Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 14 - marzo 1991

che se ancora non è chiara la prospettiva del Pds sono certamente tramontate le vecchie teorie che avevano riempito tante polemiche interne ed esterne al sindacato sul modo di concepire il rapporto fra partito e le forze sociali. Cosi come sul piano internazionale le linee politiche che guidano il sindacato appaiono improntate ad una non effimera convinzione unitaria, reso più evidente dopo lo scossone avvenuto nell'est europeo, ma frutto di un lavoro che aveva già una sua consistenza nel tempo e nella condivisione delle strategie sindacali soprattutto sul piano europeo. In questo senso è illuminante per più di un verso la vicenda della guerra nel Golfo: su di essa il sindacato ha compiuto una riflessione interna che ha visto le tre confederazioni attestarsi su una posizione politica solidamente univoca. Ma ha visto anche il Pci-Pds, pure schierato su altre scelte, considerare l'atteggiamento sindacale senza più la aggressività che produsse tante lacerazioni e rapporti difficili al tempo del fondo di solidarietà o del confronto sulla scala mobile. Anche questo è un segno dei tempi, una chiave di lettura su ciò che può essere il domani dei rapporti sindacali con l'esterno. Ora e per il futuro ci sono migliori condizioni per ridisegnare, assieme, un'autonomia forte e .propositiva del sindacato nei riguardi dei partiti, di tutti i partiti. Con una conseguenza sul piano generale, della vita politica del paese, di notevole rilievo se si saprà camminare su questa via. È possibile che il sindacato proprio da posizioni di nuova autonomia, capace di contribuire al processo di rinnovamento delle istituzioni, coautore di un disegno che liberi le strutture pubbliche dalla invadenza eccessiva di lobbies e forze politiche, possa assecondare anche l'avvento dell'alternanza politica e fare dell'unità del sindacato uno dei garanti di questa alternanza. La stabilità assicurata alla realtà sociale da un sindacato autonomo, di partecipazione, propositivo, non potrebbe che rendere più agibile il dato dell'alternanza così come è avvenuto, ad esempio, in altri paesi europei, nella stessa Germania dove il Dgb ha saputo fare i conti con tutte le combinazioni di Governo cui hanno dato vita in questi anni le tre maggiori formazioni politi- .{)JJ, BIANCO '-XII.HOSSO •h•#hid Hotel Kolnerhof (1905). La scritta è dura: "Ingresso vietato agli ebrei". che di quel paese: i democristiani, i liberali, l'Spd. Queste caratteristiche possono inoltre proiettare il sindacato nell'orizzonte europeo dove più passa il tempo e più si sente la necessità di un confronto con i Governi e le forze economiche sul ruolo dell'Europa come società multirazziale, come realtà in grado di promuovere i diritti dei lavoratori in modo effettivo, come interlocutrice delle nuove democrazie dell'est non nella veste di esportatrice di un capitalismo selvaggio, come interprete di una politica di cooperazione verso i paesi del terzo mondo che non commetta gli errori che hanno contribuito a far tornare la guerra una realtà pericolosamente vicina al nostro presente. Anche in questo caso però c'è posto per un sindacato in grado di essere una JS sola voce, di realizzare le sue proposte radicandole su un'unità di fondo. Il cammino che abbiamo di fronte non è facile, ma faremmo un errore nel non cogliere le novità della situazione attuale, del non tradurle in novità reali della vita sindacale del prossimo futuro. È un'occasione importante che può non solo dare vitalità al confronto sindacale ma anche autorevolezza e nuova idealità. Un'occasione per il sindacato, ma un banco di prova per tutti i suoi interlocutori, cui non potrà essere consentito di rimanere uguali a se stessi. E di questa nuova dinamica, interna alle forze e fra esse, la nostra società non può non avvantaggiarsene, ritrovando quella fiducia nei cambiamenti dettati da processi riformatori che ha smarrito da tempo.

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