tolo dopo la guerra del Golfo: "Perché l'Islam ha perso" (4.3.91). (4.3.91). Ed alcuni anni prima, un libro che aveva ottenuto il "premio del libro" alla Fiera internazionale del libro del Cairo, nel 1984 esattamente, intitolato "Guida del musulmano disorientato", riferiva un giudizio del suo autore, il figlio del grande storico egiziano Ahmad Amin (l'autore, Husain Ahmad Amin, è un diplomatico), il quale diceva, tra l'altro: "Le vittore degli eserciti dell'Islam furono sempre, agli occhi dei musulmani, fin da quando il Prof eta era ancora vivo, una delle prove più sicure a favore della veridicità della missione di Mohammad... Per mille anni, il mondo islamico e quello cristiano si sono combattuti senza tregua. Alla fine l'Islam ne uscì vittorioso ... Fu davvero un'espansione gloriosa e prolungata. Ma poi ci fu una recessione per quasi due secoli, i cui effetti perdurano ancora ... Perché dunque tutte queste disfatte ripetute che ci sono inflitte da coloro che non condividono la nostra fede?" Sarebbe dunque opportuno che gli uomini e le donne di cultura e di religione, attorno al Mediterraneo, cambiassero linguaggio e rinnovassero lo sguardo verso l'altro, tentando di capirne i valori e gli ideali, a tutti i livelli della cultura e della civiltà: troppi, infatti, sono i malintesi e poi i pregiudizi delle società, cristiane e musulmane, tra di loro. Per quanto riguarda i Cristiani, e soprattutto i Cattolici, è stato detto loro dal Concilio Vaticano II (Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane): "Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensie inimicizie sono sorti tra Cristiani e Musulmani, il Sacrosanto Concilioesorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà" (N. 3 della Nostra Aetate, 2° par.). E il Papa Giovanni Paolo II ha detto ai giovani musulmani del Marocco, il 19 agosto 1985, su invito del loro re, nel suo discorsodi Casablanca: "Cristiani e musulmani, generalmente, ci siamo malcompresi e, qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c'inviti, oggi, a cambiare le nostre vec- .QJJ, BI.\ ~CO '-.XII.HOSSO •H•#hld chie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio". Queste opere di bene sono quelle della cultura e della civiltà, come quelle della tecnologia e della spiritualità: si tratta di una emulazione amichevole o forse fraterna che richiede la parità negli sforzi al Nord come al Sud, a Ovest come a Est, per far sicché le collaborazioni e le convergenze possano sboccare su una piattaforma comune di valori umani, religiosi ed anche spirituali, nella parità delle prestazioni individuali, comunitarie e nazionali. Dieci anni fa, veniva presentato al pubblico il nuovo testo, del tutto aggiornato, degli "Orientamenti per un dialogo tra Cristiani e Musulmani'', libro allora pubblicato in francese, prima di conoscere delle traduzioni in italiano, arabo, turco, tedesco, olandese e inglese. Uno degli storici i più rappresentati dell'odierna Tunisa, il prof. Mohamed Talbi, ne faceva l'elogio e prometteva che ben presto ci sarebbe un libro simile da parte musulmana, affinché l'intesa sia completa: pur aspettando ancora tale libro, si può legittimamente pensare che gli sforzi di dialogo tra le varie sponde del Mediterraneo possano oppure debbano rinnovarsi e prendere tante forme inaspettate affinché gli interlocutori siano capaci di superare tutte le tentazioni di cui si è parlato. Tutti i credenti, che siano Musulmani, Ebrei o Cristiani, sanno benissimo che Dio ha affidato il creato all'uomo come essere intelligente, capace di saggezza e autore di invenzioni: per tutti la grandezza dell'uomo, chiamato ad un destino senza fine il cui contenuto finale dipende da quanto "Dio ha preparato per i suoi eletti, ciò che nessun occhio ha mai visto, ciò che nessun orecchio ha mai udito, ciò che mai è venuto nel cuore dell'uomo", sta proprio in questo fatto che Dio l'ha voluto in mezzo all'universo come il suo vicereggente (califfo) oppure come il suo figlio adottivo, responsabile e quasi collaboratore per portare a compimento l'opera stessa del creato: donde le collaborazioni umane necessarie tra tutti attorno a questo Mediterraneo al servizio di tutti gli uomini affinché vengano rispettate e poi promosse la dignità del matrimonio e della famiglia, la bellezza delle arti e della cultura, la giustizia dell'equilibrio economico e sociale, l'armonia delle comunità politiche e l'intercomprensione della comunità delle nazioni a favore di una pace davvero inter-nazionale. Sanno tutti i credenti che, così facendo, sono soltanto gli umili ed umani imitatori di Dio stesso, il quale affida agli uomini tutti il "deposito" (amlìna) oppure il Regno. "Rivestitevi delle abitudini di Dio" diceva Ghazfili ai suoi discepoli; i Cristiani sanno che sono chiamati, da Gesù stesso, ad "essere perfetti come il vostro Padre celeste è perfetto". Tale missione umana a favore di un triplice sviluppo, quello materiale e tecnico, quello intellettuale e culturale, quello spirituale e religioso, potrebbe esprimersi in questi nostri tempi sotto la forma di una ri-costruita Dichiarazione dei diritti e degli obblighi dell'uomo, dove tutti i Figli di Abramo potrebbero trovare l'interpretazione moderna delle loro chiamate specifiche. Allora, forse, potrebbero conoscere e vivere una "spiritualità aperta" che sappia meditare il mistero di Dio stesso, interrogare il dono della Parola, considerare il ruolo dei Profeti, valutare la presenza delle comunità di fede, interrogare i segreti della preghiera e camminare sulle vie della santità (chiamata birr, o sa/lìh, o qadlìsa). Ed è appunto a favore di tale dialogo che supera quello delle culture e delle tecnologie che vengono chiamati tutti i credenti e, con loro, tutti gli uomini di buona volontà: i tempi sono ormai decisivi, dato che le ultime conquiste della scienza e della tecnologia esigono da tutti che siano "più umani, più saggi, più santi" affinché l'uomo rimanga al centro dell'avventura cosmica voluta da Dio per una gloria che lui intende condividere, in un certo modo, con l'uomo stesso. È dunque tempo per i Musulmani e i Cristiani di dialogo di intraprendere di nuovo tutto quanto è possibile affinché il "ministero della riconciliazione'' a loro affidato possa portare frutti rinnovati attorno al Mediterraneo. Da entrambe le parti, ci sono stati anche dei filosofi, dei mistici, dei santi, e sarebbe opportuno che tutti quanti ne siano a conoscenza per forse diventarne gli imitatori, in modo moderno. È Malraux che ci ha detto: "Il ventunesimo secolo sarà religioso o ... non sarà!": il suo messaggio è più che mai profetico.
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