Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 12/13 - gen./feb. 1991

~J..1. Bl.\~('.O l.XII.BOSSO ii•dU IIMiti lt4 titi I anche attraverso il superamento di tale divisione, una divisione che, non dimentichiamolo, trovava delle consistenti legittimazioni di fonte legislativa. L'operazione di «perequazione» fu condotta a favore degli operai, ma non solo. Anche per gli impiegati, gli obiettivi e i successi non furono irrilevanti: in primo luogo l'affrancamento dalla logica di discrezionalità pura delle direzioni aziendali e l'ingresso nel1'era della contrattazione. Qualcosa di simile andrebbe tentato oggi nei confronti del dualismo privato-pubblico. I tempi sono cambiati, ma le ragioni, forse le costrizioni, non mancano. Sono forse più dure, più oggettive di alloSesto S. Giovanni Sciopero alla Breda 1946. ra. È in gioco la sopravvivenza non solo del sindacalismo confederale, ma anche dello stesso settore pubblico, oltre che alla competitività dell'intero sistema produttivo e di servizi. Indicatoridel dualismopubblico/privato Gli indicatori del dualismo pubblicoprivato, sono numerosi e significativi. Sono innanzitutto quelli ovvi riguardanti il trattamento salariale e normativo. Essi sono troppo noti per essere qui ripresi. Segnalano una situazione svantaggiata dei lavoratori dei settori privati, ma non in generale. Anche se sembra ormai esser venuta meno una relazione di

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