Il mondo cattolico italiano e la gerarchia ecclesiastica non sempre, in quegli anni, sanno cogliere ed apprezzare la grande novità culturale e politica rappresentata dal pensiero popolare. Anzi, quel partito trova, soprattutto dopo l'avvento di Pio XI, non pochi ostacoli e pesanti interventi da parte ecclesiastica, che ne resero più difficile il compito, soprattutto di fronte all'emergere del fascismo. Le tenaci battaglie condotte dall'esilio da uomini come Ferrari, Donati e Sturzo, i loro costanti e accorati inviti alle gerarchie ecclesiastiche e al clero di evitare compromissioni con il fascismo, con chi viola le più elementari leggi del Vangelo e si macchiava di delitti orrendi, testimoniano la dignità di un impegno morale destinato a scontrarsi con le esigenze «politiche» del Vaticano. Non va tuttavia dimenticato che al regime fascista fu estremamente difficile condizionare gli ambienti cattolici. In particolare le organizzazioni di Azione cattolica si dimostrano impermeabili alle pesanti pressioni e intimidazioni del fascismo. Una intera generazione di giovani cattolici si forma a quella scuola, preparandosi ad assumere, alla caduta del regime, un ruolo di primo piano in seno al progetto politico di Alcide De Gasperi, che realizza un partito (la De- ~!1-Bl.\~CO \Xli, nosso •b•#hlii mocrazia cristiana), espressione di tutti i cattolici, grande forza di aggregazione, garante nella difesa della giovane democrazia parlamentare. De Gasperi crede nella laicità della politica, ma giudica il sostegno della Chiesa essenziale al suo disegno. Il ricordo di quanto era costato al partito popolare il venir meno della benevolenza vaticana era per il leader della Dc un motivo costante. Il riconoscimento del Vaticano si fece attendere. Non mancano, tra il 1943 e il 1945, perplessità in seno alla Segreteria di Stato sulla opportunità di sostenere il nuovo partito. Non manca chi (come mons. Tardini) sembra non gradire un partito unico dei cattolici, che, come tale, rischiava di compromettere la Santa sede. Tuttavia prevale, alla fine, la linea filodegasperiana di mons. Montini, che rispondeva all'esigenza di dar vita ad una solida compagine politica in grado di fronteggiare l'urto delle estreme, con l'obiettivo di portare anche la parte più moderata del cattolicesimo italiano verso una piena accettazione del sistema democratico. Una scelta che viene, in parte, ad ostacolare l'affermarsi di gruppi e movimenti politici cattolici, nati nel clima dell'antifascismo e della lotta di liberazione, quali il partito cristiano sociale (di Gerardo Bruni), e il partito della Sinistra cristiana (di Adriano Ossicini e Franco Rodano). La loro esperienza breve e travagliata, rimane segno di una testimonianza di non trascurabile significato politico. Agli occhi delle gerarchie ecclesiastiche, negli anni della guerra fredda e dello stalinismo, la Dc appare, l'unico possibile argine per fronteggiare l'assalto comunista alla cittadella cristiana e per difendere i valori della fede. Una parte consistente del cattolicesimo italiano rimase a lungo invischiata in questo clima da crociata, che a volte fece perdere di vista la necessità di un impegno religioso più attento al nuovo, alle grandi trasformazioni economicosociali in atto della società italiana degli anni Cinquanta, che venivano a mettere in crisi antichi valori e aprivano la strada ad un processo di secolarizzazione di eccezionali dimensioni. Occorrerà attendere Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II per vedere il superamento del progetto pacelliano di riconquista cristiana della società e l'avvio di una apertura al dialogo e all'ascolto, per cogliere le ansie e le attese del mondo, liberando la Chiesa da molte scorie e preoccupazioni temporali e restituendo ai cattolici una più libera e più serena autonomia nelle loro scelte politiche. Cattolici,valoridemocratici e sistemiautoritari L a democrazia implica sempre una struttura ed un metodo ad essa necessariamente ed intimamente correlato. La struttura propria della democrazia è quella comunitaria. Su questo punto l'accettazione dei cattolici è sempre stata completa, tanto è vero che l'apologetica e la pubblicistica cattolica hanno sempre sottolineato il di Danilo Veneruso valore democratico dei comuni medievali, espressione più alta della Respublica christiana. La difficoltà nasce invece per quanto riguarda il metodo. Dopo molte oscillazioni, anche totalitarie (si pensi all'autocollocazione nell'area democratica del giacobinismo terroristico, del comunismo e di alcune frange dello stesso fascismo), l'indica- : 36 tore della storia sembra essersi fermato sulla concezione formalistica della democrazia secondo la tradizione angloamericana. La democrazia è un regime capace di realizzare la comunità politico-sociale attraverso una produzione legislativa correlata ad una completa libertà di opinione, di azione, di associazione, di riunione, di stampa.
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