.L)JJ, 81.-\:\CO '-Xli, ROSSO ■ it•#hllJ !.;Islame l'Occidente Questo Dossier: Gli articoli che seguono affrontano un tema di grande attualità, "L'Islam e l'Occidente". Nel numero scorso abbiamo pubblicato due articoli introduttivi alla realtà religiosa e storica dell'Islam; qui affrontiamo alcuni tra i principali aspetti culturali, etnici, storici, religiosi, sociali e politici che sono connessi alla presenza sempre maggiore dell'Islam tra noi. Come il lettore può vedere, i contributi sono molto eterogenei, ma proprio per questo servono a dare un quadro non unilaterale e per quanto possibile rispettoso delle diversità di un mondo che non subisce, nella sua realtà, i nostri tentativi di semplificazione riduttiva. Gli Autori dei contributt sono tutti tra i massimi competenti della materia. Li ringraziamo tutti, ma in particolare il nostro ringraziamento va alla prof Isabella Camera D'Afflitto, che ci ha anche offerto le immagini che illustrano questo numero, e al cardinale Carlo Maria Martini, che ci ha consentito di pubblicare brani di un suo discorso su/l'argomento. Segnaliamo anche che nel prossimo numero pubblicheremo, ancora sull'Islam, contributi di grande interesse, tra cui quello del Premio Nobel per la fisica Abdus Salam, sulla concezione della scienza nel mondo islamico, e quello del prof Rachid Boudjedra sull'integralismo. (G.G.) I valori dell'Islam T utti sanno, o credono di sapere, quali sono i punti deboli del mondo musulmano: la discriminazione verso le minoranze, una concezione arretrata della tutela dei diritti umani, una condizione femminile inaccettabile. Tutte cose ben presenti anche nella consapevolezza degli specialisti, i quali cercano generalmente di collocare questi aspetti nel loro contesto storico, non per giustificarli ma per tentare di spiegarne l'origine: si cerca per esempio di mettere in luce come l'avvento dell'Islam abbia migliorato la condizione della donna, e come l'involuziodi Pier Giovanni Donini ne successiva dipenda meno dall'essere musulmani che da una generale tradizione mediterranea. Molto meno diffuso è il riconoscimento di valori ancora ben presenti nella cultura islamica, quali la solidarietà, la sete di giustizia e la tolleranza: valori di cui si comincia a sentire la mancanza nel nostro mondo che ha creduto di poterli sostituire con i meccanismi impersonali e spesso inadeguati dell'assistenza sociale, del prelievo fiscale e della tutela giuridica. Il sopravvivere di questi valori deriva dalla natura stessa dell'Islam che, come non si stancano di ripetere gli esperti, non è soltanto religione ma anche organizzazione della comunità: per dirla in arabo, Din wadau/a, cioè fede e Stato, credere e governare. I precetti fondamentali del buon musulmano, i cosiddetti cinque pilastri dell'Islam, hanno una precisa valenza sociale:non sono soltanto obblighi della coscienza individuale nei confronti della divinità. Così la professione di fede, che consiste nell'affermare davanti a testimoni l'unicità di Dio e nel riconoscere la posizione del suo profeta quale regolatore della comunità (''Attesto che non
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