Il Bianco & il Rosso - anno II - n. 12/13 - gen./feb. 1991

cale anche attraverso la verifica elettiva. Bene tutto questo, ma senza rinunciare mai ad un sistema pubblico che, 1>11. Rl.\~CO lX11.nosso Hrf~ihiii nelle sue finalità, faccia prevalere sempre l'interesse generale e quello particolare, perché soltanto in questo modo il solidarismo sociale e quindi anche il nuovo sindacalismo confederale avrà nei prossimi anni il ruolo importante che ha avuto nel passato. Risposte forti alle sfide concrete S arebbe perfino troppo banale il constatare che il sindacalismo confederale è sopravvissuto a tutti i "profeti di sventura" che lo davano ormai per spacciato, quasi fosse un "residuo archeologico" ormai privo di senso in una società sempre più "pervasa" da tecnologie nuove e sofisticate e incentrata sull'esaltazione dell'individuo. Ma non possiamo certo abbandonarci a trionfalismi. Le vicende salariali ci sembra esemplifichino bene i problemi e le difficoltà che attraversa oggi il sindacalismo confederale. Del resto il non dimenticato "Rapporto Camiti" (1987) aveva denunciato la profonda disuguaglianza insita nel sistema retributivo italiano e, in particolare, la forbice tra settori esposti alla concorrenza e i cosiddetti settori protetti. Lo abbiamo affermato a più riprese: negli ultimi anni è venuta crescendo in Italia una nuova "questione salariale", che rispecchia le contraddizioni sociali che stiamo vivendo. La nostra economia ha consentito una crescita notevole di ricchezza per il Paese, facendo riemergere con forza il problema di una sua ridistribuzione da utili e da rendite e retribuzioni. Ma nello stesso tempo si è verificato un nuovo paradosso, costituito dal fatto che il recupero salariale si è mostrato molto più difficile per i ''produttori" di ricchezza che non per i "produtdi Silvano Veronese tori" di servizi, peraltro di non elevata qualità. Questa affermazione mantiene intera tutta la sua validità anche dopo la chiusura di alcuni importanti contratti dell'industria, quali quelli dei chimici e dei metalmeccanici. Questo ultimo, del resto, è arrivato a una sua conclusione solo dopo forti momenti di scontro sociale, dovuti all'intransigenza delle controparti, che puntavano ad un secco ridimensionamento del sindacato. A più riprese e in varie sedi la Uil ha riconfermato la scelta del modello di sindacato di partecipazione non come questione astratta o "bandierina di organizzazione", ma come modo concreto di affrontare e di tentare di dare soluzione ai problemi. Per noi rimane essenziale il metodo della concertazione, tra governo e parti sociali, delle politiche economiche e sociali. In questo contesto la formulazione di un progetto per l'ammodernamento e l'efficienza degli apparati pubblici e delle strutture e delle infrastrutture al servizio della produzione deve rappresentare il primo tassello di quel patto per lo sviluppo e l'occupazione nel quale collocare il rilancio della politica dei redditi, di tutti i redditi, come strumento per l'orientamento delle risorse ai fini concordati. Dal metodo della concertazione sulle questioni generali di politica economica e sociale dovranno discendere mo- : 36 delli rivendicativi e contrattuali coerenti e compatibili con le scelte generali. Proprio per aver operato non da oggi queste scelte riteniamo di avere le carte in regola per criticare non solo e non tanto chi ha apertamente ostacolato questo disegno per pregiudizi ideologici, come alcuni settori sindacali, ma soprattutto chi, pur rendendo ad essi un formale omaggio, ha operato nei fatti per impedirne la concretizzazione, come taluni ambiti imprenditoriali e politici. Ci riferiamo, innanzitutto, al governo Andreotti, che sembra adagiato in un quieto vivere giorno per giorno, badando soprattutto alla propria sopravvivenza e dando spazio ad ogni sorta di interessi parziali e corporativi, senza offrire sponde allo sforzo che il sindacato sta compiendo per far fronte a vere e proprie emergenze democratiche (vedi ad esempio l'esplosione del fenomeno "leghe"). A quanti, invece, nel movimento sindacale, si oppongono ad una seria politica dei redditi chiediamo solo di vedere il grave pericolo che la solidarietà tra i lavoratori - che oggi ha una delle sue massime espressioni nella confederalità - correrebbe se ci limitassimo a seguire la "giostra" dellevarie rivendicazioni: a gennaio riparte la vertenza per il rinnovo del contratto della scuola, poi seguiranno le vertenze che coinvolgeranno gli altri comparti del Pubblico Impiego e cosi via.

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