Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 17 - giugno 1991

b. Un secondo metodo (Fondo interno) consiste nell'iscrizione degli accantonamenti (riserve) all'interno del bilancio aziendale; le riserve vengono alimentate ogni anno, in relazione agli impegni assunti per le prestazioni pensionistiche ed i relativi pagamenti sono addebitati alle riserve. Si tratta di una forma di autofinanziamento dell'azienda che può disporre, a basso costo, di mezzi finanziari tanto più rilevanti quanto maggiore è la dimensione aziendale. Lo svantaggio per l'azienda di tale impostazione è l'assunzione diretta, non tanto della gestione, ma anche del rischio connesso all'impegno previdenziale. È evidente che, se l'azienda fallisce, i lavoratori non hanno alcuna garanzia di veder soddisfatti i loro diritti. c. Il terzo metodo, il più diffuso, prevede la costituzione di un Fondo esterno al quale affluiscono i contributi dell'azienda e dei lavoratori. Per l'ente in questione, data la rilevanza quantitativa assunta e la pervasività in tutti i settori economici, pubblici e privati, vale la pena di procedere ad ulteriori specificazioni. Fondo esterno a gestione autonoma Ha per oggetto sia la gestione del rapporto pensionistico, dalla raccolta delle contribuzioni alla gestione finanziaria previdenziale, alla effettuazione delle prestazioni, sia la gestione degli investimenti (mobiliari, immobiliari ... ) ossia l'impiego delle risorse che il sistema a capitalizzazione consente di accumulare. Questo tipo di Fondo consente una condivisa soluzione al problema connesso con la necessità che negli organi decisionali siano rappresentati i soggetti che concorrono al finanziamento del Fondo. Necessità fortemente rivendicata dal sindacato e costantemente recepita dai progetti di legge via via presentati in Parlamento. Sia pure in assenzadi una disposizione speciale, deve comunque precisarsi che, in ottemperanza all'art. 11dello Statuto dei Lavoratori, la maggioranza dei componenti gli organi di gestione deve essere attribuita ai rappresentanti dei lavoratori. Fondo esterno a gestione autonoma e unificata La soluzione appena prospettata è sta- __ , _____ - - - - -- i.).tt BIANCO lXlt ROSSO •h•#iiid ta adottata anche per Fondi che riguardino una pluralità di imprese (es.; Fiprem, Fondo di gruppo del Credito Italiano); si è così ampliato il numero di iscritti associati al Fondo e si sono ipotizzate norme specifiche per consentire una presenza negli organi di gestione capace di riflettere il diverso peso contributivo dei lavoratori delle varie aziende partecipanti al Fondo. Fondo esterno a gestione separata In questa soluzione i rappresentanti dei datori di lavoro e soprattutto dei lavoratori vedono ridimensionato il potere di gestione delle risorse del Fondo, potendo influenzare la politica degli investimenti solo intervenendo nelle scelte che il Fondo compie nell'ambito del rapporto con l'ente al quale è affidata la politica degli investimenti (convenzioni). In questa ipotesi, tuttavia, è possibile avvalersi di specializzazioni professionali più difficili da acquisire nell'ambito del Fondo esterno a gestione autonoma, soprattutto se quest'ultimo appartiene a settori diversi da quello dell'intermediazione finanziaria. I preposti alla gestione: le persone Si possono individuare i gestori tra coloro i quali: - esercitano il controllo ed il potere discrezionale sulla gestione del patrimonio del Fondo; - forniscono consulenza sugli investimenti del Fondo; - sono investiti di potere discrezionale nell'amministrazione del Fondo. Nella realtà italiana, la legge nulla dispone circa i requisiti professionali e di onorabilità degli amministratori dei Fondi integrativi. Gli Statuti ed i Regolamenti di ciascun Fondo prevedono che gli amministratori devono adempiere i propri doveri in ottemperanza ad alcuni principi di comportamento generalmente accettati e rispettati, che possono essere così riassunti: 1. Operare unicamente nell'interesse dei partecipanti e dei beneficiari del Fondo con la finalità esclusiva di erogare prestazioni. 2. Seguire la regola del «buon padre di famiglia» per cui l'azione sarà improntata, secondo le circostanze, da attenzione, capacità, prudenza e diligenza che un uomo accorto, agendo in analoJCJ ga funzione e dotato delle relative conoscenze in materia, userebbe per la conduzione di un'impresa a carattere analogo e con finalità analoghe. 3. Gestire le attività del Fondo diversificando gli investimenti al fine di minimizzare il rischio di forti perdite. 4. Operare in armonia con lo Statuto e le indicazioni degli Organi che governano il Fondo. Il «know-how» per la gestione dalla parte dei lavoratori Come si può facilmente arguire le questioni da affrontare, dal punto di vista della gestione, cambiano notevolmente a seconda del tipo di Fondo preso in considerazione. In generale si può affermare che va senz'altro sostenuta la tendenza di incrementare le competenze tecniche all'interno degli organismi preposti alla gestione ed all'amministrazione. È però opportuna la distinzione tra i compiti di indirizzo strategico e di controllo e quelli di gestione operativa delle risorse e dei benefici. Tale separazione tra i due momenti acquista un significato decisivo nel caso di affidamento all'esterno della gestione operativa stessa. Anche per i Fondi che operano tale scelta vi è la necessità di rafforzare le competenze tecniche, in quanto anche il controllo sulle scelte di gestione effettuate da operatori professionali esterni richiede comunque competenze tecniche dello stesso tipo. I gestori professionali («depositari»): meglio la pluralità Un'accattivante campagna pubblicitaria promossa dalle compagnie di assicurazione e la messa in moto della poderosa macchina del «marketing previdenziale» hanno alimentato una nuova attenzione da parte dei lavoratori, delle imprese e dei risparmiatori per la previdenza integrativa a capitalizzazione. Nonostante l'assenza di significativi incentivi, anzi in presenza di nuovi ostacoli (es. la recente sentenza della Consulta sulla contribuzione previdenziale), la previdenza integrativa ha registrato una espansione molto elevata negli ultimi anni. In particolare sono apparsi sul mercato nuovi prodotti o nuovi operatori professionali tesi a catturare l'enorme potenziale.

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