i.>!I, BIANCO lXltHOSSO Ui•li•Nit Attualità della Solidarietà Pubblichiamo di seguito quattro contributi elaborati per il II Forum di ReS, tenuto a Genova il 26 ottobre u.s. Si tratta della relazione del prof. Giovanni Sarpel/on, e degli interventi del prof. Lorenzo Caselli, della dr. Bianca Costa e del prof. Luciano Somme/la, che vivamente ringraziamo. Povertà ed emarginazione • • 1n un paese ricco di Giovanni Sarpellon L a ricchezza è sempre stata concepita come una realtà resa possibile dal progresso e dallo sviluppo, così come la povertà è giudicata essere la conseguenza dell'arretratezza e del sottosviluppo. Malgrado le distinzioni non solo terminologiche spesso fatte dagli studiosi, la correttezza di queste affermazioni non viene di solito messa in discussione. In realtà invece le cose vanno diversamente e proprio dalla messa in discussione di queste corrispondenze può cominciare una riflessione sulla presenza della povertà nelle società complessivamente ricche. Gli studiosi di questi problemi, infatti, non solo sanno bene che lo sviluppo ed il benessere non hanno eliminato la povertà alle nostre società, ma trovano per cosi dire «normale» che nel nostro continente la percentuale delle famiglie colpite da povertà si aggiri attorno al 14 per cento: in occasione della redazione del rapporto intermedio sul secondo programma europeo contro la povertà abbiamo infatti calcolato che nell'Europa dei 12 vivono 49 milioni di persone povere. È una «normalità» esclusivamente statistica e certo né morale né politica. Gli Stati Uniti : 21 d'America, il paese simbolo della democrazia e del benessere, che pur iniziarono un impegnativo programma federale contro la povertà quasi venticinque anni fa, contano fra la propria popolazione una percentuale di poveri che si aggira tra il 14 ed il 15 per cento. Ma anche l'Italia, che fu il paese del miracolo economico e che non ha cessato di guadagnare posti nella gerarchia dei paesi più ricchi del mondo, ha una percentuale di poveri vicina al 15 per cento della sua popolazione. Che povertà e ricchezza fossero due realtà capaci di convivere nella stessa società è cosa ben nota a tutti. Ma nella mente dei più si ritiene che questa condizione sia propria o dei tempi passati o dei paesi cosiddetti sottosviluppati: ambedue situazioni nelle quali la ricchezza è un privilegio riservato a pochi, mentre la povertà è la condizione generale della quasi totalità della popolazione. Conseguente a questa convinzione è la credenza che il progresso ha eliminato questa antica piaga, soprattutto in quelle società che oggi vengono dette «del benessere» o «dei consumi». Questa credenza, bisogna riconoscerlo, ha anche dei consistenti fondamenti su cui basar-
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