Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 15/16 - apr./mag. 1991

ATTLALITÀ Pds: urge una ''nuova'' politica estera di Sergio Segre I 1 neonato Partito democratico della sinistra deve ancora definire la propria piattaforma programmatica. Anche in politica internazionale. Quello che sinora è stato detto in proposito è troppo poco e troppo generico. Non basta, evidentemente, proclamare l'intenzione di entrare a far parte dell'Internazionale socialista e dichiarare di riconoscersi nei valori da essa espressi. Lo si è visto con chiarezza durante la guerra nel Golfo, e non c'è bisogno, ora, di ritornarvi su. Questa carenza programmatica, che ha rappresentato con ogni evidenza il limite fondamentale del Congresso di Rimini, va superata con urgenza, non da ultimo per il fatto che le elezioni politiche alla scadenza naturale del 1992 o in tempi più ravvicinati, sono ormai alle porte. Non è però ancora chiaro come, e in che tempi, si arriverà a questa definizione programmatica, e questo rappresenta, per il nuovo partito, un limite serio, da superare rapidamente. Per poterlo davvero superare occorre mettere in conto quella che sarà probabilmente una caratteristica non contigente del nuovo partito, l'esistenza, cioè, di differenze e divergenze, politico-culturali, che si faranno sentire prevedibilmente in modo rilevante, anche se non esclusivo, nelle impostazioni di politica internazionale. Al di là dello sforzo, indispensabile, teso a creare, di continuo, le più larghe convergenze unitarie, questo richiede e richiederà, alla maggioranza, non soltanto chiarezza di idee ma anche forte volontà politica, coerenza, capacità di operare per scelte programmatiche precise, ben definite e dunque non ambigue, e di adottare comportamenti lineari che non si prestino a varietà di interpretazioni. Premessa di tutto questo è, ovviamente, la messa al bando di ogni ideologismo. Il passato è passato, ed è passato per sempre, anche se sarà indispensabile continuare a scavare nella storia del Pci e periodizzarla, dal terzinternaMoschea di Samarra, Iraq, IX secolo zionalismo al cominformismo, sino al lungo processo politico e teorico di piena autonomia dal mondo cupo e tragico del "socialismo reale'' e di affermazione alla democrazia come valore universale. Il Pds, anche se deve ancora definire la propria piattaforma programmatica e nasce come una nuova formazione politica, non muove da zero. Nasce, per così dire, immunizzato, poiché è del tutto chiaro, storicamente, quello che non dovrà essere e fare, pena un sofferto decollo e una non piena utilizzazione delle molte potenzialità di cui dispone. Ma se questo è vero è anche segnata, obbligatoriamente, la strada che dovrà seguire e sono predeterminate le ispirazioni alle quali dovrà richiamarsi per riuscire ad affermarsi come una grande forza di pace e di progresso, di sinistra, tanto sul piano nazionale quanto su quello europeo e internazionale, e portare un proprio contributo, nella coscienza dei propri limiti e dunque senza residui di arroganze, alla costruzione di un mondo che si avvia al nuovo secolo e al nuovo millennio in condizioni che dopo il 1989, il 1990 e questo inizio di '91 sono radicalmente mutate. Le grandi contraddizioni, a cominciare dal Nord-Sud, e i grandi problemi, a cominciare

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