ne dei blocchi, impone risposte adeguate capaci di proporre la Comunità non solo come mercato, ma anche come modello sociale ed istituzionale. La prima verifica sull'acquisizione di concreti risultati potremo averla nel prossimo dicembre dopo l'effettuazione delle due conferenze intergovernative, ma è certo che nel tempo che intercorre da oggi al dicembre '92 dovremo tenere alta la tensione e l'impegno lavorando contemporaneamente su due fronti: quello della modifica dei Trattati e quello della traduzione in direttive comunitarie, pur negli spazi angusti offerti dall'attuale normativa, dei quindici punti che per il sindacato europeo rappresentano le priorità nel i)JL BIANCO l.XILROSSO • Iil B11 Ai M ••~ tEI~I•IJ programma di azione sociale. Torino. Il sen. Agnelli visita i Grandi Motori. 1923. Albania in bilico Q uando a Scutari hanno fatto saltare in aria la statua di Enver Hoxha e vi hanno pisciato sopra, l'episodio fu considerato come uno dei più significativi per dimostrare che la variante albanese dello stalinismo era giunta al suo capolinea. Ma, nello stesso tempo, la volontà generale per chiudere definitivamente il conto con l'enverhoxhismo è forse il solo dato sicuro nell'Albania turbolenta di questi ultimi giorni. I futuri sviluppi politici in questo paese sono difficili da decifrare perché l'Albania sta per cominciare la navigazione in mari sconosciuti: pluralismo politico, economia di mercato, libertà di stampa e di espressione, libertà di circolazione dentro e fuori il paese. E quando i mari sono sconosciuti e immensi, per giungere sani alla riva, ci vuole almeno che la nave sia resistente, l'equipaggio calino e disciplinato e i timonieri bravi e capaci. Altrimenti la nave farà acqua da tutte le parti e affonderà trascinando verso una fine tragica i protagonisti di questa navigazione difficilissima. Nonostante di Giorgio Castriota tutti i misteri che questa navigazione presenta, una analisi si può anche fare arrivando a qualche conclusione più o meno realistica. Prima di tutto cerchiamo di capire che cosa succederà alle prossime elezioni del 10 febbraio. Poiché il 63 per cento della popolazione del paese vive in campagna, è comprensibile che lì si deciderà anche la sorte delle elezioni. Alcuni mesi fa il partito al potere annullò la decisione allucinante presa da Hoxha nel '78 di privare il contadino da ogni proprietà privata, in modo che questi fosse totalmente legato alla cooperativa. Alia ha ridato al contadino la mucca e un pezzo di terra di 3.000 metri quadrati per uso personale. Con questa mossa lui ha rettificato in qualche maniera la sua immagine nella campagna albanese. Ma questo non vuol dire che il partito comunista ha già assicurata la vittoria elettorale in campagna. Anche in campagna la dittatura e i tremendi abusi del potere comunista hanno lasciato profonde ferite che sanguinano : 47 ancora. Dall'altra parte, a causa dei residui feudali nella mentalità contadina, il maestro, il medico, il veterinario, cioè l'intelligenza della campagna; vengono considerati come capi e hanno grande influenza sulla massa dei contadini. E non si deve dimenticare che questi maestri, medici, veterinai vivono in gran parte in città e che fino a qualche anno fa sono stati abitanti della città studentesca di Tirana, che con le sue rivolte ha aperto la strada alla democrazia pluralistica in Albania. Per quanto riguarda la città, qui la disfatta elettorale dei comunisti è indiscutibile. Ne sono testimoni le dimostrazioni violente a Scuteri, Durros, Elbesan, Vlora, Tirana, Kavaj?.. In queste circostanze, la sola via d'uscita che rimane al partito comunista è una riforma radicale del suo programma. Altrimenti il partito si troverà di fronte ad un emorragia interna senza rimedio. Veniamo ora al nuovo partito, il Partito Democratico. Per adesso è un po' difficile capire qualcosa di questo
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