Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 15/16 - apr./mag. 1991

nei confronti di un terzo attraverso l'abuso della posizione contrattuale dominante di una parte, senza che questa, però, abbia a sopportare alcun rischio di natura economica che potrebbe giustificare il suo guadagno. I giuristi e gli economisti fautori del sistema economico islamico sono, oggi, concordi nel comprendere in tale proibizione anche l'applicazione sul denaro di un tasso di interesse - costituendo questo una rendita "garantita" di capitale non derivante dall'attività del capitalista, ma conseguente, per lo più, al semplice decorso del tempo - che viene, quindi, sostituito con il tasso di profitto effettivo in quanto meccanismo di allocazione delle risorse finanziarie. La motivazione di tale sosti-. tuzione è la seguente: 1) il ribiì rafforza la tendenza all'accumulazione del capitale nelle mani di una minoranza: 2) l'Islam non consente un profitto derivante da un'attività finanziaria salvo che il beneficiario non sia anche soggetto al rischio di una potenziale perdita; 3) l'Islam ritiene egoistica l'accumulazione della ricchezza attraverso l'interesse rispetto alla ricchezza accumulata attraverso il lavoro, l'attività e Tappeto in seta, Cairo, Egitto, XVI secolo i)JJ, BIANCO lX1tnosso 1111M:iid lo sforzo personali. Il riba, quindi, "non è soltanto una questione di lecito o illecito. È una questione connessa con la filosofia della funzione del capitale messo al servizio della società, o utilizzato per la sua distruzione". Sulle stesse linee si muove la proibizione del gharar (alea), cioé dello sfruttamento di una situazione di incertezza giuridica al fine di trarne un ingiusto guadagno: è evidente che sono coinvolti, oltre al gioco d'azzardo (penalmente sanzionato) anche i contratti di assicurazione sulla cui liceità, con alterne posizioni, a lungo si è discusso tra ifuqaha (i giuristi musulmani). Diviene, quindi, evidente che la giustificazione di un'economia islamica coinvolge non solo la questione - talora superficialmente enunciata come primaria se non unica - del pagamento o del percepimento degli interessi. Attraverso il ribiì, che assume nel sistema in esame una funzione economica primaria, sono coinvolti gli aspetti relativi alla ridistribuzione della ricchezza, all'uso del denaro e dei beni in generale.,,ai rapporti economici tra individui e tra individui e Stato. Potremmo .w - --- - - - - - - - quasi dire che i giuristi musulmani classici e contemporanei hanno condotto un tentativo di portare ogni attività economica sotto il controllo sociale e morale (4). Con il passar del tempo, la parola appare passata dai teorici e ideologi ai pratici dei singoli settori: di estrema importanza il cammino compiuto, fino ad oggi, nel campo bancario e finanziario ove si è giunti, oramai da oltre vent'anni, alla creazione di istituti di credito operanti in conformità con i principi sciaraitici (5). A loro volta, i problemi incontrati nella concreta gestione di questi istituti hanno contribuito alla miglior definizione delle questioni teoriche ancora aperte. Ma ciò che riveste senza dubbio sempre maggiore importanza è la messa a punto di "strumenti operativi" - talora assai complessi - che consentono la presenza dei suddetti istituti sui mercati finanziari non solo nazionali (dei singoli paesi arabi e islamici) ma i anche internazionali. Sono stati, in tal modo, recuperati - sulla base di motivazioni non solo ideologiche - alcuni tipi contrattuali già presenti presso l'elaborazione giuridica islamica classica,

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