Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 12/13 - gen./feb. 1991

B ~li, Hl.\~(:O l.Xll,ROSSO li id DiiMJ.i#litt4ltiM i ''Sindacatodomani. Le buone ragioni dell'unità'' «Sindacato domani. Le buone ragioni dell'unità»: con questa proposta di riflessione ReS e la Fondazione Brodolini hanno dato appuntamento, il giorno 11 dicembre '90, ai sindacalisti di Cgil-Cisl-Uil presso il nuovo Centro Be/sito, di Roma. I lavori del Convegno sono stati introdotti da tre relazioni: di Giuliano Amato: «Soggetti e strumenti della democrazia governante»; di Gino Giugni: «Una nuova costituzione delle relazioni sindacali»; di Giamprimo Cella: «Lavoro pubblico e lavoro privato: un dualismo da superare». Nel dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Benvenuto, Caviglioli, Del Turco, Marini, Musi e Trentin. Hanno presieduto i lavori Piero Boni e Pierre Carniti. Pubblichiamo di seguito le relazioni introduttive. Soggetti e strumentidella democraziagovernante di Giuliano Amato F ino all'inizio degli anni '60, nei documenti che scrivevamo, gli obiettivi che ritenevamo di dover perseguire venivano regolarmente imputati a un soggetto: lo sviluppo economico, la crescita del mezzogiorno, la maggiore eguaglianza sociale, il riconoscimento dei diritti di questo o quel gruppo sociale, non erano cose che si dovevano fare ("si dovrà"), erano cose che il "Movimento Operaio" voleva fare, che "i lavoratori" intendevano fare, di cui "il mondo del lavoro" si doveva dotare. A partire dagli anni '60, meno nel sindacato (ma un pò anche in esso), e soprattutto nei partiti, cominciammo ad usare un formulario diverso: "si dovrà", "è necessario", "è altresì prioritario", "è inderogabile per altro verso", "ineludibile è altresì l'esigenza che" e così via. Tra un "ineludibile", un "necessario", un "è altresì prioritario", venivamo e siamo venuti snocciolando priorità ed obiettivi che non erano più imputati a nessuno, perché il riflessivo "si" indica la cosa, ma non indica più per chi e in nome di chi la cosa viene fatta o voluta. È un fatto oggettivo. 1. La fine della classe operaia come classe generale. Perché questo cambiamento? Si potrebbe dare una risposta tranquillizzante e ricordare

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