Un modo di progettare l'esistenza L a previdenza è simile ad una virtù della quale si può dire che è «ben accetta alle classi medie perché appare incoraggiare la parsimonia» (Ogus/Berendt). Previdenza è il termine con il quale si suole indicare la predisposizione di risorse per un periodo futuro nel quale avvenimenti certi od incerti devono essere fronteggiati, vecchiaia, malattia, premorienza ed anche cessazione dell'attività lavorativa. Termine comunque che assume e suggerisce atteggiamenti e comportamenti positivi: iniziativa e capacità di agire in anticipo - oggi per il domani - per fronteggiare situazioni di bisogno. È anche uno dei pochi fattori di sicurezza che le società evolute ed organizzate sembrano in grado di fornire all'uomo moderno. Bisogna rendersi conto che il tema della previdenza è - ma è sempre stato - molto scottante e continua a mantenere un forte impatto elettorale: non si può imputare alla solita debolezza della classe dirigente politica se questo problema viene tenuto nella massima considerazione. Per capire l'intensità della reazione elettorale si deve considerare anche il punto di vista dei cittadini. Non si tratta, neppure nell'ottica individualistica, di programmare una vacanza o l'acquisto di un elettrodomestico. La gente imposta la sua vita professionale e familiare tenendo in gran conto la prospettiva di una vecchiaia in qualche modo garantita da una predeterminata pensione. Si tratta, fin dal primo momento dell'ingresso nel mondo del lavoro di programmare tutta intera la propria esistenza, con una prospettiva dell'ordine non di giorni o di mesi, ma su un arco di mezzo secolo. Progettare risparmi, investimenti, sceldi Pino Settimi te di attività o di sacrifici non è facile e mette in gioco alcuni fattori che si presentano ben difficilmente conciliabili: la sopravvivenza demografica richiama l'allungamento dell'età pensionabile che a sua volta sembra condannare i giovani ad una diffusa disoccupazione: l'elevatezza delle aliquote contributive già oggi esistente suggerirebbe il contenimento delle prestazioni che a sua volta sacrificherebbe taluni diritti acquisiti e comunque metterebbe in crisi, trasformandolo in conflitto, il vigente patto di solidarietà tra generazioni. Tanto più contano queste riflessioni quanto più viva si fa la sensazione di emarginazione in cui vengono lasciati i vecchi, dopo che, molto amabilmente, sono stati collocati nella «terza età». Non è un caso se il pieno delle iscrizioni al sindacato viene fatto con i pensionati: e se questi aderiscono al sindacato è anche perché si sentono soli ed indifesi in una società che sembra preoccuparsi soltanto di interessi costituiti e consolidati. La previdenza integrativa La bozza di disegno di legge predisposta, qualche tempo addietro dalla Commissione Franceschelli, titolava con l'aggettivo «complementare» la previdenza che, nel linguaggio corrente è conosciuta come «integrativa»: si tratta di una specificazione appropriata in quanto i termini «integrativo» ed «aggiuntivo» posseggono un significato tecnico ben preciso. Vale però la pena di continuare qui ad usare in modo preferenziale il più conosciuto termine di «previdenza integrativa». L'associazione dell'aggettivo previdenziale al concetto di risparmio è immediata. Assume rilevanza quantitativa e valenze economiche, fiscali e politiche significative se si qualifica ulteriormente con il termine «contrattuale collettivo». Rispetto al risparmio in senso stretto il previdenziale si differenzia perché consiste in un prelievo periodico e sistematico, derivante da contrattazione collettiva ed effettuato sul reddito delle persone attive, cioè durante il periodo economicamente attivo della loro esistenza, per finanziare l'onere dei consumi familiari del periodo della quiescenza, periodo in cui le prospettive di reddito si affievoliscono o si annullano. L'altro aspetto peculiare riguarda il rapporto tra la previdenza integrativa e la pensione di base, erogata dall' Assicuazione Generale Obbligatoria. Tale rapporto, visto sotto l'aspetto dinamico, subisce modifiche nel tempo: sinora a favore della pensione di base; nel futuro, presumibilmente, nonostante le speranze e gli auspici sulla capacità di tenuta dell'Inps, a favore dell'integrativa. Un angolo visuale interessante; quello della famiglia Sebbene anomalo, sembra offrire spunti inconsueti ed anche interessanti. Non preme qui puntualizzare la definizione formale di famiglia. Serve riflettere sul comportamento della famiglia in materia di risparmio e investimento - e quindi di allocazione delle risorse - di cui l'aspetto previdenziale costituisce elemento portante. Considerare la famiglia come soggetto di reddito composito (primo, secondo lavoro del capofamiglia, parttime dei figli o della moglie, pensioni o rendite finanziarie degli anziani, ecc.)
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