B qualche anno fin il 30 per cento. Eppure gli associati non pagano più di 30 centesimi per settimana. Alcune società si applicarono a migliorare le abitazioi degli operai, appropriandole ai climi, ai luoghi, ai mestieri, riunendovi le condizioni d'economia, d'igiene, di comodità, col che non solo giovano la materiale esistenza, ma elevano la intellettuale e morale. Quando ciò si combini in modo che l'operaio possa, dopo un dato tempo, divenir padrone della propria casa, si soddisfa quel bisogno di proprietà ch'è inerente al cuore dell'uomo, e che lo fissa all'umile focolaio, pur sollevandolo alla classemedia, nerbo conservatore degli Stati. Ve n'ho mostrato il lato bello, e parrebbero rimediare all'isolamento dell'infruttifera individualità, e le maestranze ch'eransi distrutte come servitù, ricostruire sulla libera e leale adesione de' contribuenti, e cosi impedire il trascendere della democrazia. Ma quanti inconvenienti! Le banche di produzione e le cooperative, anche le poche volte che riescono, giovano soltanto ai salariati, non al piccolo industriale; inoltre richiedono qualche capitale e speciali attitudini, sicché sono un buon impiego per alcuni, non un rimedio per tutti. Delle banche di consumazione il vantaggio è illusorio e limitato: possono correggere il monopolio, ma impacciano l'utile intromis'sione del mercante che compra a tempi opportuni. Se poi rendessero men costoso il vivere, l'operaio si contenterebbe di salario più tenue, e così crescerebbe l'esibizione di servigi e scemerebbe la retribuzione. In qual luogo fioriscono queste associazioni più che in Inghilterra? eppure in nessun luogo l'operaio è più abietto e sofferente, né così gigantesche le crisi. V'è di peggio. Esse divennero una urgente minaccia all'ordine economico e all'ordine civile e politico, dacché, compresa la potenza dell'associazione applicata ad oggetti determinati, vi s'introdussero insinuazioni colpevoli, farraginose promesse, coalizioni minacciose, dottrine sovversive della proprietà, della religione, della famiglia; e vi prevalsero gli intrighi politici, le mene massoniche, i liberi pensatori. Allora, considerando unica libertà il pensare come loro, non soffersero contraddizione né tampoco controversie. [... ] - ---- - --- -- {)JJ.,BIANCO '°-XILllOSSO utii• i, M ,., SestoS. Giovanni.InternoForni Breda. 1938. L'Associazioneinternazionaledegli operai, che dall'Inghilterra dilatossi alla Francia, al Belgio, alla Svizzera, alla Germania ed ora all'Italia, detta leggi senza appello, impone prezzi e salari, organizza scioperi, anche lontano, soccorrendo chi resta inoperoso; talché vedemmo, per esempio, i vetturini ricusare il lavoro contemporaneamente in città distantissime. Ai mali dell'individualismo sottentrò dunque il male delle associazioni, non più dirigendole a immegliare la condizione degli operai, a sovvertire l'ordine sociale, a comandare agli altri, tiranneggiare, far rivoluzione. Nell'ignomito rancore del povero contro il ricco soffiano gli adulatori, i giornalisti, fin alcuni deputati e spingono ad eccessi che screditano anche la buona causa. Stuzzicati da costoro, gli operai in persona si presentarono ai congressi di Brusselle, di Ginevra, di Berlino, alle riunioni di Parigi; in nome del progresso e della fraternità e con precisione di formole e audacia di attitudine incitando alla rivolta, scalzando la società col pretesto di riordinarla, e la Chiesa qual complice dell'ingiustizia e S-t degli abusi. Le parole di solidarietà, cooperazione, alleanza del capitale col lavoro, mascherano l'abiezione e l'avidità. Ripudiasi ogni superiorità, anche quella del talento; il possidente non sia che usufruttuario; non eredità, non matrimonio né religioso né civile; i figliuoli deve educare non il padre ma lo Stato; l'operaio riceverà non la mercede proporzionata alla sua fatica, ma quella che fisserà lo Stato; lo Stato organizzi e distribuisca ogni cosa, ma lo Stato non è Napoleone o Guglielmo, bensì la maggioranza, che è maestranza, cassiera, istitutrice, despota fin delle coscienze. Dalla santità dell'associazione del progresso, germinò dunque uno de' maggiori pericoli per la società: eppure, dacché non solo la potenza ma l'autorità vuole dedursi dal numero, per gli operai e cogli operai dovranno risolversi non solo problemi economici,ma politici e sociali. Possono ancora i proprietari pretendere di tenere sotto a sé le altre classi, come una volta e coi mezzi d'altra volta? Non cerco se in bene o in male, ma il mondo ha cambiato, e s'entrò in una
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