i>!L Rl.\\'CO '-.Xli. BOSSO ■ ni#hlii Nuova tensione etica e partecipativa Riflettendo sui grandi mutamenti verificatisi negli ultimi 15-20 anni, si è spesso parlato di svolta epocale, facendo in particolare riferimento ai temi della innovazione tecnologica e alla internazionalizzazione e finanziarizzazione dell'economia. È indubbio che questi fenomeni od altri ancora hanno avuto un ruolo fondamentale nei mutamenti sociali, provocando spesso crisi di identità nelle organizzazioni sociali e politiche, alle loro strategie e alla loro capacità di rappresentanza; ma altre sono forse le ragioni più profonde della crisi del sindacalismo confederale, che va collocata all'interno della crisi più generale della politica, nelle forme e nei modi coi quali si è fin qui espressa. Mi riferisco in particolare ad una causa forse opinabile, ma a mio avviso troppo poco avvertita, che Armido Rizzi a un recente seminario Cisl a Bologna richiamava, ricordando il passaggio da una fase di Livio Filippi ormai chiusa di lotta per la sussistenza ad una fase ormai consolidata e diffusa nell'occidente capitalistico, di benessere e ricchezza. In altro modo, rispetto alla ormai nota tesi della società dei due terzi, il passaggio dalla ricerca di un sistema di garanzie, e tutela minima per lavoratori privi di tutto, ad una fase nella quale la sicurezza economica e il benessere materiale è raggiunto mette fortemente in discussione i criteri di riferimento etici della iniziativa rivendicativa, che procede ancora in larghissima misura su presupposti e regole vecchie, incapaci di riportare a sintesi in un contesto mutato l'insieme dell'azione della iniziativa sindacale. Viviamo in una società secolm-izzata, nella quale il materialismo consumistico viene elevato a unico grande valore di riferimento, è ormai diffuso e pervade strati sempre più ampi di cittadini e lavoratori a prescindere dal loro riferimento culturale e/ o ideale. OROLOGIODli LAVOBIT8B1 Parte 11nterio~o. MILANO· Via li ptù esatto • • ----- 3[ ptù pratico• • q!_ Ph\ -~_conomico Movimento svluero - cus• ~a 11rtbllc,u11ento 1i,vo,rat11, 'in rnotallo <li com11o•lilono - uso ,ug,;u ,~ vecchio. • Robu8ti8ijÌIRO, 1n1u11le~ia 21 lmeo - 31i oro di carica 11Uernontoif. No■ co■ lo .. ert COII. or,locl messi la ce■■erclo ù Cue eh la,-rìcaeo aeree ■cale■ le a tallo •■■ao 4tl luoratoA. lnv ue ca, tolina va.• 1rl1a ,~Ila Premiata Dftt■ IN• TERNATIONANLOVl!LTV ~- Santa Rac1eg0nd.a Pubblicità commerciale fine '800 rivolta ai lavoratori. - PMrle poateriore. 10 - MILANO 1 2X In questo contesto, il sindacato deve farsi portatore innanzitutto di una forte tensione etica ed operare per i propri quadri e i lavoratori tutti, un radicale mutamento culturale senza il quale l'esperienza del sindacalismo confederale potrà avere continuità organizzativa, ma rinunciando nei fatti ai tratti distintivi e caratteristici della propria storia. Il rischio in questa fase è quello di buttare il bambino con l'acqua sporca, cioè quello di mutare i valori, mentre si dice di voler cambiare le politiche. Va portata a fondo la riflessione e la ricerca culturale su enunciazioni troppe volte rimaste slogan quali solidarietà e sobrietà. Solidarietà intesa anche come esigenza di darsi criteri e regole comuni per tutti i lavoratori, dal privato al pubblico; sobrietà verso il sud del paese e del mondo intero, se si intende dare prospettive di civiltà e di pace per le generazioni future. Se il tema di fondo è quello di come esprimere principi di eguaglianza, di solidarietà, fra i lavoratori delle società più ricche e verso quelli delle aree più sfavorite del pianeta, appare chiaro che occorre agire e sugli uomini e sui modelli e le forme della politica, sapendo che il sindacato non vive e non può vivere sotto una campana di vetro, ma che può dare un suo originale contributo al rinnovamento culturale e politico proprio e dell'intero sistema. Si pone per il sindacato l'esigenza di un rapporto più aperto e dialettico col mondo della ricerca, con la realtà istituzionale e politica, nella consapevolezza che il rinnovamento istituzionale è ormai essenziale al dispiegarsi di una progettualità più forte e per un governo più autorevole dei processi, ma anche con la convinzione che lo stesso
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