Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 10/11 - nov./dic. 1990

Bi rirsi con la famiglia), era fuggito per la violenza provocata dal suo stesso gruppo etnico, gli zulù, che aizzati dai «guerrieri» dell'Inkhata hanno scatenato il terrore, tentando di trasferire la violenza che nel Natal è cominciata già nell'84 anche nelle zone di Johannesburg, dove dallo scorso agosto ad oggi sono morte più di 800 persone. La devastazione provocata dal sistema dell'apartheid non è risolvibile in poco tempo, si tratta di ristrutturare un sistema sociale dalle sue fondamenta, basti pensare che i bianchi non raggiungono i 5 milioni e i neri sono quasi 28 milioni, la grande maggioranza della quale vive in condizioni di mera sussistenza, tagliata fuori dal mercato dei consumi con tassi di disoccupazione che in alcune aree sono il 700Jo,che la maggioranza vive nelle baracche delle township, che le proprietà sono dei bianchi, che la resistenza al cambiamento nella comunità bianca è molto forte, che la polizia continua nella sua azione di repressione e di sostegno alle forze dell'lnkhata, che tra i neri mancano, anche se vanno sempre più aumentando, forze lavoro qualificate. Di tutto questo le forze democratiche sono ampiamente coscienti, l' Anc in primo luogo, cqe sempre di più si manifesta come una forza autenticamente popolare di massa e multirazziale, ma anche i sindacati e le organizzazioni di base, che in tutti questi anni di messa fuorilegge dei partiti sono stati non solo la spina dorsale ma anche il cervello della resistenza. Ai negoziati tra il Governo di De Clerk e l' Anc, che continuano tra alterne vicissitudini, la gente guarda con molta speranza ma anche con scetticismo, anche perché alcuni accordi siglati non vengono pienamente rispettati. È il caso del ritorno degli esiliati; infatti, mentre l'accordo parla di tutti gli esiliati, il Governo vaglia ogni singolo rientro; lo stesso vale per l'accordo sui prigionieri politici, i quali vengono liberati con molta lentezza e si pongono limiti alla liberazione di tutti. Così come rimangono ancora in vita quelli che sono i pilastri dell'apartheid, per esempio il «group area act» che vieta ai neri o ai cosiddetti coloroud di vivere in aree che non sono state loro designate, ed è tutt'ora valida la legge sulla proprietà della terra, ai neri sono stati concessi piccoli appezzamenti in i.)_(L BIANCO '-X.11. nosso •IIIBG4110iitiMitii aree distanti tra di loro, ma 1'870Jodella terra è proprietà dei bianchi. E il Governo non agisce contro chi provoca la violenza, ma anzi le forze di polizia appoggiano il movimento dell'lnkhata, sia nel Natal dove lo scontro era più chiaramente tra Inkhata e forze democratiche (nel Natal la popolazione è zulù), sia nelle township dove si vuole presentare lo scontro come scontro etnico, zulù contro Khosa, mentre la realtà è che l'Inkhata e soprattutto Buthelezi sta conducendo una battaglia per il potere politico dove l'interesse per i propri privilegi supera di gran lunga la lotta per la fine dell'apartheid, Buthelezi sostiene infatti il sistema delle «homelands». Nelle violenze degli ultimi mesi, forze di polizia e uomini mascherati bianchi, scoperti poi essere poliziotti, hanno partecipato fianco a fianco dei guerrieri dell'lnkhata ai massacri. L' Anc chiede quindi al Governo maggiore chiarezza e determinazione nel portare avanti gli accordi e le riforme, nell'alleanza con il Cosatu e altri sindacati chiede un salario minimo, e soprattutto la formulazione di una nuova costituzione che sancisca la fine dell'apartheid e della segregazione per aree, per creare una nazione unica dove ogni persona possa votare e contare come cittadino. In questo senso si stanno esaminando le esperienze di nazioni con gruppi etnici diversi, dal Belgio al Canadà, ma anche dalle esperienze africane dopo la fine del colonialismo, come lo Zimbabwe. Così come si sta discutendo di quale sistema economico sostenere e l'Anc propugna l'economia mista. Dal canto suo De Clerk, per portare avanti le trattative chiede sempre più incessantemente la fine delle lotte sindacali e sociali che in questi anni si sono fortemente sviluppate, soprattutto nelle township, dove le associazioni hanno organizzato scioperi degli affitti, della luce, del gas, per chiedere case, servizi sociali, risanamento dei quartieri, ribellandosi e praticamente creando un potere alternativo alle autorità municipali elette quasi sempre con meno del lOOJodalla popolazione nera ed imposti dai bianchi. In molte località le lotte sono state un successo come per esempio l'accordo fatto a Soweto alla fine di agosto, che abbonava il periodo dello sciopero 72 e riduceva la rata d'affitto, ma in molti altri luoghi, ed è lotta di questi giorni, le municipalità bianche hanno tagliato la luce, il gas e l'acqua, e a centinaia di migliaia di persone sono state demolite le baracche alzate al di fuori delle aree consentite. Problemi immensi che rendono indispensabile l'unità nel movimento dei neri, messo continuamente alla prova, anche se non si può accettare il tentativo che viene fatto da chi ha sostenuto la fine dell'apartheid obtorto collo, che le divisioni giustificano la linea della non accettazione di una persona un voto. Nel caso della violenza tra i neri, non v'è dubbio che i maggiori responsabili sono quelli che hanno, con la politica del divide et impera, alimentato la corruzione e la delazione. Malgrado le difficoltà, la maggioranza del movimento democratico è unita e si rafforza ogni giorno di più. Il Sudafrica nuovo sarà pluralista e multirazziale, così come dice l'Anc e in questo senso anche le forze come il Pac e l' Azapo, che credono in organizzazioni separate tra neri e bianchi, hanno una influenza, come si è visto anche da diverse inchieste, che rimane al di sotto del 7%. Il problema centrale rimane quello tra Buthelezi che non rappresenta tutti gli zulù e del Movimento democratico nel suo insieme: Buthelezi nelle sue elaborazioni rappresenta un'area nera di destra e per di più corrotta. Ma anche tra i bianchi la situazione è molto tesa: De Clerk deve combattere contro molti del suo stesso partito che si oppongono ai cambiamenti e con le destre naziste di Terry Bianche, che già sono armati e hanno dato indicazioni a tutti di armarsi. La grossa parte e soprattutto le forze economiche rilevanti, però è con De Clerk, anche se non tutti fino al punto di accettare che si arrivi ad una nazione unica con un uomo e un voto. La partita è aperta, a noi europei l'impegno di continuare nel nostro sostegno a quelle forze che in Sud Africa si battono per la democrazia e la fine delle diseguaglianze, in questo senso è indispensabile mantenere il governo De Clerk sotto pressione, per impedire che ciò che cambia sia solo quello che appare più evidente all'esterno, mentre all'interno continuano violenze, repressione e miseria per la gran parte della popolazione.

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