.P!I, BIA:\CO ilJl,HOSSO u:,w,aa Appunto autografo di Luigi Sturzo per la scelta del nome del Partito popolare. laicità di Arturo Carlo Jemolo, estremo esponente d'una illustre tradizione cattolico-risorgimentale: «La vera coscienza laica si ha nel credente solo allorché egli accetta lo stato di fatto della diversità di concezioni che si riscontrano in un dato momento, e che ritiene lo Stato debba ispirare le sue leggi e le sue opere a quelle visuali di bene che sono comuni a tutte le concezioni (... ) e che pertanto lo Stato debba ammettere nella sua legislazione, consentire attraverso la sua legislazione, quello che per lui credente è peccato, e la propaganda di ciò che per lui è tale: lasciando alla libera gara tra uomini religiosi ed uomini non tali, il compito di fugare il peccato, di far sì che il peccato, pur consentito dalla norma di legge, non abbia mai a venire commesso». Jemolo dichiarava esplicitamente di non aver mai votato per la Dc, e si sa che egli aveva volta a volta accompagnato gli azionisti, la sinistra (all'epoca del Fronte popolare), l'area liberalradicale, la dissidenza antimaggioritaria nel '53. La sua testimonianza, etica politica e scientifica, è valsa certamente a mostrare a tanti, dentro e fuori i confini della chiesa visibile, l'esistenza possibile d'una laicità vera a base cristiana, più vasta e profonda cioè di quella rigidamente illuministica. Qualcosa di simile può esser detto per Franco Rodano in area comunista, il cui segno culturale e la cui funzione politica nel novecento possono esser assimilati, per analogia, a quelli dei cattolici-liberali nell'ottocento: fuori dall'intransigentismo, capendo il muoversi dei fatti storici da una posizione sistemica, ma con in più il punto di vista del movimento operaio. Lo Spettatore Italiano soprattutto (dal '52 al '54) è un tentativo in questa chiave, cui segue Il Dibattito politico ('55-'59), con Melloni e Bartesaghi, che resta tra l'altro il miglior osservatorio per capire dall'esterno, e ricostruire oggi, le mutazioni della Dc nella seconda metà degli anni cinquanta. Agli inizi dei cinquanta c'era invece stata Cultura e realtà, con Felice Balbo e Cesare Pavese. La Rivista Trimestrale con Claudio Napoleoni negli anni sessanta è forse il luogo di maggior riflessione offerta alla sinistra sui temi, ambivalenti, della modernizzazione neo-capitalistica e «opulenta». Se Jemolo e Rodano possono esser considerati due maestri, difficilmente proseguibili ai loro livelli di altezza e complessità, in area liberaldemocratica e comunista, più variegato appare il panorama in area socialista. Due momenti soprattutto andrebbero studiati come finora non è stato fatto: i tentativi tra '47 e '49 di unificazione socialista, con Europa socialista di Ignazio Silone e l'Unione dei Socialisti, attorno a cui andarono a coagularsi varie esperienze di credenti: da un nucleo di cristiano-sociali, con Francesco Zappa (ne parlerà su Cronache Sociali Gianni i .u, I_ - - - - - - - - - - - Baget Bozzo), ai gruppi di azione cristiana legati al mensile Il Salvatore, di Ferdinando Cazzamalli, al movimento di «Comunità» di Adriano Olivetti. Tali sforzi confluiranno nel Partito socialista unitario (Psu), di cui sarà voce a Torino Giacomo Noventa, dapprima con Il socialista moderno, poi col Giornale dei socialisti. Il secondo momento «creativo» è dato dalla lotta alla legge maggioritaria del '53 che vede credenti (socialisti e liberali) in tutte le liste non-allineate: dai socialisti indipendenti di Cucchi e Magnani, cui va l'adesione di Gerardo Bruni, già deputato alla Costituente e leader dei cristiano-sociali, alla Alleanza democratica nazionale, ad Unità popolare ove, accanto a Ferruccio Parri, Piero Calamandrei e Tristano Codignola, troviamo Jemolo e Antonio Greppi, senza dubbio la figura di cattolico socialista di maggior spicco. Già leader dei giovani socialisti all'epoca del caso Matteotti, sindaco di Milano alla liberazione e nel periodo della ricostruzione, eletto alla Costituente e rieletto nel Psi dal '58 al '68, Greppi fu per anni animatore d'un dialogo antelitteram cattolico-socialista su Adesso di don Primo Mazzolari. Se il «tridentino» don Giuseppe De Luca poté confortare in anni bui i cattolici comunisti badando unicamente al loro fuoco interiore, lo stesso farà don Primo Mazzolari con i socialisti cristiani: lui che la passione della liber-
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