non si potesse reprimere questa belva popolare che cogli eserciti e colle corti marziali. I savi vedono che la quistione operaia è la più grave del nostro secolo, giacché è lotta materiale e morale, non solo sull'esistenza d'un o d'un altro Governo, ma sulle basi stesse della società, sul diritto della proprietà; se possa dirsi il mio e il tuo; se a ciascuno spetti una famiglia e la sicurezza di quel che acquista colla sua abilità, e il diritto di trasmetterlo ai figlioli. Se può frenarsi la valanga dopo che è mossa, il torrente quando straripò, si potrà anche annichilare il portato di certe dottrine degli economisti e dei liberalisti, e poste le cause, dissimulare le conseguenze. L'agricoltore, almeno finché non sia sopraffatto dall'industria meccanica, anche ridotto a bracciante, trova da lavorare; poi vive accanto al massaio o al fittaiuolo che lo noleggia; mangia e lavora con lui, o, per lo meno, sa come quello vive, con lui patisce delle disgrazie campestri; come lui gode alla mietitura, alla vendemmia; beve qualche bicchiere del suo vino, partecipa al pane, ai frutti, agli animali di lui. Gli operai invece, senza citar quelli costretti a stare continuo o coi piedi nell'acqua, o tra la polvere rodente del cotone, o nei tenebrosi anfratti delle miniere, gli operai trovansi più disgiunti dal capitalista ç dal padrone quanto è più grossa la manifattura; quegli non ha parte alle loro fatiche, né essi a' suoi guadagni; sicché lo invidiano, e se lo figurano felice, e non rifinano le geremiadi sulla loro miseria. Ma un contadino con una fetta di polenta, un montanaro con quattro patate o una manata di castagne campano; quindi soldi al giorno bastano al giornante, mentre 100 lire sono scarse al ricco delicato. Voglio dire che non è povero chi ha poco, ma chi desidera di più. [... ] Siate ben chiari che l'operaio, oggi e qui, non è trattato peggio d'una volta. Una prova potete averla nella difficoltà che si ha ora a trovare servitori domestici, uomini e donne preferendo mettersi nella classe operaia. La sua condizione è, io dico, migliorata, tutti confesseranno cambiata; disordini e abusi, una volta creduti inevitabili, ora cessarono: egli migliora d'intelligenza; sviluppa il desiderio di cognizioni, il rispetto di sé stesso. Quanta distanza da PJLBIANCO '-X1t nosso 11tiriii1likii quei ch'erano anni fa, degradati fra bisogni e godimenti brutali! La fascettaia, la tessitora compaiono come signore, e di signore hanno spesso i modi, il contegno, i garbi. La società si occupa della loro rigenerazione, di istituzioni riparatrici, di soccorsi; tanto che il ministro inglese Gladstone diceva testé che il XIX è il secolo degli operai. Chi può dire fin a che punto spingerà l'impulso dato? Tutto sta che gli economisti, i politici, e più operai stessi sappian mantenerlo e dirigerlo. Ma poiché mali ci sono, e si sentono forse più in grazia di que' miglioramenti, si sperimentano istituzioni tanto variate quanto l'ingegno della filantropia. La Chiesa, quando era il fondamento e la direttrice della società, dava lavorare agli operai né conventi e nelle basiliche; istituiva ospedali per gli ammalati, e Monti di Pietà dove si otteneva denaro a interesse moderato, deponendo qualche pegno. Di poi si apersero Case d'Industria, ove lavorare chi non ne trovasse altrove, ma in via di limosina e con sottile retribuzione. Seguirono le Casse di Risparmio, ove si può deporre una piccola somma, e subito se ne gode l'interesse. Le Casse d'Assicurazione ricevono una somma tutt'a un tratto, o poco a poco; e si obbligano a restituirla dopo un certo tempo, ingrossata d'assai; onde con tenuti risparmi si raggruzzola un fondo, che ci servirà da vecchi, o che lascei.emo a' nostri figliuoli. Non si ricorre dunque alla limosina, ma al risparmio e alla previdenza. Ora poi l'associazione, di cui l'operaio sente i vantaggi per istinto, e che non fa più paura ai Governi, introduce un nuovo stato di cose che divien generale. In alcune società ciascun operaio depone un tanto ogni settimana, e con ciò si assicura un soccorso nella disoccupazione o nelle malattie. Altre vigilano ai fanciulli nelle manifatture, o alla preservazione delle figlioluccie e alla dignità delle madri: altre procacciano casa e vitto a buon mercato. Questi atti di pietà e previdenza vanno studiati con pazienza e con amore, chi voglia arrivare a stabilire l'accordo del padrone cogli operai e degli operai fra loro in una franca unione, ove, abbandonate le puerilità d'amor proprio, e peggio le quistioni politiche, si bilanci la solidarietà de' salari colla solidarietà de' capitali. SJ Più recenti sono le associazioni fondate sulla mutualità; cioè gli operai stessi formano un capitale con cui o si mette un magazzino ove gli oggetti di prima necessità vendonsi a prezzo inferiore, senza il guadagno che vuol fare il bottegante, e diconsi Società di Consumazione; o si esercita un'arte o una manifattura, ripartendo i guadagni fra i soci, e diconsi Casse di Partecipazioni; o s'istituisce una banca che riceve depositi e fa prestiti, massime agli azionisti onde comprare utensili o materie prime, e del guadagno che ne trae rende partecipi gli azionisti, e diconsi Banche di Credito. Schulze di Delitsch le cominciò in Germania nel 1852, ogni azionista pagando da 1,25 a 1,65 per buona entrata, poi 25 centesimi il mese: nel 1855 erano sette, or passano le 1.200, e in isconti e anticipazioni in un solo anno fecero più di 400 milioni d'affari. Insomma le Società di Consumo sopprimono il bottegaio; quello di Produzione l'industriale; quello di Credito il capitalista. Oltre lucrare sul prosperamento degli affari, gli artigiani imparano a far da sé, non chiedendo dal Governo che la sicurezza: stringonsi in fratellanza, trovano occasione di spiegare attività e intelligenza e la forza, moltiplicano non solo i mezzi, ma la buona volontà e il coraggio. 'Tutto per ciascuno, ciascuno per tutti' è il motto d'ordine, e fondansi s'un sentimento giusto: il sentimento della fede sociale della responsabilità. [... ] Nel 1854 a Rochdale, città d'Inghilterra di 40.000 abitanti in meschinissima posizione, 28 poveri mettono insieme i pochi centesimi che possono risparmiare sul satollar la fame; e radunate 700 lire, comprano qualche sacco di farina, qualche pezza di cotone, che possono così distribuirsi fra loro a prezzi minori della bottega. Con questi risparmi ingrossato il capitale, lo applicano a maggiori imprese, a istituire opifizi, a costruire abitazioni, a coltivare ortaglie, e così avere il cibo, il vestito, l'abitazione a miglior mercato; ed ora, dopo 25 anni, 7000 e più soci, col capitale di tre milioni fanno affari per 7 milioni l'anno; e dopo aver in quella città assistito i poveri, fondato otto gabinetti letterari, innalzato un palazzo centrale e una bella fontana, fatto donativi al Comune, sovvenuto gli operai disoccupati, ripartirono
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