quando non ci si trova dinanzi ad una linea diversa, ma in presenza solo di tatticismi contrapposti, che spesso hanno poco a che fare con gli obiettivi da raggiungere. Occorre ridurre e limitare al minimo la concorrenza tra le 00.SS. Non giova a nessuno la caccia all'iscritto con metodi e promesse di vecchio e superato retaggio. Un confronto aperto e leale che permetta di definire nuove regole per la rappresentanza e la costituzione ed il ruolo degli organismi unitari di base è non solo auspicabile, ma presupposto indifferibile per una più incisiva e concreta presenza del sindacato nei posti i>JI. Bl.\~CO ~11.llOSSO •h•ihlii di lavoro e per quel recupero di credibilità tanto necessario. Infine, sembrerebbe opportuno avviare in concreto un approfondimento sull'ipotesi unitaria con l'approntamento di una vera e propria piattaforma sulla materia da sottoporre all'analisi ed al dibattito delle strutture sino al confronto generale dei Congressi. Solo in questo modo si avvierà la struttura del progetto unitario che, ancor prima che nei fatti, deve nascere e crescere nelle coscienze, in assoluta indipendenza di giudizio, e nella generale convinzione del suo scopo che è quello di rafforzare il peso dei lavoratori e del sindacato nella società. Rispetto all'importanza di tali obiettivi appaiono quasi insignificaanti le eventuali resistenze, interne ad ogni singola organizzazione, legate a logiche di potere, personali e politiche, individuali e di gruppo: resistenze che tuttavia, non vanno né ignorate, né sottovalutate ai fini di un loro superamento, indispensabile a spianare il cammino verso l'unità sindacale. L'occasione «storica» che si presenta al movimento sindacale di rafforzare con l'unità il sindacato italiano non può, non deve essere mancata; nell'interesse dei lavoratori, dei pensionati, delle fasce più deboli della comunità, nell'interesse di tutto il Paese. L'identità lacerata A me sembra un parametro falso, o quanto meno del tutto insufficiente, quello che tende a giudicare la qualità delle politiche confederali dal tasso di unità o di divisione realizzato tra Cgil-Cisl-Uil. Equivoci pesanti hanno accompagnato, in questi ultimi mesi, i giorni dell'unità come quelli della divisione confederale. In modo diverso dal passato si pone oggi la questione del potere sindacale. Dicevamo, ieri, «uniti si vince»: ma eravamo deboli, privi di risorse, vedevamo quotidianamente contestato il nostro spazio politico e sociale; oggi riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo sul serio, e a noi, non raramente, s'appoggiano partiti e istituzioni. E la tesi dell'autonomia variabile dipendente dal tasso di unità non trova riscontri apprezzabili in ciò che accade. A me pare che esista soprattutto un problema di identità del sindacalismo confederale e di una più forte unità tra le forze sindacali, ovunque dislocate, che abbiano a cuore le idee, i progetti, le ambizioni del sindacalismo confederale. L'identità è qualità importante: ci fa . - di Rino Caviglioli diversi da qualunque altra organizzazione di interessi, ci tiene insieme, coinvolge. Ed essa oggi appare non limpida, lacerata, forse sfregiata. Sui nostri testi è scritto: il sindacalismo confederale è il sindacalismo della solidarietà e dell'uguaglianza. Ma quale è il volto moderno della solidarietà e dell'equità in questa società secolarizzata, che alza continuamente lo zoccolo dei bisogni minimi fondamentali, che induce con il suo sviluppo disuguaglianze robuste, che ha ormai dimensione europea? Ci sono questioni sulle quali la diversità del sindacalismo confederale, rispetto ad altre forme di associazionismo e di tutela degli interessi, non è più evidente. Prendiamo il rapporto tra lavoro pubblico e lavoro privato: su quantità e qualità del lavoro richiesto, trattamenti salariali e previdenziali, produttività, qualità delle produzioni e dei servizi resi c'è ormai una divaricazione insopportabile e crescente tra i settori esposti al mercato internazionale e gli altri. È vero: la insoddisfazione diffusa che si riscontra in ogni categoria di la23 voro dipendente a conclusione di un anno durante il quale s'è contrattato moltissimo, denuncia la obsolescenza dell'attuale sistema contrattuale. Ma tale constatazione aggrava, non elimina di certo la questione essenziale, che è di governo sindacale delle politiche retributive, poiché l'ultima tornata contrattuale ha allargato decisamente la forbice ed ora se ne rischia un'altra dello stesso segno: evidentemente per i più spesa pubblica, inflazione e produttività di sistema sono variabili indipendentemente dalla politica sindacale. Nel dualismo più antico, quello tra nord e sud del paese, le novità più interessanti vengono dalle imprese. La Fiat annunciando 5000 miliardi di investimenti e 7000 nuovi occupati in Basilicata e Campania, sia pure selezionando aree geografiche e qualità dell'offerta di lavoro, ha il coraggio di andare controtendenza rispetto al comune sentire della gente del nord, anche nostra, laddove cresce l'insofferenza e l'ostilità per tutto ciò che accade da Roma, compresa, in giù. Il sindacalismo confederale, da parte sua, elabora
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