1)1J, BIANCO (Xli.BOSSO liiiii•NIW molti credenti a cercare in diversi modi un impossibile compromesso tra marxismo e cristianesimo. Il tempo presente, mentre supera tutto ciò che c'era di caduco in quei tentativi, induce a riaffermare la positività di una autentica teologia dell'integrale liberazione umana» (n. 26). In nota il papa cita proprio il documento della «Congregazione per laDottrina della Fede» dedicato alla teologia della liberazione e che fu considerato più positivo, e meno ostile, nei confronti di Boff e dei teologi della liberazione. E', o almeno a me pare, una notevole apertura, sul piano della comprensione delle intenzioni e dei contenuti, nei confronti di tutto il movimento della teologia della liberazione e dei cattolici che nel passato si definivano «di sinistra». Il fatto che sia stato poco o niente sottolineato non pare togliere e questo passo la sua importanza ecclesiale: può, o potrebbe essere, il segno della fine di una stagione di certo dissenso e di certa protesta sociale che veniva spesso dagli uomini più generosi e più impegnati in prima persona per la testimonianza della liberazione evangelica. Credo che sarebbe un grande segno dei tempi, almeno dentro la Chiesa cattolica, se a queste parole del papa seguissero fatti di riconciliazione, nel pluralismo legittimo delle teologie e delle culture, in cui si traduce e si incarna, nelle diverse situazioni di storia e di luoghi, l'unicità della professione cristiana. Non credo che Leonardo Boff, e con lui teologi e vescovi che soprattutto in America Latina, ma non solo lì, sono in difficoltà con Roma e con la Curia, rifiuterebbero dei passi di fraternità e di comprensione reciproca. - E non posso fare a meno di ricordare un altro problema, che non è direttamente presente nella «Centesimus Annus», ma che nei commenti e nelle reazioni, dentro e fuori i confini della Chiesa, è tornato a presentarsi. Si tratta del problema della procreazione responsabile. Sono in tanti i teologi, gli episcopati, e soprattutto i coniugi cattolici pienamente degni di questo nome, che pensano che su questo punto la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica non abbia ancora trovato il suo vero equilibrio. La condanna di qualsiasi metodo di regolazione della natalità, che non siano i cosiddetti metodi naturali, non solo non appare a molti convincente, teologicamente e in linea di dottrina, ma finisce per mettere sullo stesso piano la contraccezione e l'aborto, danneggiando molto la stessa azione - - - _ ... _ 21 Cavatore di ardesia - Carona, Bergamo a favore della vita non ancora nata. E' innegabile, del resto, che un diverso atteggiamento della Chiesa cattolica sulla procreazione responsabile, che non legasse la moralità delle scelte al metodo, naturale o artificiale, ma la ancorasse profondamente nella concretezza delle situazioni e nella limpidezza delle coscienze e dello stile di vita complessivo delle coppie favorirebbe anche, sebbene in misura che non va ingigantita, come polemicamente certi «laici» continuano a fare, un qualche rimedio al drammatico problema della sovrappopolazione nei paesi poveri del Terzo Mondo. Non è questa la sede giusta per approfondire il problema, ma forse su questo punto, della sessualità, dei rapporti tra uomo e donna, della stessa realtà della dignità e del posto della donna nella società e soprattutto nella chiesa è ancora il vero Rubicone della chiesa cattolica della fine del Secondo Millennio. Conclusioni aperte Difficile tirare, alla fine di questo lungo viaggio, delle conclusioni che siano davvero tali, ma in linea di metodo e di avvertenza utile per il futuro mi pare di poterne elencare due. La prima prende lo spunto da un passo della «Centesimus Annus», al n. 62, dove Giovanni Paolo II afferma: «Questa mia Enciclica ha voluto guardare al passato, ma soprattutto è protesa verso il futuro ... si colloca quasi alla
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