Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 14 - marzo 1991

,P-lJ. BIANCO lXII.HOSSO iii•iiM•il Giovani e leva militare di Nadia Sgaramella La sentenza n. 470/1989 della Corte Costituzionale che, nel dichiarare la illegittimità costituzionale dell'art. 5 della legge 15 dicembre 1972, n. 772 (Norme per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza) equipara il periodo di durata del servizio militare non armato e del servizio sostitutivo civile a quello del servizio di leva, pone su un piano di pari dignità questi servizi configurandoli come "modi" di soddisfare l'obbligo costituzionale di difesa della patria. Questa sentenza, nell'accogliere una concezione così moderna e ampia dell'obbligo posto ai giovani dalla nostra carta costituzionale ha avviato un articolato dibattito sulle forme e gli ambiti attraverso i quali concorre alla realizzazione delle più importanti finalità dello Stato e, nel contempo, sulla funzione svolta oggi dal servizio militare di leva. Ci si chiede cioè se sia ancora utile per la difesa della patria e giustificabile sul piano dei principi costituzionali un servizio di leva come quello previsto all'attuale legislazione. L'esigenza di approfondire questi temi, al fine prioritario di comprendere valori ed orientamenti dei giovani e di fornire risposte adeguate in termini di riforma dell'attuale ordinamento, è stata raccolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione giovanile che ha indirizzato i suoi lavori di indagine essenzialmente in due direzioni: da un lato una indagine approfondita sulla condizione dei giovani nell'ambito del servizio militare, dall'altro una ricognizione, attraverso una serie di audizioni, delle opinioni dei principali movimenti giovanili. Abbiamo utilizzato il ricco ed interessante materiale raccolto dalla Commissione per delineare in queste pagine, in maniera necessariamente sintetica, le opinioni dei giovani rispetto al servizio militare. Il servizio di leva, definito come un diritto- : 14 dovere del cittadino, nel rispetto dell'art. 52 della Costituzione, pesa oggi sulla condizione giovanile come un vincolo vessatorio. Da parte dei giovani giungono messaggi di dissenso verso il servizio militare così come concepito e organizzato da leggi e regolamenti distanti dalla .realtà moderna, lontani dalla sensibilità e dalle capacità culturali e professionali delle nuove generazioni. Ai loro occhi il mondo militare appare una realtà in cui la capacità del singolo ed il diritto individuale sono mortificati dal tipo di vita che si conduce in caserma (v. Audizione del Cocer - organismo di rappresentanza dei militari - del 29 giugno 1989). I maggiori disagi sono da ricondurre "alla disciplina ferrea, all'allontamento dalla propria casa, alla cattiva qualità del vitto e dell'alloggio" e così via (v. Audizione Ces - il Cesc è il coordinamento degli enti di servizio civile che comprende 80 enti pubblici e privati convenzionati con il Ministero della Difesa per lo svolgimento del servizio civile degli obiettori di coscienza - del 19 settembre 1989). Si tratta di una critica pressoché unanime, che si affianca comunque ad un generale riconoscimento dell'importanza del tema. È rispetto alle interpretazioni ed alle prospettive che si ritrovano invece posizioni diversificate. A giudizio del Movimento giovanile democristiano, quello della leva è un tema che si inserisce in un percorso formativo di crescita dei giovani e rappresenta un momento vissuto in modo contraddittorio: "a qualcuno potrà sembrare una fase poco importante, da vivere con una certa superficialità ma per altri esso potrà rappresentare un'esperienza capace di lasciare ricordi anche drammatici". È pertanto necessario - per il Movimento giovanile democristiano - riqualificare il servizio di leva, "non facendolo diventare un momento di grandi prestazioni fisico-sportive, ma certa-

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