bilità di assimilazione di almeno un nucleo minimo di valori che costituiscono la base di una cultura, come ad esempio i principi della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e il principio giuridico dell'uguaglianza di tutti di fronte alla legge. Ci sono infatti popoli ed etnie che hanno una storia e una cultura molto diverse dalle nostre e di cui ci si può domandare se intendono nello stesso senso i diritti umani e anche la nozione di legge. Ciò vale a fortiori dove si verificano fenomeni che genericamente chiamiamo col nome di integralismi o fondamentalismi, che tendono a creare comunità separate e che si ritengono superiori alle altre. Ma questo è un problema che nel suo insieme riguarda la comunità civile e la causa della pacifica convivenza tra le etnie ed io mi limito a richiamarlo. Connesso a questo è però il problema della possibilità anche di un dialogo interreligioso senza il quale sembra difficile assicurare una tranquillità sociale. Ora questo dialogo è possibile? Vi sono pronti i musulmani? Vi siamo pronti noi cristiani? I valori storici dell'Islam Che cosa pensare dell'Islam in quanto cristiani? Che cosa significa esso per un cristiano dal punto di vista della storia della salvezza e dell'adempimento del disegno divino nel mondo? Perché Dio ha permesso che l'Islam, unica tra le grandi religioni storiche, sorgesse sei secoli dopo l'evento cristiano, tanto che alcuni tra i primi testimoni lo ritennero un'eresia cristiana, un ramo staccato dall'unico e identico albero? Che senso può avere nel piano divino il sorgere di una religione in certo modo così vicina al cristianesimo come mai nessun' altra religione storica e insieme cosi combattiva, così capace di conquista, tanto che alcuni temono che essa possa, con la forza della sua testimonianza, fare molti proseliti in una Europa infiacchita e senza valori? A questa domanda così complessa non è facile dare una risposta semplice che tuttavia è in parte anticipata da quanto abbiamo riferito del Vaticano II. Si tratta di una fede che avendo grandi valori religiosi e morali ha certamente aiutato centinaia di milioni di uomini a rendere a Dio un culto onesto e sincero e insieme a praticare la giustizia. Quello della giustizia è infatti uno .Q!L 81.\~CO '-Xli, nosso •h•#OIA Il sovrano mongolo Tahamaras con uno scriba arabo, miniatura, Persia, XIV secolo dei valori più fortemente affermati dall'Islam. "O voi che credete, praticate la giustizia - dice il Corano nella Sura quarta - praticatela con costanza, in testimonianza di fedeltà a Dio, anche a scapito vostro, o di vostro padre, o di vostra madre, o dei vostri parenti, sia che si tratti di un ricco o di un povero perché Dio ha priorità su ambedue" (Sura 4,135). In un mondo occidentale che perde il senso dei valori assoluti e non riesce più in particolare ad agganciarli a un Dio Signore di tutto, la testimonianza del primato di Dio su ogni cosa e della sua esigenza di giustizia ci fa comprendere i valori storici che l'Islam ha portato con sé e che ancora può testimoniare nella nostra società. L'Islam in Europa Una seconda domanda: ci sarà una secolarizzazione per l'Islam in Europa? La domanda è legittima se si pensa al difficile percorso del cristianesimo nell'alveo della modernità negli ultimi tre secoli. La confrontazione tra pensiero moderno razionale, scientifico e tecnico, tendente all'analisi e alla distinzione dei ruoli e delle competenze e la tradizione cristiana uscita dal mondo unitario medioevale, ha segnato un cammino faticoso di cui solo il Concilio Vaticano II ha potuto consacrare alcuni risultati armonicamente raggiunti, pur se non ancora del tutto recepiti. Va emergendo però sempre più chiaramente che la fede in un Dio fatto uomo ed entrato nelle vicende umane è una forza che permette di cogliere anche nel divenire economico, sociale e culturale, i segni della presenza di Dio e quindi il senso positivo di un cammino di fede nell'ambito della modernità. Non è pensabile che l'Islam in Europa non si trovi prima o poi ad affrontare una simile sfida. Sappiamo anzi che dalla fine della prima guerra mondiale fino ad oggi vi sono state molte proposte, tendenze, partiti, soluzioni secondo le quali il mondo musulmano, nelle sue diverse ramificazioni, etnie e territori, ha preso coscienza dell'avvento dell'éra della tecnica e delle esigenze di razionalità che essa comporta. Bisogna dire però che fino ad ora la fede nei grandi "pilastri" dell'Islam non sembra aver avvertito in maniera preoccupante la scossa derivante dai principi della modernità. Prevalgono in questo momento le tendenze fondamentaliste, che cercano di appropriarsi dei risultati tecnici, ma staccandoli dalle loro premesse culturali occidentali con la volontà di risolvere, nella linea della tradizione antica, tutti i problemi politici o sociali per mezzo della reli-
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