i)!I.Rl.\~CO l.X11.nosso iil•iilib manager. Ma questo non è sufficiente o perlomeno non basta da solo. In questi mesi, nel corso dei quali sono state osservate 300 strutture sanitarie e somministrati 18.500 questionari da parte di gruppi di cittadini, appartenenti al Tribunale per i diritti del malato e a una rete di 1.800 aggregazioni dell'area del cosiddetto «sesto potere», si è avuta una conferma di quanto andiamo dicendo e soprattutto praticando da circa dieci anni. La tutela eff ettiva dei diritti nei servizi pubblici è possibile grazie all'intervento costante e massiccio di una cittadinanza attiva, che non intende sostituirsi alle strutture politiche e amministrative di gestione, ma che rivendica un suo spazio di intervento politico autonomo, oggi indispensabile per far funzionare meglio le cose nell'interesse generale del paese. Cittadinanza attiva significa garantire che nelle strutture sanitarie circolino informazioni, vengano effettuati controlli, si intervenga per rimediare a intoppi e a irrazionalità, si costruisca nella quotidianeità delle situazioni un rapporto paritario tra cittadini utenti e personale sanitario, e tutto avvenga nel generale rispetto dei principi della pubblicità e della trasparenza, non solo riguardo alle questioni finanziarie, ma anche e soprattutto per quanto attiene la condizione dei cittadini all'interno delle strutture ospedaliere e extraospedaliere. Molta concretezza quindi, e poche chiacchiere. Non sarà molto, ma è certamente una delle strade praticabili fin da ora per rendere la nostra sanità più efficiente e più umana e il nostro paese più democratico. (*) Pubblicheremo nel prossimo numero un articolo su questo argomento. Devianzaminorile: urgenzee ritardi di Annalisa Quaglia U n grido di allarme sullo stato attuale della giustizia penale minorile è stato lanciato dall'associazione per l'età evolutiva, che ha presentato i dati relativi all'andamento della criminalità minorile nel Lazio. Nel 1990 sono stati denunciati 7434 minorenni di cui 3340 italiani, 3766 nomadi slavi, 333 stranieri extracomunitari; il 70/oin più rispetto all'anno precedente. La consistente presenza di minorenni nomadi, nella quasi totalità dei casi denunciati per piccoli furti o borseggi, non è nuova, si è verificato tuttavia nel corso degli ultimi anni un notevole incremento del fenomeno: dal 330/onel 1987, al 51 OJo nel 1990. Ma il dato nuovo è che questo tipo di criminalità si va diffondendo dall'area metropolitana, anche nelle altre province del Lazio. Sono diminuite invece le denunce nei confronti dei minorenni stranieri extracomunitari, che dopo un incremento del 2 OJo nel 1987 all' 8 OJo nel 1989, sono scese al 40/onel 1990. Ma al di là dei dati, non sempre confortanti, è bene evidenziare le rilevanti novità previste dal nuovo processo penale a carico di imputati minorenni, in vigore dall'ottobre 1989, e le successive scelte legislative che purtroppo tendono a stravolgere il significato della riforma appena introdotta. Il Dpr 448/ 1988 doveva trasformare il sistema penale in momento di reale presa in carico dei problemi del minore, prevedendo un più attivo intervento dei servizi sociali del territorio, in stretta collaborazione con i servizi di assistenza dell'amministrazione della giustizia. Un'operazione spregiudicata quella di affidare ed ampliare le funzioni degli Enti Locali,
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