quello percepito durante la vita attiva. Dall'altra, le imprese vedono favorevolmente lo sviluppo di forme di raccolta di risparmio a medio e lungo termine indirizzate verso forme di gestione a capitalizzazione. Il sistema economico europeo si troverà infatti nei prossimi anni di fronte all'aumento della domanda di capitali necessaria per i) portare a completamento il processo di unificazione del mercato europeo; ii) assicurare la liquidità, a costi contenuti, per garantire un elevato tasso di innovazione necessario a rafforzare la posizione delle imprese europee sul mercato mondiale; iii) assicurare le risorse per finanziare il processo di integrazione dell'est europeo e ridurre gli squilibri Nord/Sud. A fronte di questi impegni gli organismi istituzionali della Cee non hanno ancora risolto il problema della riforma del sistema di sicurezza sociale a livello comunitario, come anche testimonia lo scarso spazio dedicato a questo tema dalla «Carta Comunitaria dei diritti sociali», adottata nel dicembre 1989 da 11 paesi membri con la sola esclusione della Gran Bretagna. Maggiori elementi di definizione sono invece contenuti nella bozza di direttiva sui fondi pensione elaborata in sede Cee, e attualmente all'esame dei paesi membri. Essa stabilisce, se approvata nella sua attuale formulazione, la libertà di investimento oltre i confini nazionali, e la libertà di adesione a fondi pensione di un qualsiasi paese della Cee, opportunità che permetterebbe la creazione di fondi pensione a livello europeo. I ritardi nella emanazione di una normativa unificata, registrati a livello comunitario, saranno probabilmente rimossi quando l'effettivo avvio dell'unificazione dei mercati non consentirà la convivenza di sistemi pensionistici così diversi che determinano, tra l'altro, differenti rendimenti del risparmio previdenziale. Queste disparità risulteranno difficilmente giustificabili nel momento in cui l'integrazione europea aumenterà ulteriormente il grado di interscambio della manodopera e dei capitali. Inoltre, l'adozione del principio di mutuo riconoscimento delle legislazioni, estenderà l'offerta su tutta l'area europea di prodotti di risparmio previdenziale - soprattutto di carattere privato - oggi diffusi solo nei paesi che tradizionalmente hanno conosciuto un .{)_tJ. 81.\~CO lXII.HOSSO •II•~iOld Tab. 2. Incidenza OJodei premi ramo vita sul Pii (dati 1986) Irlanda 4,99% Regno Unito 4,95% Paesi Bassi 2,67% Germania 2,53% Francia 1,83% Danimarca 1,75% Belgio 1,10% Lussemburgo 0,93% Spagna 0,45% Italia 0,40% Grecia 0,35% Portogallo 0,26"1o maggiore sviluppo di forme assicurative e previdenziali aggiuntive. Attualmente la realtà della Cee in campo previdenziale è caratterizzata da realtà molto differenti. Se ad esempio l'Italia costituisce in questo panorama un estremo delle possibili configurazioni che può assumere un moderno sistema pensionistico, con una copertura previdenziale quasi per intero assicurata dall'intervento diretto dello Stato, sul versante opposto la Gran Bretagna ha costruito un sistema misto in cui è più rilevante l'apporto delle istituzioni private (Fondi pensionistici aziendali e compagnie di assicurazione). Tra questi due estremi si collocano, pur con forti caratterizzazioni nazionali, i sistemi previdenziali degli altri dieci paesi. Sul versante più specifico della previdenza complementare si hanno da una parte normative, come quella inglese, tedesca, olandese e francese, che determinano in modo dettagliato lo spazio assegnato ai regimi complementari, e dall'altra quella di paesi, come la Spagna e il Portogallo che solo di recente ha introdotto elementi di riferimento per la previdenza integrativa. Vi sono poi infine realtà, come quella italiana e greca, dove non esiste alcuna forma di regolamentazione per le forme previdenziali complementari. Le differenze esistenti riguardano sia la previdenza collettiva aziendale (II pilastro) sia i piani di pensione individuali (III pilastro). Per quanto riguarda in particolare questo ultimo aspetto occorre sottolineare soprattutto il diverso livello di diffusione delle forme di risparmio previdenziale, che può essere in via approssimativa espresso dai dati relativi alle assicurazioni vita (tab. 2). Oltre a questo un altro elemento di differenziazione tra i vari paesi riguarda lo sviluppo delle diverse istituzioni preposte alla gestione del risparmio previdenziale; a fianco infatti dei servizi offerti dalle compagnie di assicurazione, in molti paesi le legislazioni hanno previsto la presenza sul mercato del risparmio previdenziale di numerosi operatori (banche, assicurazioni, fondi comuni, ecc.), in modo di garantire, allo stesso tempo, maggiori margini di scelta per il risparmiatore e un maggiore livello di concorrenza tra gli operatori finanziari. Proprio il mercato della previdenza individuale è destinato nei prossimi anni a subire dei profondi cambiamenti sia per le modifiche legislative che saranno introdotte nelle normative di quei paesi che non hanno ancora una disciplina specifica per questo settore, sia soprattutto per effetto dei cambiamenti strutturali che stanno interessando il settore stesso. Per rimanere solo al caso più emblematico si può far riferimento a quanto sta avvenendo all'interno del mondo assicurativo e di quello bancario con la nascita di un unico grande settore integrato che comprende i servizi erogati dai due settori. Probabilmente ciò porterà le imprese che usciranno da questo processo di ristrutturazione a candidarsi al ruolo di principali concorrenti dei sistemi pensionistici pubblici in termini di raccolta di risparmio previdenziale, grazie alla diffusione territoriale della rete di vendita e alla diversificazione dei prodotti che saranno in grado di assicurare. Per concludere, nell'ultima parte, esamineremo più in dettaglio qualche esempio nazionale. Francia Gli istituti previdenziali complementari francesi rappresentano un aspetto peculiare nel panorama europeo, in quanto la leggefissa, dal 1972,l'obbligo per tutti i lavoratori iscritti al regimegenerale di base, l'obbligo di aderire a un fondo complementare. I sistemi complementari aziendali in Francia hanno anzitutto la funzione di integrare leprestazioni erogate dal sistema pubblicodi base portandole a un livello omogeneo con quello degli altri paesi europei.
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