Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 17 - giugno 1991

Salario e previdenza integrativa Alla vigiliadella trattativa emblematicamente definita vertenza del giugno 1991, voglioribadire che la scelta partecipativa ed i conseguenti temi dell'accumulazione e della previdenza integrativa rappresentano temi centrali del confronto. Penso che i numerosi problemi esistenti possano alla fine trovare concordi le parti, anche se con prevedibili grandi difficoltà, nell'individuare le giuste strategie per la loro soluzione. L'impostazione del sindacato mi sembra corretta ed accettabile; gli imprenditori non dovrebbero muovere obiezioni di principio o pregiudiziali. Se le intese saranno di carattere programmatico, un grande sforzo di fan- ~JJ-IU\~CO l.XltHOSSO 1111 #0111 tasia, di intelligenza e anche di iniziativa sarà richiesto a breve ai lavoratori, al sindacato, agli imprenditori ed al legislatore stesso. Osservazioni finali Dato che l'analisi completa della problematica della democrazia economica legata all'accumulazione derivante dalla previdenza integrativa esula dai limiti imposti al mio intervento, riassumo alcuni concetti. Nonostante le difficoltà tipiche di un periodo di incertezza, di confusione e, comunque, di transizione da una situazione giudicata carente ad un'altra ritenuta migliore, non è mai troppo tardi per riflettere sulla possibilità o sulla necessità di valorizzare la previdenza integrativa non solo come componente strutturale del sistema pensionistico globale, ma come elemento fondamentale della democrazia economica strettamente collegato alla qualità ed al modello delle relazioni industriali che si vogliono praticare. D'altro canto la crescente complessità e l'incessante mutamento con il quale si rimodellano sia le forme dell'impresa sia le caratteristiche della prestazione lavorativa richiedono scelte strategiche e strumenti operativi improntati alla sperimentazione e alla possibilità di aggiustamenti progressivi e stratificati nel tempo. È un compito difficile, ma vale la pena osare. Forme e problemi della gestione dei fondi e oloro cui spetta la decisione di promuovere ed attuare la previdenza complementare/integrativa sono lavoratori, membri del sindacato, datori di lavoro, politici, funzionari ed amministratori statali, legislatori, il Presidente dell'lnps, varie categorie di cittadini, pensionati, giornalisti, banchieri, assicuratori, esperti degli uffici studi, fiscalisti, consulenti del lavoro, attuari, magistrati, pubblicitari, esperti di «marketing», amministratori, responsabili del personale, economisti, sociologi, demografi, statistici ecc. Tutte queste persone portano al problema i loro punti di vista, i loro interessi finanziari, i loro desideri, le loro conoscenze ed il loro io, le loro capacità di negoziare e le loro deficienze, i loro contrasti emotivi ed i loro concetti di equità e di accettabilità. Il preposto alla gestione di iniziative pensionistiche e previdenziali, qualsiasi sia il livello di intervento, ha il comdi Giovanni Gaboardi pito di trattare con queste persone, con le loro diverse qualità umane, con le loro conoscenze specifiche e le loro capacità, ed esse, a loro volta, hanno la necessità di trattare con lui. Questo compito richiede la comprensione degli individui, la comprensione dei fatti economici ma anche sociali, ed il convincimento che non esiste via facile al perseguimento ed all'ottenimento di obiettivi sotto l'aspetto dell'efficacia, dell'economicità, dell'accettabilità e delle relazioni sociali. Qualche distinzione preliminare Le forme collettive di previdenza attualmente presenti in Italia si sono manifestate sinora in assenza di una specifica normativa. Solo per alcuni aspetti è possibile individuare, nell'ordinamento esistente, una qualche disposizione regolatrice. La loro classificazione può essere operata in relazione alle forme organizzative di gestione. Tre opzioni coprono l'intero spettro delle tipologie dei Fondi, con caratteristiche gestionali ben distinte e con responsabilità e obblighi che fanno capo a soggetti diversi: a. In primo luogo l'impresa può optare per il meccanismo a ripartizione (Pay as you go): con questo sistema l'azienda eroga le prestazioni maturate, finanziandole con le entrate correnti. Le pensioni sono poste a carico del suo «Conto economico». I costi sono vicini allo zero nei primi anni, ma possono raggiungere livelli insostenibili col passare del tempo. Queste iniziative previdenziali senza accantonamenti consistono, in sostanza, in promesse del datore di lavoro ai dipendenti. L'unica garanzia per i lavoratori è la volontà e la possibilità del datore di lavoro di onorare gli impegni assunti, vale a dire la sua solidità economica.

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