L'agosto di Saddam Hussein con l'invasione del Kuwait è stato un progressivo, non immediato, ma realissimo «memento mori». Rapida come dovuto nel prendere posto contro l'aggressione, stupefacente addirittura nel forzare le serrature burocratiche per dare veste giuridica all'embargo nei confronti dell'Irak, la Comunità ha invano - sul territorio politico - cercato di agire «come se» avesse una politica estera unitaria, «come se» l'oggetto di una delle conferenze tra i governi aperte a RoMilano. Breda, produzione bellica. 1916. . - i)JLBIANCO '-XILllOSSO iI IIB 11AiliiitiM itii ma fosse già precorribile in via sperimentale. Storia di questi giorni: con un rapporto sul terreno di 1a 1O- ad esser generosi - nei confronti degli Stati Uniti quanto a forze schierate contro il dittatore di Bagdad, la Comunità europea ha finora invano cercato di lanciare un discorso più completo, se non più avanzato, per convincere Saddam Hussein a ritirarsi dal Kuwait. E un discorso europeo già carico di anni, quello in favore di una conferenza internazionale per il regolamento ..is della questione palestinese, è apparso quasi una concessione dell'ultima ora a un tal Saddam Hussein. Di recente ho sentito, da un osservatore stagionato della scena, a Bruxelles, ricordare, sul terreno economico, che per l'Europa i tempi cupi conducono di norma al prevalere del «ciascuno per sé». Solo all'idea dei tempi più che cupi che aprirebbe un conflitto nel Golfo, non si può che provare un gelo, anche nel clima ancora caldo delleparole dei vertici romani per l'unione europea.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==