Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 17 - giugno 1991

del tasso di interesse degli investimenti di lunga durata. In particolare nei Fondi è necessario non solo e non tanto prevedere il «trend» dei tassi reali, ma riuscire ad ottenere rendimenti reali positivi nell'investimento delle proprie disponibilità. Obiettivo assai arduo da conseguire talché, negli Stati Uniti, ove per la grandiosità del fenomeno dei Fondi Pensione si presta molta attenzione a questi problemi, si ritiene a volte come perduta in partenza la battaglia per ottenere tassi reali positivi nei periodi di inflazione a tassi elevati. La differenza più rilevante tra importanti Fondi e le Compagnie di assicurazione sulla vita consiste nel fatto che i primi adottano sistemi finanziari misti, parte a capitalizzazione e parte a ripartizione, questo tipo di gestione, permette di fronteggiare quelle prestazioni che richiedono oltre alla mutualità assicurativa, interventi di solidarietà (es. minimo vitale). I Fondi che attuano in proprio il principio assicurativo e gestiscono le risorse raccolte, entro i limiti dell'ap- ~.tt Bl.\~CO l.Xll,HOSSO ■ it•#hlii plicazione della legge dei grandi numeri e delle economie di scala nella gestione delle risorse, assumono un ruolo autonomo rispetto agli altri operatori del mercato finanziario e si possono senz'altro annoverare tra gli investitori istituzionali. I Fondi che applicano il principio assicurativo al proprio interno, ma non la gestione finanziaria dei contributi, oppure quelli a contributi definiti che non hanno l'opzione assicurativa ed egualmente delegano quella finanziaria, utilizzando i servizi dei vari gestori di patrimoni. I Fondi che destinano i contributi alla stipula di contratti assicurativi non attuano una specifica attività di intermediazione finanziaria, ma si limitano ad alimentare quella delle compagnie del ramo vita. Considerazioni finali ed alcuni auspici... Tutte le considerazioni che precedono tengono in considerazionel'attuale situazione di incertezzanormativa esistente. Questo modesto contributo vorrebbe aggiungersi alle numerose voci che già invocano l'urgenza dell'intervento del legislatore in materia di previdenza integrativa. Con due specificazioni. In primo luogo il legislatore dovrebbe confermare la scelta già effettuata nei precedenti progetti di legge sulla previdenza integrativa e complementare che prevede una pluralità di tecniche di gestione e di operatori professionali. La tecnica assicurativa non è l'unica possibile per il perseguimento del fine previdenziale. Il secondo principio dovrebbe ispirarsi all'equità, o meglio alla neutralità fiscale rispetto agli investimenti e rispetto alle prestazioni. Solo così il fine previdenziale, cioé quello meritevole di agevolazioni fiscali, potrà essere perseguito con efficienza ed economicità. A parità di condizioni, senza squilibri di carattere fiscale, prevarrà il tipo di gestione in grado di offrire il miglior rapporto costi/benefici a vantaggio di tutti. Autogestione o gestione assicurativa? Le Tipologie di gestione Le esperienze esistenti in Italia relativamente alle modalità di gestione dei «fondi pensione» fanno sostanzialmente capo a due tipologie: l. quelli presenti in una parte del sistema bancario (soprattutto nelle banche di più lunga tradizione), che gestiscono direttamentesia l'amministrazione delle singoleposizioni sia gli investimenti finanziari delle riserve; 2. quelli di più recente costituzione che sono presenti nei settori industriale/commerciale e, talvolta, in banche - - - - di Guido Laudini di più ridotta dimensione, che si affidano a convenzioni assicurative per la gestione dei programmi previdenziali e l'erogazione delle prestazioni. All'interno di questa distinzione, che è schematica, esistendo in entrambi i campi degli esempi originali e non coincidenti con la tipologia prevalente, spesso si ritrovano: a. nel campo dei «fondi pensione» per così dire «autogestiti», quelli a prestazione definita, più propriamente detti «integrativi». b. tra quelli "assicurativi" che sono generalmente a contribuzione definita, -H quelli con prestazioni finali legate ai versamenti individuali ed alla capitalizzazione degli stessi. In questo caso si può più correttamente parlare di «fondi aggiuntivi». La tendenza generalmente riconosciuta come oggi prevalente è quella di un affermarsi delle soluzioni a «contribuzione definita». Tutti gli esempi più recenti di un qualche rilievo sono infatti riconducibili a tale tipologia (Dirigenti Industriali - Previndai, Ibm, Dow-Lepetit). Non solo: parecchie delle Banche che hanno in vigore dei «fondi integrativi»

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