Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 15/16 - apr./mag. 1991

po di Stato, sottoposto anch'egli, come tutti, alla suprema Legge divina ma libero di operare secondo il suo discernimento sulle questioni di carattere terreno. Questo primo periodo, in cui il fervore religioso era massimo e si aveva un interprete autentico della volontà di Dio è considerato come una sorta di "età dell'oro" cui ogni fede dovrebbe tendere. Nulla di strano allora se, fallite ideologie puramente terrene, spesso importate dall'Occidente e più o meno positivamente adattate in terra islamica, ci si sia rivolti mentalmente a quel lontano VII secolo della nostra èra in cui un "uomo perfétto" (Muhammad) sottolineava con la sua presenza il favore divino per quei fedeli a lui ubbidienti e sottomessi (la parola Islam vuol dire proprio "sottomissione totale e senza riserve a Dio"). L'industrializzazione dell'Occidente ed il conseguente colonialismo sono alla radice di questo fenomeno e il movimento modernista nei paesi islamici aveva cercato di fornire una risposta adeguata alle sfide del tempo. Antesignana fu l'opera di Giamal ed-Din el-Afghani, ma da ricordare sono anche il suo allievo egiziano Muhammad 'Abduh e di 'Ali 'Abd arRaziq, ma presto le affermazioni dicostoro apparvero eccessivamente laicizzanti provocando una reazione in chiave più conservatrice e tradizionalistica, impersonificata esemplarmente dall'egiziana Associazione dei Fratelli Musulmani in Egitto che fu a lungo antagonista della politica tutto sommato "laica" e panaraba di Garnal 'Abd enNaser e che conta ancora numerosissimi seguaci nella sua terra d'origine ma anche in Siria e in Giordania. Lo stimolo maggiore per un recupero della tradizione spirituale e politica dell'Islam lo si è però avuto a partire dalla fine degli anni '70, allorché in Iran (paese musulmano ma non arabo) si instaurò una Repubblica islamica dopo l'allontanamento della dinastia pahlavide accusata, fra le altre cose, di occidentalizzare troppo il paese e di richiamarsi al sostrato iranico antico a scapito della cultura islamica alla quale aderiva peraltro la totalità della popolazione. Ma il fenomeno non si è limitato a coinvolgere due paesi, pur tanto im- - - --- - _i).tJ, BIANCO l.XltROSSO 1111 #0id Paroladella sura Baqara(11,74)in cufico occidentale,Kairouan,X secolo portanti del Vicino e del Medio Oriente islamico. Esso ha riguardato anche le due altre essenziali aree della Turchia e dell'India musulmana. Nel primo paese il recupero della tradizione è stato accentuato dalla struttura laica forzatamente imposta a suo tempo al paese da Kemal Atatiirk. Alla montante attività di Erbakan e del suo Partito della Salvezza Nazionale e a quella di Turkes hanno reagito ancora una volta le forze armate, le più fedeli custodi dell'ideologia kemalista, con un colpo di Stato guidato dal gen. Evren, poi diventato Capo dello Stato, mentre nell'area del subcontinente indiano è stata particolarmente importante la figura dei pakistani Muhammad Iqbal e, in senso più tradizionalista, quella di Abu 'I-Ala' el-Mawdùdi. In Pakistan rilevante è stata l'attività della Giamà'at-e /slami mentre in India possiamo citare la Tabligh-i Giamà 'at mentre in Afghanistan citiamo la Giam 'iyyat-e /slami. In quest'ultimo paese l'intervento sovietico a sostegno del regime scaturito dal colpo di Stato anti-monarchico ha stimolato la formazione di gruppi tradizionalistici e le stesse confraternite (espressione di un misticismo strutturato ed organizzato) hanno conosciuto un periodo di nuovo fulgore, come è stato il caso della Qadiriyya e della Naqshabandiyya. L'affermarsi del movimento Hamas fra i Palestinesi è significativo di quanto siano cambiati i tempi nell'ultimo decennio. Fin dal suo sorgere infatti il movimento di resistenza palestinese è JS stato caratterizzato da una notevole "laicità" di mezzi e di fini, ma l'incontestabile incapacità di giungere ad una soluzione equa e ragionevole del problema palestinese ha indotto ampi strati dell'opinione pubblica palestinese a rivolgersi verso quei movimenti che sembrano più concretamente realizzare quella solidarietà precedentemente esternata da semplici contributi finanziari, per quanto cospicui potessero essere, ed enunciata ancor più generosamente a parole. È estremamente arduo disegnare una mappa precisa delle innumerevoli organizzazioni "islamiche" (è questo il termine che queste danno a sé stesse) perché si va da gruppi di scarsa consistenza, e tutto sommato effimeri, a movimenti di notevole ampiezza e di ragguardevole influenza sull'opinione pubblica dei paesi musulmani. Mentre poi alcune limitano la propria attività al campo culturale, altre ancora si immergono più nel sociale ed infine non mancano le organizzazioni di cui sono più evidenti le strategie politiche. Nello stesso Egitto, ad esempio, accanto alla già citata Fratellanza musulmana, esistono altre organizzazioni segrete e ben nota è quella detta Takfir wa higra che è stata dietro l'organizzazione dell'attentato al Presidente Sadat, "reo" di aver stipulato con Israele una pace separata. Il nome scelto da questa organizzazione è esemplare per le motivazioni che sottendono la sua attività. Takfir infatti si può rendere con "scomuni-

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