.P!I. BI\ :'\CO lXll.llOSSO 1111 #§1 11 ---------·-·- Villo ptr I'~ .U. dtdo dtl ,,..,,. """"""· .,.,.,. """' o ,. ,,,,.. ,,,,. Schedaper elezioni interne al Partitopopolaredi Bergamo.1919. borto, e chi, invece, vede la 194 soltanto come il riconoscimento di un diritto libertario. Enrico Berlinguer e Natta si sono battuti contro questa tendenza (non certo socialista) ma senza molto successo. Ora Claudia Mancina deve difendere Occhetto che ha parlato di «diritto alla vita»: denunciando l'errore di lasciarne il monopolio agli avversari della legge. 4. Scoppola stesso riconosce oggi, come è noto, che la Dc è irriformabile. Gli altri amici ed io ne eravamo convinti da molto prima del 1976. L'ispirazione cristiana e la spinta al cambiamento di tante cose inaccettabili cristianamente non possono che entrare in conflitto con la volontà di mantenere maggioranza e centralità. È vero che un orientamento comune si può verificare con persone stimabili della sinistra Dc, Martinazzoli, Granelli, l' Anselmi, ecc., ma è non meno vero che le stesse persone sono troppo sensibili al richiamo dell'unità, e quindi del potere, anche quando ha il volto non stimabile di Gava. Resta più attuale che mai la necessità di guardare altrove, specialmente verso il nuovo Pci, o come si chiamerà, in corso di faticosissima gestazione. 5. È un dato certo, forse non abbastanza studiato, che l'operazione del 1976 coincise col massimo storico del Pci. Perché, già a partire dal 1979, e nonostante le tesi congressuali di quell'anno, già ricordate, che ponevano fine ad ogni residua incompatibilità di principio, il flusso di voti «cattolici» verso il Pci si arrestò, invertendo anzi la marcia? Può darsi vi sia stata una nostra carenza: debolezza di iniziativa e di immagine. Ma va pure messa in conto la proposta politica generale del partito: intuizioni lungimiranti di Berlinguer, sulle quali era possibile una larga convergenza cattolica (alludo, in particolare, all'austerità del 1977: un'idea complessa, insufficientemente rappresentata da quel titolo), non erano state accolte, e tanto meno sviluppate, dal partito. Si è seguitato con le affermazioni di pluralismo culturale e di arricchimento reciproco, nonché della necessità che l'alternativa nel governo, in Italia, non abbia connotati laicisti. Ma non si è andati oltre queste ribadite affermazioni di principio. Tanto è vero che, nella cosiddetta fase costituente della nuova formazione politica, soprattutto nel gruppo dirigente, sembra prevalere, di fatto, un disinteresse crescente verso i cattolici. 6. D'altronde l'operazione del 1976, che certamente rispose a un progetto politico complessivo (non singole persone, ma gruppo rappresentativo di un'area) non si è più ripetuta. Anzi le liste elettorali del 1983 furono formate in modo tale da emarginare, se non proprio accantonare, quel disegno. I gruppi parlamentari della Sinistra Indipendente cambiarono nettamente fisionomia. Mentre nelle due legislature precedenti il rapporto fra credenti e non credenti (Anderlini, Branca, Carettoni.. .) dette luogo a un'azione politica comune, mai conflittuale (salvo il caso dell'Astrolabio, ch'era però questione di costi e ricavi politici), la nuova generazione di eletti laicisti, nella legislatura del 1983, manifestò una crescente difficoltà di convivenza (per esempio, Adista, ritenuto fin allora strumento importante di lavoro politico comune, finì per essere considerata di esclusivo interesse dei cattolici, secondo la logica della lottizzazione). Né il partito si adoprò perché le difficoltà fossero superate. 7. L'operazione del 1976 appartiene al passato, ha perduto ogni senso. Non è più questione di candidature, qualità e quantità. Ma di proposta politica complessiva: dove andare, quale tipo di società costruire, cosa significa sinistra, come opporsi sia al dominio del mercato sia al sistema fondato sulla invadenza onnipotente dei partiti? Sistema democristiano? Si, in quanto la Dc lo ha inventato e sviluppato. Ma no, in quanto tutti gli altri partiti vi partecipano, consociativisticamente, chi più chi meno. Occhetto ha enunciato la dottrina del «limite dei partiti», ma ha suscitato opposizioni interne più forti del prevedibile. Proprio su questo problema, che non ha proprio nulla a che fare con le ideologie, penso si decida in misura determinante anche la possibilità di una larga adesione di cattolici al Pci-Pds, o come si chiamerà.
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