Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 10/11 - nov./dic. 1990

Si rischia comportandosi così di rimanere nell'area del «residuale». Ha perciò adottato la strategia di tessere alleanze mirate - cioè su progetti precisi e definiti - sia con le componenti del terzo sistema, che abbiamo già citate, sia con le forze sociali ed in particolare con i sindacati. Sono nate cosi iniziative per combattere la droga, per l'handicap, per il mondo del carcere, per i colpiti dall'aids, per gli anziani non autosufficienti, per la tutela dei minori, per gli extracomunitari, di grande rilievo etico e di forte impattonell'opinione pubblica. Infatti la forza di pressione e di orientamento - espressa dall'intesa con queste «centrali» - non è paragonabile a quella sviluppata dalle isolate associazioni di volontariato. Non solo, ma la convivenza nell'azione fra volontari, cooperatori, sindacalisti, protagonisti dell'azione da patronati, _\>_lJ.BIA~CO \XII.HOSSO •U•#Oid crea e moltiplica nuove amicizie, rapporti, intese, ricchissime sul piano relazionale, consente una più ricca circolazione di valori, di informazioni, di esperienze. Questa uscita «dal tempio» ha giovato in modo determinante sul1'efficacia degli investimenti a tutela delle fasce deboli di ogni comunità locale. La rinuncia alla «superiorità»nella collaborazione con le associazioni laiche e laiciste Il volontariato cattolico ha imparato a mantenere integra la sua identità, senza volerla né imporre né presentarla come garanzia dell'azione gratuita «doc», esemplare, superiore - per definizione - all'impegno di solidarietà degli altri. Il lavoro svolto insieme ai movimenti non ecclesiali,nelle ripetute situazioni di emergenza, di sismi, di drammatici avvenimenti - spalla a spalla nel «servizio dell'uomo» - ha fatto cadere pregiudizi, barriere, diffidenze. Sono nate intese, collaborazioni, scambi culturali ed esperenziali di alto valore. È prevalsa una visione di «Chiesa compagnia» su quella di «fede docente», di coinvolgimento fraterno nell'avventura umana, dove l'essere «doc» è _garantito soltanto dalla capacità di esprimere solidarietà, dedizione, testimonianza, - coerenza - correlata alla propria etica. La significazione di «credente» ha assunto un tono, una prospettiva più ampia, più rispettosa della diversità, in fondo storicamente più ricca e vera, ma anche più cristiana perché più ecumenica. Oltre la secolarizzazione: tra Balbo e Napoleoni A ll'«ultimo» Claudio Napoleoni va senz'altro riconosciuto il merito di aver rilanciato nel nostro Paese, al punto più alto, la ricerca sui rapporti tra «fede e politica» nonché su quel processo di secolarizzazione che ne ha rappresentato l'esito («Discorso sull'economia politica», 1985; «Cercate ancora», 1990). Un percorso segnato da una duplice «emergenza critica»: la rottura col pensiero di Franco Rodano e l'approdo alla «filosofia religiosa» di Augusto Del Noce. Dal primo, il distacco si è dato proprio in quest'ultima fase in cui esso si è imposto come modello per la strategia dei rapporti tra cattolicesimo politico e forza politica post-comuni- - di Luciano Valle sta. Per Napoleoni il nucleo forte della riflessione di Rodano (la separazione secca tra spirituale e temporale, il tomismo controriformistico senza grazia, quasi pelagiana, il ruolo troppo marcato affidato al «Politico» in funzione di redenzione di un finito non compromesso dal peccato) sia come filosofia della storia sia come strategia politica, appare ormai del tutto inadeguato. La soluzione, piuttosto, va cercata su un altro piano, coinvolgendo la riorganizzazione del progetto stesso della ragione umana, ristrutturandone i percorsi sino ad esigere il primato dell' «umiltà», dell' «amore», della «grazia», della «contemplazione» (la «scholé» greca). Insomma: dalla crisi • 59 • - :w· ' .. .... - ' - - ..,- - - attuale della civiltà e della democrazia, che sono crisi planetarie, non si esce solo con soluzioni tecnico-formali, economiche, istituzionali. Con l' «ultimo» Heidegger, Napoleoni ripete: «Ormai solo un Dio ci può salvare». Esplicitamente, per Napoleoni il passaggio è da Rodano a Del Noce. (Un approdo che Raniero La Valle, omologando Del Noce ad Heidegger, considera «di destra»). In realtà a me pare che la critica dell'economicismo in Napoleoni vada ben oltre lo stesso Del Noce. L'agostinianesimo di questo ultimo, infatti, approda al dualismo tra ragione moderna (scienza, tecnica, prassi) e piano religioso. Il moderno si salva solo in quanto è fondato religio-

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