Il Bianco & il Rosso - anno I - n. 10/11 - nov./dic. 1990

i.>-tl BIANCO lXltROSSO iilkiilib ':z:t··:~J:Z:'!~···•·•···:v"·'c~~AF~ .,:::::z:);;:;,~~··.~•.• . ./.t••••C~•·~ .. ~~~..iv.J·•/flll< A- «~..p'.~~~sff -~<;.~':' Gruppo di giovani democristiani al convegno di studi a Montenars del 22-9-1902 significativa del mondo del lavoro - lo si vede con la stessa affermazione dei Cobas che, in alcuni settori dei servizi e della Pubblica Amministrazione, esprime un'esigenza di unità, anche se - di solito - tra simili professionalmente. Tutto questo dà al problema un'altra angolatura: come coniugare l'unità con la confederalità ed il sindacato generale con i vecchi e nuovi valori. Alla tensione si sono sostituite delle sensibilità; non è detto che esprimano un bisogno meno significativo. Inoltre comprendere oggi il mondo del lavoro significa conoscere e comprendere i lavori, le diverse esigenze che donne e uomini esprimono anche in fasi successive della loro vita a seconda dell'esperienza che stanno vivendo. Significa vedere il lavoro anche come possibilità per esprimere le potenzialità individuali e soddisfare il bisogno di creatività e di realizzazione personale. Offrire tutela a questa complessità, acquisire così rappresentanza e quindi potere sociale reale, richiede di superare la concorrenzialità, di riflettere insieme sui contenuti e sui valori propri della cultura parziale di og~i organizzazione e costruire anche attraverso questa via una nuova identità della confederalità. L'unità può così non mortificare il pluralir,......----- 1 J<, smo e valorizzare le parzialità che a questo si accompagnano. Rivivere l'unità come idealità e non solo come necessità implica per il gruppo dirigente attuale l'accettazione a ridiscutere molte certezze e la volontà di affrontare anche una grande fatica intellettuale. La scelta fatta di recente da Trentin di dissolvimento della componente comunista in Cgil può sicuramente favorire un processo di unità, ma non è da considerare di per sé dirimente. E questo perché appare estremamente riduttivo il rapporto tra unità ed autonomia, visto come un problema della sola Cgil, e come rapporto messo in discussione solo da alcune forme come l'esistenza delle componenti interne alle singole Organizzazioni. Il dissolvimento della componente comunista favorisce l'unità se significa anche scelta individuale di abbandono di una cultura egemonica, di assunzione di un'idea di conflitto che vuol modificare e trasformare il sistema e non superarlo, se significa impegno per la valorizzazione, il consolidamento e l'arricchimento di quelle scelte di valore che hanno portato già la Cgil - con l'apporto determinante di tutte le sue articolazioni interne - a rinnovare la sua elaborazione e le sue proposte, guardando ad un Sindacato dei diritti che ha

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