.,\l-l-LBI.-\~CO l.Xll,llOSSO ■ fUIOiii soglia del nuovo secolo ed intende, con l'aiuto di Dio, prepararne la venuta». Credo che da noi, in Italia, sia di grande importanza questo non stare a fermarsi sul passato, e lasciare dietro le spalle non la storia e le sue lezioni, certamente, ma certe nostalgie di situazioni diverse, in cui magari i campi rispettivi parevano ben delimitati, e gli integralismi opposti avevano campo libero, emarginando e additando come nemici coloro che volevano fare da ponte tra culture e tra scelte diverse. La Chiesa cattolica non è più, e in Italia questa è una novità, se guardiamo anche al recente passato, una realtà di parte culturale, ideologica e politica. E' una stagione nuova che può aprirsi davanti a tutti, nella difficile situazione in cui la politica e la credibilità delle istituzioni, anche per pesanti responsabilità dei cattolici impegnati in politica, vengono a trovarsi. Giovanni Paolo II ha un respiro ben più vasto delle piccole beghe italiane, e dei ritardi che si avvertono anche in posizioni ufficiali ecclesiastiche italiane anche di questi giorni. E' un bene per tutti. E qui viene opportuna la seconda conclusione, che vorrei dedicare a quanti, non cattolici o non religiosi, guardano alla realtà della Chiesa e dei cattolici come dal di fuori. Forse è il caso di distruggere una buona volta anche i muri che abbiamo costruito dentro di noi, e che ci portano a considerare tutto ciò che riguarda la Chiesa e la fede come estraneo o addirittura ostile. So che è anche un portato delle identificazioni politico-partitiche degli ultimi 45 anni di storia italiana, ma credo che dalla fine di certi pregiudizi, da una parte e dall'altra, favoriti dal crollo delle utopie rivoluzionarie marxiste e dalle aperture reali della Chiesa di Giovanni Paolo II alla cultura moderna della democrazia e delle libertà, non potrà che venire un gran bene a tutti noi, credenti e no, quali che siano le nostre scelte politiche e culturali, e nel rispetto delle libere scelte personali e religiose di ciascuno. Il Papa, l'Italia, Craxi: paure di... bottega M entre Giovanni Paolo II veleggia su prospettive mondiali, e la sua «Centesimus Annus» guarda in avanti e supera qualsiasi identificazione di parte ci sono, in Italia, ritardi che saltano agli occhi di tutti. Non staremo a ricordare, qui, l'impressione non esaltante che da questo punto di vista ha suscitato, nella stragrande maggioranza dell'opinione pubblica, il fatto che la recente «Settimana sociale» dei cattolici italiani si sia trasformata in una passerella di politici Dc, con vibranti esortazioni agli uomini di chiesa a passare daila parte del capitalismo moderno, e si sia conclusa, agli occhi dell'opinione pubblica, con la riproposizione dell'unità politica dei cattolici italiani, cioè con un ennesimo appello pro-Dc ... Su questo è stato scritto abbastanza, e già nessuno parla più di quell'appuntamento. Noi vogliamo qui segnalare, all'opinione pubblica, un piccolo segno del ritardo che ancora è presente in certi ambienti. Il 27 e 28 marzo scorso si è tenuto a Castelvecchio Pascoli, su iniziativa della Conferenza episcopale italiana, il «Primo incontro nazionale degli Incaricati Diocesani per il Sostegno economico alla Chiesa». Durante i lavori si sono discussi i programmi di presentazione al pubblico delle attività relative alla «sensibilizzazione» dell'opinione pubblica in ordine ai contributi alla Chiesa cattolica e ai bisogni del culto e di ciò che è seguito all'attuazione del Concordato. Tra le molteplici iniziative c'era un filmato, che illustrava il Concordato stesso, e le sue conseguenze: qualcosa di simile allo spot pub-
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