisposizione, attraverso la modifica del Trattato di Roma del 1958, degli organismi e delle procedure atti a realizzare i molteplici e importanti obiettivi che la Comunità .europea intenda perseguire in campo economico e in campo politico. A tale scopo hanno avviato i propri lavori, all'inizio dell'anno in corso, due Conferenze intergovernative. In questa rapida nota, non si intende e non si può ragionare su tutte le tessere che formano un così vasto mosaico. Ci proponiamo di richiamarne una sola, quella fiscale. È questa una materia connessa alla realizzazione dell'Unione economica e monetaria (Uem); cioè, di un'area geografica senza frontiere, coordinata a livello di politiche macroeconomiche ed ancorata ad un tasso di cambio fisso tra le monete degli Stati membri. Noi sappiamo che lo strumento tributario rappresenta una leva fondamentale dell'operatore pubblico nelle economie sviluppate. Esso interviene nella politica di bilancio, di Marina Ricciardelli nell'indirizzo di scelte per l'impiego delle risorse, nel finanziamento della spesa pubblica corrente, nei processi di redistribuzione del reddito e l'elenco potrebbe continuare. Si tratta quindi di capire in che modo il fisco, che inoltre rappresenta da sempre, come l'emissione di moneta, la sovranità di uno Stato, si possa inserire e venire a mediazione con un quadro politico ed economico teso appunto a superare i confini nazionali ed a traslare a livello sovranazionale determinate competenze. In questo senso, la riflessione sullo strumento fiscale diventa anche una chiave interpretativa dell'impostazione politica e culturale sottostante la costruzione dell'Unione economica e monetaria. Ma la nostra lettura vuole prendere un'angolazione precisa. La scelta è necessaria altrimenti, ci perderemmo, anche avendo scelto un solo tema di riflessione, per la molteplicità degli aspetti che esso investe e che dianzi abbiamo parzialmente richiamato. Cercheremo di valutare in che modo le linee di politica fiscale messe a punto per la realizzazione dell'Uem creino novità per certe categorie di contribuenti. Scegliamo in proposito di volgere l'attenzione ai pensionati, una quota della popolazione di estremo rilievo in tutti i paesi, inserita quindi nel dibattito politico e culturale e nella costruzione di linee evolutive della società ma più emarginata rispetto al mercato della produzione. È interessante vedere in che modo essa possa essere condizionata da tutte quelle scelte economiche, ivi comprese quelle tributarie, che dovrebbero riguardare tale mercato. Le nostre osservazioni si rivolgono all'Italia. Notevoli analogie possono presentarsi, a nostro modo di vedere, negli altri Stati. Ricordiamo che i pensionati superano, nel nostro paese, i 13 milioni di unità. Si tratta quindi di una vasta platea di contribuenti per la quale possiamo fornire qualche notizia. I dati sinteticamente richiamati nel prosieguo sono desunti dalle statistiche fiscali del ministero delle Finanze. Non prendono in considerazione, quindi, né i pensionati sotto il minimo imponibile, che cioè non pagano l'Irpef né coloro che, avendo la propria pensione erogata da
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