Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 15/16 - apr./mag. 1991

,{)-l.l. BIANCO '-Xli.ROSSO ii•••··• dubbio - della sconfitta epocale del movimento comunista. In questo drammatico e anche grandioso intreccio, la ricollocazione storico-ideale del partito andava portata avanti con grande chiarezza di intenti e univocità di segnali. Ma non vorrei parlare al passato; consideriamo il problema ancora aperto e confidiamo nel fatto che il vuoto lasciato dal Pci possa ancora essere opportunamente "colmato" con una nuova intenzione e una nuova iniziativa. Diamo dunque per nato il Pds e diamo per possibile uno sviluppo ampio della sua forza. Ciò avvicinerà veramente l'alternativa? Si potrebbe rispondere subito positivamente anche per una ragione tutta interna al problema così come l'ho posto: il Pds nasce sulla proposta di alternativa e un suo successo organizzativo e politico (e, naturalmente, elettorale) starebbe a indicare un avvio di risposta positiva della società italiana a questa proposta, una volontà rivolta a creare almeno una prima condizione per un ricambio e una alternanza al governo del paese. Ma la cosa non è affatto così semplice anche nell'ipotesi ottimisticamente delineata. In questi mesi e anche in questi ultimi giorni stiamo infatti assistendo a vicende di portata ancora imprecisata, ma tali da spostare e rimuovere molti dati della situazione italiana. Sembra che sull'onda di evidenti forzature istituzionali si vada accelerando da più parti il passaggio verso una forma di riorganizzazione dei vari poterì decisivi, fino a delinearsi un vero e proprio spostamento nei rapporti fra questi poteri in una critica progressiva e accelerata dei fondamenti culturali e politici della I Repubblica. Nessuno forse è in grado di prevedere dove tutto ciò giungerà, ma è assai probabile immaginare che tutte le questioni politiche si porranno a partire dal nuovo assetto che si va delineando, dalla collocazione delle diverse forze e partiti in questa congiuntura, dalla stessa permanenza di una continuità nella logica complessiva del sistema italiano. Vorrei aggiungere, prima di avviarmi a concludere il breve ragionamento, che assai sintomatica, in questa confusa vicenda "all'italiana'', è la posizione del Psi lanciatosi senza alcuna riserva nel varco aperto dalle iniziative del Quirinale. In parallelo, lo stesso Psi - e la cosa ha una sua logica e coerenza interna del tutto evidente - ha irrigidito le distanze dal Pds, sia profittando delle sue incertezze sia contribuendo a rafforzarle. Che cosa restituisce questo quadro? Intan- . - ---- .. - - --- 11 to, una difficoltà non congiunturale nei rapporti a sinistra e dentro quella che continuerei a chiamare la "sinistra storica". Starei per dire che si avvertono oggi più difficoltà di quanto mai se ne siano avvertite in passato, e ciò è tanto più grave in quanto questo stato di cose interviene dopo la "svolta" e dopo, quindi, da parte del Pci-Pds si era comunque avviato un processo di novità pur entro le incertezze e le difficoltà prima rilevate. C'è un allontanamento, non un avvicinamento a sinistra. E siccome le cose non sono mai casuali, tutta questa fenomenologia sta a indicare che il Psi privilegia, oggi, a ogni ipotesi di alleanza a sinistra, una sorta di centralità "giacobina" della questione istituzionale, intesa come vero e unico grimaldello per "aprire" il sistema italiano e condurlo lungo strade destinate a fondarne uno nuovo. Non si dice affatto che ciò non abbia le sue ragioni interne, che di tutto ciò non si debba pacatamente discutere: non si dice affatto che il cosiddetto "sistema dei partiti" non sia giunto o non stia per giungere a un punto morto, non si nega affatto appunto una sorta di vera e propria centralità della questione istituzionale; ma nei termini in cui tutto ciò si sta avviando, non sembra che la situazione possa facilitare il dialogo pacato, la ricerca di soluzioni comuni, la ricostituzione - almeno in idea e in prospettiva - di una "sinistra" in grado di competere unitariamente per le necessarie modifiche. Sembra che si giochi piuttosto dando spazio alla previsione di una variabile negativa sui caratteri e sulle prospettive del Pds. Non dico che a rafforzare questa ipotesi non abbia dato un contributo rilevante i modi della nascita di questa nuova formazione politica e ho anche portato in proposito degli argomenti, ma comunque il gioco politico a sinistra sembra farsi assai aspro e privo di prospettive visibili. E allora non sembra che l'alternativa in nessun modo si avvicini. La nascita del Pds finora non è riuscita a far diventare quella ''parola'' (peraltro bisognosa di molti chiarimenti) elemento di un reale lessico politico e di un reale e spendibile significato. Non è solo pessimismo, questo, molto in Italia si muove in direzioni confUsee rischiose. In questo quadro bisogna stare, ed operare per i necessari chiarimenti. Decisiva, e torno cosi al tema iniziale, sarà la forza con la quale il Pds riuscirà a ricollocarsi nel quadro dei partiti italiani. Ma ciò compete anzitutto a chi, in questo partito, ha avuto fiducia e ancora intende averne.

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