i.)!I, BIANCO lXII.HOSSO Q■IIUIIMitllt411Mi le, nel pronunciarsi su importanti strumenti di sicurezza sociale, ha ritenuto di dover ripetutamente richiamare i tre fondamentali principi di libertà, di uguaglianza e di solidarietà, indispensabili per «assecondare la progressiva realizzazione dello stato di democrazia sociale voluto dal Costituente». Un'ennesima riprova, nel caso servisse, che il cammino verso l'uguaglianza è lungo e difficile. Il prof. Giovanni Sarpellon ha ricordato infatti che la disuguaglianza è una costante della storia sociale. In una società democratica essa può sembrare meno dura ma esiste pur sempre un limite oltre il quale la disuguaglianza crea povertà. Sembra paradossale parlare di povertà nella conclamata «società del benessere» eppure la povertà e l'emarginazione continuano ad essere una triste realtà per i paesi del terzo mondo ma anche per una parte non trascurabile degli abitanti dell'Europa. Non solo, ma vi sono oggi segnali sempre più chiari dell'affievolirsi della solidarietà e della accettazione della povertà. La filosofia industriale che si fonda sulla «meritocrazia», sulla partecipazione cioè ai risultati in ragione del proprio contributo, oggi vincente all'interno dell'impresa, si sta estendendo pericolosamente all'esterno dell'azienda, nel settore sociale. Se questo è vero, che prospettive ha la solidarietà nella società di oggi? È possibile - ha chiesto Rino Caviglioli ai relatori - conciliare solidarietà ed efficienza, oppure la solidarietà rappresenta un freno allo sviluppo? E se è possibile, come vogliamo che sia, quali sono le strade da percorrere? A questo interrogativo sono stati chiamati a rispondere tre interlocutori privilegiati, l'impresa, l'istituzione locale ed il sindacato. Tutti d'accordo nel riconoscere, ciascuno dal proprio versante di osservare, che finora questi valori si sono mal conciliati, le strade indicate sono però lontane: Piero Pozzoli della Federindustria propone il perseguimento dell'uguaglianza delle opportunità e dei punti di partenza; Nando Odescalchi, assessore regionale dell'Emilia Romagna, propone l'introduzione di elementi privatistici nell'organizzazione dei servizi partendo almeno dall'equità, pre-requisito per la solidarietà; Franco Bentivogli, segretario confederale della Cisl, promette un impegno del sindacato a SCHEDA DI ADESIONE ALLA ASSOCIAZIONE «RIFORMISMOE SOLIDARIETÀ» Il sottoscritto ............................................................................................................................................................................... residente a ................................................................................................................................................................................... Via Cap. Comune Prov. di professione ................................................................................................................................................. aderisce alla AssociazioneNazionale «RIFORMISMO E SOLIDARIETÀ» con sede in Roma - Via E. Q. Visconti, 55 e comunica di aver versato a tal fine: □ □ □ □ □ □ L. 100.000 (quota socio ordinario) L. 500.000 (quota socio sostenitore) Tramite e/e posta n. 52540002intestato all'Associazione [ comprendono l'abbonamento al mensile «II Bianco & il Rosso» Tramite versamento sul c/c bancario n. 10069.06presso il Monte dei Paschi di Siena-Ag. 3 Via Cola di Rienzo - Roma - intestato all'AssociazioneRiformismo e Solidarietà - Via E. Quirino Visconti, 55 - 00193Roma Tramite assegnobancario o circolare inviato direttamente alla sede dell'AssociazioneNazionale (indicare estremi di assegno) Direttamente alla sede dell'AssociazioneNazionale N.B. Sempre, qualunque sia il modo di versamento, va indicata la causale. Rispedire alla AssociazioneRiformismoe Solidarietà, Via E. Quirino Visconti, 55 - 00193Roma - Tel. 06/3217209. --- ■ 76
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==