Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 10/11 - nov./dic. 1990

la consapevolezza ci hanno impedito di percorrere fino al termine le due strade. Un limite costante della presenza cattolica nel sociale e nel sindacato, naturalmente nello specifico italiano, è la ritrosia a trasferire la grande capacità di azione popolare nella dimensione istituzionale e politico-amministrativa. Il retaggio di estraneità allo Stato non ~JJ,BIANCO lXn,nosso •h•#hid è scomparso. Purtroppo, oggi la questione è ancora più ardua: infatti alla tradizionale distanza dalla politica si somma il moderno giustificato fastidio per come la politica (e talvolta anche il sindacato) viene praticata. Un fastidio sicuramente poco propositivo e tuttavia in crescita vorticosa. Da esso non usciremo se la critica della politica non diventerà anche critica della società e dei modi di vita. In questo senso l'insegnamento recente della Chiesa sulle questioni sociali è sicuramente più avanzato della nostra coscienza media del problema. Anche se tocca a noi sperimentare le risposte storicamente possibili. I cattolici nel volontariato sociale Volontariato al guado Questi ultimi quindici anni di presenza culturale e operativa dei cattolici nel mondo dell'azione gratuita - realizzata ai fini della solidarietà sociale - segnano profonde innovazioni sia sul piano motivazionale, che delle scelte politiche e sociali, infine della collaborazione con le altre componenti della comunità italiana impegnata nel mutamento delle politiche sociali. Si tratta di una evoluzione radicale della sua identità, ispirata dalla nuova cultura del Concilio ma anche dall'insegnamento del Magistero post-conciliare e senza dubbio anche come riflesso di una dinamica storica del costume e della vita socio-economica del Paese, nella quale l'azione del moderno volontariato organizzato ha un ruolo trainante. Potremmo indicare - in rapida sintesi - le note caratteristiche di questa evoluzione, premettendo - per obiettività e correttezza di informazione - che delle circa 7000 realtà (associazioni, gruppi, cooperative, patronati, movimenti) che costituiscono la galassia del volontariato di ispirazione cristiana, pari oggi al 60% dei gruppi esistenti nel Paese, non tutti hanno vissuto di Luciano Tavazza questa crescita civile ed ecclesiale. Alcuni sopravvivono nella vecchia cultura caritativo-assistenziale, altri sono in piena trasformazione, la parte più matura, ma minoritaria, ha pienamente adottate le linee di tendenza innovativa che qui di seguito indicheremo. La dimensione «politica» Il volontariato moderno, organizzato in associazioni formali, mentre conferma l'impegno di testimonianza, di condivisione, di intervento tempestivo, non burocratizzato, a fronte delle esigenze immediate, manifestate dall'emarginazione, ritiene indispensabile oggi un contestuale impegno di carattere politico (non partitico) nella rimozione delle cause della povertà, del disagio esistenziale. Senza questa seconda dimensione non si potrebbe oggi parlare - correttamente - di volontariato, ma soltanto di beneficienza, di assistenza. Iniziativa questa ultima eticamente importante, che però volontariato non è. Tale distinzione di atteggiamenti vitali è ormai accettata da quasi tutti, così come la differenza fra l'associazionismo, che ha cura della crescita dei propri soci, e chi invece si unisce, si aggrega come il volontario per dar vita a servizi in favore del mondo della emarginazione, non solo economica ma relazionale. Con «dimensione politica» il volontariato di ispirazione cristiana intende un «complesso di intervento nella vita del territorio - a livello quotidiano - capace di contribuire al mutamento della qualità della vita della comunità, in quanto forza di pressione, di orientamento, di mobilitazione». La carità non è più disgiunta dalla giustizia, che anzi diventa un prius. Il Concilio che aveva sancito: «Non sia dato a nessuno per carità di quanto gli è dovuto per giustizia» vedeva cosi tradursi in prassi operativa feriale - a livellodi base popolare - i suoi orientamenti. Il volontariato cessava di essere soggetto meramente caritativo per affermarsi come «soggetto politico» nello spirito del secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione. La collaborazione leale con le Istituzioni Contro un passato atteggiamento di opposizione, diffidenza, separatezza,

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