~-V-BIAI\CO \Xli, nosso UiklilNQ vello internazionale). Vincoli e possibilità possono essere spostati in avanti liberando risorse ed energie partecipative. Mai come in questo momento ci rendiamo conto che il sapere scientifico tecnologico è, a questo proposito, fonte potenziale di alternative molteplici e differenziate tali da richiedere l'intervento determinante dei soggetti nella produzione, selezione ed uso appropriato del sapere stesso. Soggettività, rapporto tra le soggettività, gradi di libertà e progettualità, responsabilità in ordine ad esiti alternativi rendono attuale un grande discorso sull'etica. Potremmo allora chiederci quale sia il luogo di origine della tensione etica e solidaristica posta a fondamento del disegno riformatore e del nuovo umanesimo. Tale luogo di origine sta, certamente, nel sapere, in un nuovo statuto della ragione, forse anche in un mutato sistema di convenienze globali (alla lunga l'etica e la solidarietà pagano). Purtuttavia, l'intelligenza costituisce condizione necessaria ma non sufficiente. Come osserva Hirchman, il riformismo ha bisogno del cuore, di un amore strutturale per l'uomo, storico e libero, nella sua totalità individuale e collettiva. In questi anni il linguaggio e la prassi riformista hanno saputo superare molti tabù e falsi pudori. Si parla di equità, di giustizia, di dialogo. Forse si può anche parlare di bontà, di riconoscimento della pienezza dell'altro a partire dal più debole. Lorenzo CASELLI, Preside della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Genova. Intervento al secondo Forum R&S «La fatica della solidarietà» - Genova 26 ottobre 1990. La domanda politica delle associazioni del volontariato di BiancaCosta I n un mondo dove in apparenza trionfano egoismo e indifferenza e la logica del profitto esiste un impegno silenzioso quasi oscuro che coinvolge circa 5 milioni di volontari; un vero esercito che lotta ogni giorno e che negli ultimi 10 anni si è sempre dimostrato più presente in tutti i settori del sociale affiancando allo Stato e spesso anticipandolo nelle risposte ai bisogni. E il numero continua a crescere con i più giovani sempre più impegnati e sempre più attivi; la stima di oggi è confortante: ogni 1O persone una è direttamente coinvolta in un'azione di volontariato, in una famiglia su due c'è qualcuno che crede alla solidarietà e all'amore del prossimo. Credo nel volontariato come momento di impegno civile e nella mia esperienza nel servizio per i più poveri ho sempre cercato di realizzarlo vivendolo fino in fondo, anche criticamente senza cadere nella trappola di considerare l'azione svolta un'isola felice separata e contrapposta ad un sociale che non funziona. Credo in un'azione anticipatoria di risposta ai bisogni emergenti in un'azione di frontiera che sia in grado di cogliere i segnali di condivisione e di solidarietà in un mondo spesso basato sui valori del piacerre e dell'interesse. Credo ancora in un volontariato che cerca un cambiamento dove la solidarietà con chi vive situazioni di disagio venga considerato un do-
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